“I diversamente berlusconiani”, di Francesco Merlo
Alfano “diversamente berlusconiano” sembra il Sordi dell’otto settembre: «Inaudito. L’alleato è passato al nemico». Di sicuro nessuno ha il linguaggio degli Scilipoti e dei Di Gregorio, ma tutti hanno quello della sofferenza vera. Certo, il «siamo e restiamo berlu- sco-nia-ni» ci fa sorridere perché è un paradossale rimprovero a Berlusconi di non essere più berlusconiano, con l’idea pasticciona e comica che il vero Berlusconi sono loro. E tuttavia il loro lessico non è da traditori ma da traditi e da umiliati. Cicchitto, per esempio, che è stato il primo a tirare fuori la testa dalla trincea, si sente ferito, non solo nella sua intelligenza e nella sua storia, ma anche nella sua qualità di consigliori: «Una decisione così importante non si può prendere senza discuterne con il gruppo dirigente», cioè con lui. E si capisce che Cicchitto, come dice, resterà con Berlusconi, o per lo meno con il Berlusconi a immagine e somiglianza di Cicchitto, il quale a sua volta pare diventato improvvisamente Habermas e dunque non più fedele a quell’altro Berlusconi al quale giura …