Mese: Settembre 2013

“Sedici minuti sei bugie”, di Massimo Giannini

Il video-messaggio di Berlusconi non è solo un concentrato di dolori personali e di rancori collettivi. Come sempre, i suoi sedici minuti di «discorso alla nazione» racchiudono anche una micidiale sequenza di falsità. Dalla ricostruzione delle sue vicende politiche alla «narrazione» delle sue vicissitudini giudiziarie, la menzogna domina la scena e scandisce il plot della fiction berlusconiana. La menzogna, ancora una volta, è «instrumentum regni » del Cavaliere, utile a sovvertire il senso e a generare il consenso. Nel triste, solitario e finale comizio televisivo, registrato come nel 1994 nella location di Villa San Martino, si possono contare almeno sei bugie, che vanno dal bilancio della crisi economica al rilancio della «moderata» Forza Italia. Omissioni della realtà, manomissioni della verità: vale la pena di ripercorrerle una per una, con una esegesi testuale e contro-fattuale, per capire ancora una volta i meccanismi che fanno funzionare la «macchina» del potere berlusconiano. 1) La crisi economica senza precedenti Dice il Cavaliere agli italiani: «Siete certamente consapevoli che siamo precipitati in una crisi economica senza precedenti, in una depressione …

“Il Cavaliere dimezzato”, di Claudio Tito

Nel videomessaggio di Silvio Berlusconi, infarcito di vecchi slogan e consumati atti d’accusa, ci sono due parole che sono state appena accennate. Solo sussurrate ma centrali: decadenza e governo. L’impianto roboante di quel discorso, infatti, sembra costruito per nascondere due circostanze concrete. Che la sua uscita dal Parlamento, ossia la sua decadenza, ormai non è più in dubbio. E che l’esecutivo guidato da Enrico Letta per ora può andare avanti ma la sua scadenza è segnata dalla sostanziale fine di questa strana alleanza, ossia le larghe intese. L’orizzonte in cui si muove la nuova Forza Italia, infatti, è quello delle elezioni anticipate nella prossima primavera. Aver accettato la prospettiva di abbandonare il Senato è dunque il mattone che regge l’intero impianto di questo intervento. Un discorso in cui il tratto della disperazione detta tutte le conseguenze. Sull’attuale governo, sul Pd e anche sul Pdl. Palazzo Chigi e il partito cui appartiene Letta rischiano infatti di ritrovarsi ancor più schiacciati dal peso di una coalizione innaturale. Il Cavaliere non rompe sulle sue vicende giudiziarie, non provoca …

“Puntiamo tutto sull’innovazione.L’appello lanciato al Cnr per uscire dalla crisi”, di Emanuele Perugini

C’è uno spred molto importante di cui non parla quasi nessuno: è quello della cultura e della scienza. Negli ultimi cinque anni lo spread culturale dell’Italia con la Corea del Sud è salito a 430 punti: la percentuale dei giovani laureati nel paese che produce smartphone, elettrodomestici e automobili apprezzatissime in tutto il mondo è infatti del 64 per cento. In Italia è solo del 21 per cento. Nello stesso tempo gli investimenti italiani in ricerca sono crollati del 14 per cento così come l’occupazione dei giovani nelle fabbriche della conoscenza -ovvero gli iscritti all’Università sono scesi del 17 per cento. Le conseguenze di questi risultati sul Prodotto interno lordo, e sulla bilancia dei pagamenti sono disastrose: il deficit commerciale nel settore dell’alta tecnologia ha raggiunto punte dell’ordine del punto di Pil. Sono questi gli aspetti cruciali intorno ai quali è ruotata la discussione che si è svolta ieri mattina presso l’Aula Marconi della sede centrale del Consiglio Nazionale delle Ricerche. L’occasione giusta per sollevare questo tipo di dibattito è stata la presentazione del libro …

“Ghizzoni: sui ‘Quota96’ non ci arrendiamo”, di Alessandro Giuliani

C’è tanta amarezza. Il personale della scuola che attendeva una deroga per liberarsi dalle sabbie mobili della legge Fornero stavolta ci credeva davvero. Tanti rappresentanti del nuovo Governo, compreso il ministro Carrozza, avevano speso parole di interessamento. I pareri delle commissioni parlamentari erano stati tutti a favore. Come le dichiarazioni di tanti esponenti politici oggi presenti sui banchi del parlamento Invece, per il secondo anno consecutivo, per migliaia di ‘Quota96’ (docenti e Ata con almeno 35 anni di contributi e 61 anni di età anagrafica) è arrivata la doccia fredda: le porte della pensione sono rimaste chiuse. E quelle della scuola, dopo la pausa estiva, si sono riaperte. A mettersi di traverso, è stata la Ragioneria Generale dello Stato. Che, oltre a rilevare il problema della mancanza di fondi, tra i 100 e i 200 milioni di euro, ha fatto rilevare quanto sarebbe stato pericoloso concedere quella deroga: per gli economisti dalla PA il via libera alla scuola avrebbe scatenato la stessa rivendicazione da parte di centinaia di migliaia di dipendenti di altre amministrazioni. Con …

