Mese: Agosto 2013

“Vi racconto quelli che hanno riscattato l’Italia”, di Pasquale Scimeca

La mattina di Ferragosto, mi sveglio colpito dal silenzio di un giorno di festa. Tutto è fermo, l’Italia intera è ferma, e si prepara a vivere una giornata di riposo con la mente sgombra e leggera. Mi sdraio in terrazza a leggere la fine del romanzo di Capuana, Il marchese di Roccaverdina. La storia è appassionante, un gran melodrammone, che si snoda come un romanzo rosa, a dispetto del “verismo” teorizzato a piene mani dall’amico fraterno di Giovanni Verga. Il caldo è clemente, almeno dalle mie parte, e nel cielo sopra le montagne si vanno ammassando nuvole nere che minacciano un temporale. Ma la Sicilia si sa, come diceva Sciascia, è un continente, e il sole deve splendere in tutta la sua pienezza, se tanta gente ha fatto tanta strada per godersi il mare. Sono giunto nel punto più intenso del romanzo, quello in cui Capuana descrive la pazzia del marchese, quando mi arriva un sms. Me lo ha inviato Linda (che è una mia carissima amica, oltre ad occuparsi della produzione dei miei film). …

“Atenei, le classifiche instabili, La Sapienza oscilla di 109 posti”, di Leonard Berberi

Dice il ministro francese: «Quella classifica non rispecchia il nostro sistema accademico». Aggiunge più di un esperto: «I criteri utilizzati sono opinabili e parziali». E mentre qualche rettore festeggia, molti altri precisano, mostrano dati disaggregati, si appellano a studi precedenti. Critiche e polemiche. Almeno quattro volte all’anno. E proprio quando vengono pubblicate la graduatorie sui migliori atenei del mondo. L’ultima, in ordine di tempo, è l’Academic Ranking of World Universities (Arwu) della Jiao Tong University di Shanghai. Le università americane — secondo l’Arwu — sono le migliori. Quelle inglesi inseguono. Le nostre restano indietro (Pisa e «La Sapienza» avanti a tutte). E nemmeno le francesi se la passano tanto bene. Uno studio, questo cinese, che affianca il Taiwan Ranking, il Qs World University Rankings e il Times Higher Education. Quattro classifiche che, a leggerle, non concordano nemmeno sul migliore ateneo. Per tre di loro al primo posto c’è Harvard. Per l’altra il Mit di Boston. E se, per esempio, la Johns Hopkins è medaglia d’argento per il Taiwan Ranking, lo stesso non compare nemmeno tra …

“Il fantasma dell’Algeria”, di Tahar Bel Jelloun

Nè Cristo né Maometto si sono fermati al Cairo nel sanguinoso venerdì 16 agosto. Lo spettro della guerra civile si stende sull’Egitto. Torna alla mente l’Algeria del 1991, quando l’esercito mise fine al processo elettorale perché le urne avevano assegnato la vittoria al Fronte islamico di salvezza. Quella sospensione della democrazia fu seguita da una guerra senza quartiere fra gruppi islamisti armati e il governo. Il terrorismo prese il Paese in ostaggio, massacri orrendi furono commessi da una parte e dall’altra. Più di centomila civili algerini perirono nel corso di una guerra che andò avanti per una quindicina d’anni. Un simile scenario di orrore quotidiano, come quello a cui assistiamo da più di due anni in Siria, sembra poco probabile. L’Egitto non precipiterà in una guerra civile, anche se le premesse di un simile disastro sono ben visibili oggi al Cairo, ad Alessandria o a Ismailia. La polizia ha aperto il fuoco sui manifestanti che si rifiutavano di lasciare la piazza Rabi‘a al-Adawiyya, che occupavano da un mese e mezzo. Ma la violenza è da …

