«Se la legge di Stabilità non scioglie il nodo della riduzione della tassazione per lavoratori e pensionati e della redistribuzione del reddito non si può che procedere con la mobilitazione unitaria ». In attesa, oramai da cinque giorni, di una convocazione a palazzo Chigi, Susanna Camusso rompe gli indugi e avverte il governo: la pazienza del sindacato è finita. Fatto il punto con il parlamentino Cgil nel Direttivo mattutino, il segretario generale della Cgil ribadisce la richiesta di un incontro con il premier Enrico Letta: «C’è già molto ritardo nel convocare le parti. Sollecitiamo il confronto. O la legge di Stabilità cambia passo o siamo destinati a declinare. Per usare un eufemismo sembra ci sia uno schema di galleggiamento e non ci si sta confrontando con il profilo del Paese e le esigenze dei cittadini – attacca Camusso – Non si aggredisce il nodo fondamentale: quello dell’ingiustizia nella distribuzione del reddito e della sovrabbondante tassazione sul lavoro dipendente e sulle pensioni».
IL CASO SACCOMANNI L’attualità politica riporta alle minacce di dimissioni di Saccomanni, ma alla Cgil interessano le politiche, non chi le fa. «Dire la verità sui conti è un buon proposito ma presuppone che finora non sia stato fatto – spiega Camusso – . I conti peggiorano per le leggi finanziarie che ripetono lo schema del 2011 che non hanno portato al risanamento e hanno peggiorato la condizione degli italiani». Per Camusso poi «non si può oscillare tra ripresa e orlo del baratro». Per la Cgil «ci sono le condizioni per fare una legge di stabilità come chiediamo, non bisogna cambiare i trattati europei ». Camusso chiede poi di evitare «piccoli provvedimenti» ma un cambio di politiche. E sulla questione Finmeccanica, Eni e Poste Vita avverte che dalla Cgil arriva un «gigantesco no alle privatizzazioni, un no a caratteri cubitali. Sarebbe un clamoroso errore». No anche a «tagli lineari alla spesa pubblica». Nel direttivo di ieri non si è parlato di congresso. La partita si sta giocando nelle tre commissioni, prima fra tutte quella Politica dove tutti i segretari generali e territoriali lavorano al documento congressuale. Nel fine settimana è però previsto un importante appuntamento. A Rimini la Fiom terrà la sua assemblea nazionale. E venerdì a Rimini interverrà Susanna Camusso. Se dal punto di vista interno, la partita è appena cominciata, sul piano confederale fa ancora fede il documento sottoscritto con Confindustria che chiedeva un forte calo del cuneo fiscale e la lettera inviata lo scorso 18 settembre dai tre sindacati confederali a Letta. In quel breve documento, Camusso, Bonanni e Angeletti disegnavano un quadro molto preciso. Cgil, Cisl e Uil sottolineavano come fosse «il momento di affrontare con decisione i temi della creazione di lavoro, della ripresa economica e della crescita. Per questo chiedevano al governo di avviare immediatamente un confronto sui contenuti della prossima legge di stabilità». I sindacati ribadivano «la necessità che la discussione si incentri sui temi individuati nel documento sottoscritto dalle parti sociali e che sia indispensabile puntare sul lavoro per costruire le condizioni di una ripresa dell’economia. Ritenevano necessario che fin dalle fasi preparatorie della legge di stabilità si imposti una discussione su una nuova e più efficace articolazione delle politiche fiscali in un’ottica di redistribuzione del reddito. Infine, le tre confederazioni chiedevano al governo di avviare una discussione di merito su esodati e pensioni».
BONANNI: MOBILITATI PER STABILITÀ Quando, alle 19, Enrico Letta risponde da Ottawa ribadendo l’impegno («con Confindustria e sindacati faremo un lavoro comune: ci siamo parlati e ci parleremo prima della legge di stabilità»), tocca a Raffaele Bonanni, in una sorta di staffetta sindacale, commentare. «È importante che il premier Letta abbia ribadito chiaramente l’impegno del governo per l’apertura di un confronto con le parti sociali nei prossimi giorni. Una cosa deve essere chiara: il sindacato si mobiliterà per favorire la stabilità politica e per far ripartire l’economia attraverso un taglio drastico delle tasse per lavoratori, pensionati e imprese che investono», spiega da Termoli il segretario generale della Cisl. «Noi siamo pronti al confronto dove porteremo le nostre richieste ma anche le nostre proposte sia sul taglio della spesa improduttiva sia sul piano degli interventi per favorire la creazione di nuovi posti di lavoro ed una ripresa dei consumi. Bisogna agire con tempestività e concretezza. Prima parte il confronto meglio è per il paese e per la stabilità del governo», ribadisce il leader Cisl.
L’Unità 24.09.13