“Grazie del decreto scuola ma non è un investimento”, di Mila Spicola
Decreto scuola. Per non essere accusata di benaltrismo, premetto subito un grazie. Grazie per il decreto e per le intenzioni. Grazie per alcune azioni. Grazie per aver dato almeno l’idea che nella scuola è necessario investire. Seconda premessa: non credo e non ho mai creduto che il “tema” scuola fosse di tipo occupazionale, ma un’occasione di crescita nazionale. Non un problema: una ricchezza. Non il mondo delle politiche da ragioneria statale, per piazzar laureati o ragazzini da qualche parte, in rapporto variabile a seconda dello schieramento, ma l’obiettivo della politica come strumento di prefigurazione futura. Quello che riempie oggi le prime pagine dei giornali è una ridda di numeri su quanti precari della Scuola verranno occupati. Con tutto il bene che nutro verso i precari, il fatto che noi ci battiamo da anni per coprire le cattedre vacanti e per ridare insegnanti ai ragazzi in un giusto rapporto, non discende, per noi docenti, da motivi occupazionali, ma dalle necessità di assicurare e migliorare la qualità del servizio offerto. Qualità che è stata gravemente compromessa da …