“Crescono solo le facoltà tecniche atenei impoveriti da 5 anni di recessione”, di Agnese Ananasso
La crisi economica forse sta per allentare la morsa sull’Italia, ma restano sul campo gli effetti devastanti della più pesante recessione del dopoguerra per il nostro Paese. Rovine che non risparmiano l’università e le prospettive dei giovani e delle loro famiglie. Un percorso sempre più lungo e costoso, tra corsi di perfezionamento e master, e sempre meno propedeutico ad un posto di lavoro stabile. Datagiovani ha elaborato per Repubblica i numeri del Miur, mettendo a confronto l’anno accademico appena terminato con quello pre-crisi del 2007/2008 (per intenderci, i mesi dello scandalo subprime e del crac Lehman Brothers. L’inizio della fine). In 5 anni si sono registrate 38.340 immatricolazioni in meno, pari a una flessione del 12,5%, più evidente nel Mezzogiorno dove 24mila ragazzi hanno rinunciato a rincorrere la laurea. Considerando solo Sud e Isole le iscrizioni sono diminuite del 20%, mentre al Nord si parla di cifre più contenute, nell’ordine del 5%. La maglia nera spetta alla Sardegna (—23%) mentre limitano i danni Lombardia (—2,8%), Veneto ed Emilia Romagna (entrambe a — 4% circa). Ma …