«Non esiste il salvacondotto deve lasciare il Parlamento», di Osvaldo Sabato
Il Pdl è a caccia di un salvacondotto parlamentare per Silvio Berlusconi. Ieri Renato Brunetta e Renato Schifani, capogruppo alla Camera e Senato, sono saliti al Quirinale per parlare con Giorgio Napolitano. «Non capisco in che cosa potrebbe consistere questo salvacondotto» commenta Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale. I legali dell’ex Cavaliere non pensano alla «grazia» bollata subito da Napolitano come «analfabetismo istituzionale», ma ad un differente atto di clemenza o al ritocco della Severino. O alla commutazione della pena da detentiva a pecuniaria. Quanto alla possibilità che Berlusconi resti senatore, dopo la condanna della Cassazione, il costituzionalista non ha dubbi: «Deve lasciare il Parlamento». Professore, la «grazia» all’ex premier è possibile? «Sul piano giuridico non è impossibile. È impensabile, perché sarebbe assurdo che si adottasse un provvedimento di questo genere all’indomani del passaggio in giudicato della sentenza di condanna e senza che sussistano quelle eccezionali ragioni umanitarie che stanno alla base dell’istituto della grazia, come ha detto la Corte Costituzionale nella sentenza n. 200 del 2006, né altre apprezzabili ragioni di interesse pubblico. …