Mese: Settembre 2013

Ghizzoni e Vaccari “Il nostro impegno per gli sgravi al 65%”

Probabilmente a causa delle polemiche politiche di diverso segno che hanno accompagnato la nascita del provvedimento, nei media e nell’opinione pubblica sembra essersi ingenerata l’idea che il cosiddetto decreto Ecobonus non abbia concesso sgravi fiscali a chi, nelle zone terremotate, voglia effettuare un consolidamento antisismico sulla propria abitazione. E’ vero semmai il contrario, proprio il decreto Ecobonus, grazie anche all’impegno di noi parlamentari modenesi del Pd, ha portato al 50% l’aliquota delle agevolazioni fiscali destinate agli adeguamenti antisismici degli edifici. Questo 50%, quindi, è già stato introdotto e vale per tutte le nostre zone, ad eccezione di quella parte del nostro Appennino che è già classificata in fascia rischio sismico 2 e quindi può accedere al 65%. I parlamentari modenesi del Pd, già in estate, avevano ottenuto un impegno da parte del Governo a far rientrare nell’agevolazione del 65% anche quella parte di comuni del nostro territorio colpiti dal sisma e che, per ora, sono ancora classificati in fascia 3 (quella che ha diritto comunque al 50%, per intenderci). “Su quest’ultimo obiettivo – spiegano i …

“Una crisi così è una follia”, di Michele Prospero

Con tutti gli avvocati che si ritrova nel libro paga e con le affollate truppe di legali che ha portato con sé in Parlamento, Silvio Berlusconi avrebbe dovuto schivare con maggiore leggerezza le temute insidie provenienti dalle Procure. E invece i suoi azzeccagarbugli non ne combinano una giusta. La legge Severino, che ora inguaia sul serio il capo della destra, l’hanno votata, e contribuito a scriverla, proprio i suoi fiduciari. Solo a frittata fatta le schiere di difensori privati, ricambiati con un bel seggio, sono state capaci di accorgersi che si trattava di una tagliola pronta ad acchiappare la carne viva del Cavaliere, divenuto ormai pregiudicato. Anche nella giunta del Senato i suoi rappresentanti hanno seguito una condotta a dir poco maldestra. Dapprima hanno raffigurato l’organismo politico di Palazzo Madama come un autentico organo giudiziario. E, nel corso delle sue sedute, hanno ritenuto legittimo ventilare il ricorso alla Consulta, per rigettare la manifesta incostituzionalità di una norma ritenuta retroattiva. Hanno, per questo preteso ruolo giudicante della giunta delle elezioni, reclamato la rimozione immediata dei membri …

“I prigionieri del passato”, di Barbara Spinelli

Nell’intervista di ieri a Lucio Caracciolo lo storico Mark Mazower dice una cosa importante, sulla possibile guerra di Obama contro il siriano Assad. «L’idea di governare il mondo sta diventando il sogno di ieri». Specie se a coltivarla è un unico paese, aggiungeremmo. Sta diventando una distopia, più che un’utopia: una visione del futuro indesiderabile, e storpiata. Anche nelle relazioni internazionali, come nella vita delle democrazie costituzionali, un potere e un leader non possono regnare da soli, permanentemente allergici a altri poteri o altri Stati. Quando si parla di sistema multipolare si dice questo: anche se non ancora scritta, deve esistere almeno un’idea di costituzione mondiale, tale da disciplinare il potere quando si fa troppo solitario. Se non viene frenato, controbilanciato, quest’ultimo diverrà per forza abusivo, arrivando «sin dove non trova limiti. Perché non si possa abusare del potere, occorre che il potere arresti il potere». Così dice Montesquieu: occorre che i poteri (esecutivo, legislativo, giudiziario) si bilancino a vicenda separandosi. La moderna democrazia costituzionale è stata inventata per spezzare l’assolutezza del potere. Nello spazio …

“Viaggio nel ricordo dell’11 settembre. Apre le porte il museo di New York”, di Francesco Semprini

