“Decreto cultura leva per la crescita”, di Antonello Cherchi
Il pacchetto cultura ha trovato la via d’uscita dal Parlamento. Ieri, infatti, la Camera ha approvato definitivamente il decreto legge 91/2013 (il cosiddetto «Valore cultura»), che rischiava – dati i tempi ravvicinati di decadenza, previsti per martedì prossimo – di rimanere invischiato nella crisi di Governo. Il collasso governativo, invece, non c’è stato e Montecitorio ieri ha potuto riprendere le fila del provvedimento e licenziarlo a tempi di record, il giorno dopo che la commissione Istruzione l’aveva inviato in aula. Giungono così al traguardo le misure per rilanciare Pompei, quelle per reclutare 500 giovani da destinare alla digitalizzazione del patrimonio, per distribuire nuove risorse per interventi di tutela e valorizzazione, per dare ossigeno al cinema e alla musica, per invertire la rotta dei bilanci in rosso delle fondazioni liriche, per agevolare gli aiuti privati in favore del “bello”. Insomma, una legge di ampio spettro che ha fatto dire al ministro dei Beni culturali, Massimo Bray, che in questo modo «la cultura torna a essere davvero al centro delle politiche di sviluppo», anche se la strada …