“Senza «tetto» legge pericolosa”, di Paolo Borioni

I lavori parlamentari sulla riforma del finanziamento ai partiti proseguono in questi giorni senza la dovuta attenzione. È grave. Colpisce come tutto accada in un sostanziale silenzio su alcune questioni democratiche decisive. Colpisce questo dibattito inconsapevole dei danni che una legge sbagliata sul finanziamento alla politica può arrecare al Paese. I grandi giornali non fanno altro che indicare l’«Europa» come imperativo categorico ad ogni sussulto o incertezza, ma mai nulla dicono sul fatto che il finanziamento pubblico rimane l’asse fondamentale di ogni democrazia europea. Così facendo si oscura un processo parlamentare che, nella disattenzione generale odierna (o nella distorsione degli argomenti fino a qualche settimana fa) non pare ancora avere assicurato almeno due pregiudiziali, non negoziabili criteri di riforma. Il primo ed essenziale è indicare tetti il più possibile bassi per ogni donazione, tanto più nel caso già di per sé molto negativo, che le donazioni private rimangano l’unico strumento di sostegno all’attività politica. Il secondo è un divieto assoluto di dona- zioni indirette, ovvero il divieto di aggirare i tetti (se, speriamo, ci saranno) …

“Al pettine i nodi politici di vent’anni”, di Giovanni Orsini

La Corte di Cassazione, al termine di un contenzioso giudiziario durato anni e passato attraverso innumerevoli meandri, ha confermato ieri la condanna a Fininvest a pagare una cifra di circa mezzo miliardo di euro alla Cir di Carlo De Benedetti, come risarcimento per la vicenda del Lodo Mondadori. La notizia è uscita proprio mentre si attendeva che Berlusconi diffondesse un messaggio che, stando alle voci, avrebbe avuto un robusto contenuto politico e forse condizionato in profondità il futuro dello schieramento di centro destra. E oggi, infine, la questione della decadenza di Berlusconi da senatore, a motivo di un’altra condanna ottenuta anch’essa non come politico ma come imprenditore, affronterà il passaggio decisivo in giunta al Senato. La confluenza di questi tre avvenimenti rafforza sempre di più l’impressione, viva da almeno un mese e mezzo, che nell’attuale sfortunatissimo torno di tempo siano venuti al pettine tutti o quasi i nodi politici irrisolti degli ultimi vent’anni. Una sorta di «tempesta perfetta». Fra i nodi più ingarbugliati troviamo naturalmente il conflitto di interessi: l’anomalia macroscopica di un imprenditore – …

Rehn all’Italia “Sbagliato abolire l’Imu così rischiate”, di Luisa Grion

Il commissario Ue in Parlamento L’Iva verso l’aumento a ottobre I dati sulla nostra economia sono «deludenti», l’incertezza politica frena la ripresa e le iniziative che abbiamo assunto sull’Imu hanno creato grandi perplessità in Europa. Tanto più che l’uscita dalla crisi è una speranza, non ancora una certezza: sarà meglio renderci conto che, questa volta, il talento non basterà a salvarci e che senza una profonda «revisione del motore» resteremo fermi al box. Ecco le considerazioni sull’Italia che Olli Rehn, vicepresidente della Commissione Ue, ha snocciolato ieri durante una audizione alla Commissione Bilancio della Camera, utilizzando una metafora automobilistica che non è bastata a contenere l’effetto doccia fredda. L’analisi del Commissario agli Affari economici ha fatto capire che – usciti dalla procedura d’infrazione – l’Europa non è convita della nostra capacità di rispettare gli impegni presi. Nonostante le rassicurazioni fornite del governo, che anche ieri, con il ministro dell’Economia Saccomanni, ha di nuovo ribadito l’impegno a contenere il deficit nel limite del 3 per cento del Pil. Alcuni dei segnali offerti, non sono andati giù …