Con un primo tour dei giornalisti al National September 11 Memorial and Museum, si è dato inizio alle celebrazioni per il dodicesimo anniversario dell’attacco alle Torri Gemelle del 2001. Sullo sfondo di una Freedom Tower ormai completata ma ancora disabitata, si sono aperti per la prima volta i portoni di quello che è considerato il luogo della memoria dell’evento che ha cambiato il volto dell’America e le sorti del mondo. Nel Museo dell’11 settembre, che aprirà ufficialmente nella primavera del 2014, sono raccolti numerosi reperti in acciaio ritrovati e salvati dalla montagna di macerie e polvere causati dal crollo delle due torri, durante il quale morirono circa 3 mila persone. I primi cimeli che i visitatori incontrano sono due pezzi imponenti di acciaio appartenenti alla base della Torre Nord, che si ergono da terra a cielo nell’atrio della struttura, un’entrata suggestiva definita da vetri che esaltano i giochi di luce. «Sono pezzi grandissimi, alti oltre 20 metri e l’intera struttura è stata costruita proprio intorno a loro», spiega Joseph Daniels, presidente del museo. Proseguendo il …

“Un compromesso antidemocratico”, di Nadia Urbinati

Si invoca in queste ore convulse il “compromesso” per non applicare la legge Severino. Gli esponenti del Pdl lo auspicano, accusando di intransigentismo chi si ostina a lasciare che quella legge valga per il condannato illustre Silvio Berlusconi come per chiunque altro si trovasse al suo posto. Se non che, Berlusconi non vuole essere considerato “come” qualunque altro, nonostante la legge “uguale per tutti” lo voglia. La legge non rende tutti uguali; ma si impegna (con il nobile patto costituzionale) a trattare tutti, diversi e diseguali, con le stesse procedure e le stesse regole che presiedono al giudizio; e tutto questo perché quel patto dà a ciascuno un voto e uno solo. Uno stesso peso di potere decisionale, nonostante i pesi sociali ed economici siano molto diversi e perfino sproporzionati. Proprio per questo, il nobile patto costituzionale promette a tutti che la legge sarà applicata ugualmente. Il criterio del “come se” è l’anima della norma e governa l’articolo 3 della Costituzione. Esso limita e regola ogni possibile “compromesso”. Pensatori e leader politici, a destra come …

“Quirico, un giorno per riscoprire il mondo”, di Mario Calabresi

L’aereo era appena decollato da Torino, alle 6 e 40 di ieri mattina, quando Giulietta Quirico, seduta accanto al finestrino, ha visto il cielo colorarsi di arancione e si è lasciata andare: «Non ho chiuso occhio anche stanotte ma finalmente per noi è l’alba di un nuovo giorno». Nella borsa che ha preparato in fretta l’abito grigio, la camicia a righe e la cravatta regimental per quel marito che non vede da 156 giorni. All’atterraggio il traffico di Roma ritarda l’incontro previsto per le 8 alla Farnesina. Le squilla il telefono, è Claudio Taffuri, il capo dell’Unità di crisi, che le chiede dove sia finita, dice che Domenico l’attende con ansia. Allora lei con una certa ironia risponde: «L’ho aspettato per cinque mesi, adesso non sarà un dramma se mi aspetta lui per cinque minuti». L’incontro è commovente, poi Domenico corre a cambiarsi e smette i panni del prigioniero, dell’uomo costretto a vegetare per quasi due stagioni: «Mi hanno rubato una primavera e un’estate, era come se fossi su Marte, sono stato tagliato fuori dal …

E il Pd prepara la linea dura “Ormai nulla ci farà cambiare idea”, di Goffredo De Marchis

«Il Pd non può più fermarsi », dicono a Palazzo Chigi condividendo la linea del partito. Non ci sono spiragli per concedere tempo e fiato ai ricorsi di Berlusconi, alle manovre dilatorie del Pdl nella giunta del Senato che decide la decadenza del Cavaliere. «L’unica preoccupazione è non commettere errori — spiega Guglielmo Epifani ai suoi collaboratori —. Non dobbiamo dare l’idea di strappi giustizialisti e non dobbiamo accettare le strategie messe in atto dai berlusconiani per far slittare il voto. L’importante è mantenere un atteggiamento coerente, senza accettare provocazioni e senza dare pretesti». È questa la strada scelta da Largo del Nazareno per salvare il Pd ed Enrico Letta dalla possibile “rissa” innescata da Berlusconi. Non ci sono margini per allungare il brodo. E non è possibile aspettare che siano i giudici della Corte di appello di Milano a decidere sull’interdizione dai pubblici uffici scongiurando il cortocircuito dentro le larghe intese. Letta ha seguito l’evoluzione della discussione a Palazzo Madama da Bruxelles. Gli altri dirigenti democratici hanno continuato il loro giro per le festesparse …