“Non sprecare l’occasione del governo”, di Bruno Gravagnuolo

L’Italia, il governo, il partito. E sullo sfondo l’Europa. È da queste coordinate che deve muovere ogni analisi sul «che fare» per la sinistra. Perché queste sono le circostanze selettive che ne plasmano le scelte e il cammino. E queste le grandi questioni su cui è necessario misurarsi. Senza trincerarsi dietro comodi stati di necessità, che fungano da alibi per non scegliere o navigare a vista. E allora l’Italia e il governo del Paese. Nasce quest’ultimo da un’impasse, alla quale è tempo di dedicare un’analisi circostanziata. Dai limiti di programma – nazionale e continentale – alle debolezze di comunicazione, all’idea di aver avuto la vittoria in tasca. Ma nella stretta in cui siamo e confortati dalle amministrative, questo governo, oltre che l’unico consentito, resta un’occasione importante per conseguire alcuni obiettivi di fondo. Innanzitutto portare il Paese fuori dalle secche della crisi economica e metterlo al riparo dai ricatti dei mercati finanziari. Dunque, risanamento e redistribuzione. Semplificazione burocratica e taglio degli sprechi, moltiplicati dalla proliferazione dei centri di spesa. Una grande operazione di riallocazione delle risorse. …

“Il premier: ora misure per le imprese. Varrà la pena di investire in Italia”, di M. Antonietta Calabrò

Letta annuncia il decreto «Fare 2». «L’Europa non può essere solo sacrifici». «Dobbiamo, prima di tutto, avere maggiore fiducia in noi stessi. Uscire da quella cappa di sottovalutazione, autolesionismo, che troppo spesso ci toglie ossigeno. Dimostrare all’Europa e al mondo che non c’è più bisogno che ci si dica di fare i “compiti a casa”. I sacrifici li abbiamo fatti e li stiamo facendo non perché ci sia qualcuno ad imporceli, ma perché siamo un Paese adulto che vuole ricominciare a costruire il futuro dei propri figli. L’Italia può farcela: questo è il messaggio». Intervistato dal Sussidiario.net, il premier Enrico Letta anticipa le linee guida dell’intervento che pronuncerà domani per l’apertura del Meeting di Rimini. Dopo una pausa estiva-lampo, 5 giorni con figli e famiglia a Pisa, la prima uscita pubblica di Letta sarà al dibattito su «Un’Europa unita, dall’Atlantico agli Urali» che inaugurerà il tradizionale appuntamento di Comunione e Liberazione. Discorso incentrato sull’inevitabilità del nostro ruolo in Europa, ma in un Europa che «sia veramente l’Europa dei popoli» e «non del rigore e basta». …

“Il dilemma della diplomazia occidentale”, di Pasquale Ferrara*

Sarebbe ingeneroso, oltre che scorretto, imputare quanto accade in Egitto e – nonostante le profonde differenze – in Siria e Tunisia a una mancanza di attenzione del mondo euro-occidentale. Con le rivoluzioni arabe si è innescato in Nord Africa un processo sociale e politico che nessuno sembra davvero in grado di prevedere o controllare. Non lo controllano le piazze, ma non lo controllano nemmeno le piazzeforti. Quando un esercito interviene con metodi pseudo-militari contro la propria popolazione, è un segno non solo di debolezza, ma anche della mancanza di una strategia di medio-lungo termine, al di là della conservazione del potere. Sarebbe tuttavia altrettanto fuorviante sostenere che la comunità internazionale ha davvero fatto tutto quanto era politicamente in suo potere per sostenere le transizioni con massicce iniezioni di fiducia e apertura di credito. Investire politicamente in Paesi che tentato d trovare una propria strada alla democrazia è sempre rischioso, ma c’è da chiedersi se non sia più rischioso non farlo. La prudenza se non il sospetto hanno dominato in larga misura l’atteggiamento dell’Occidente nei confronti …

“A fine anno 3,5 milioni di disoccupati”, di Massimo Franchi

I segnali di ripresa ci sono, ma non sul fronte occupazione. Anzi. A fine anno, secondo la Cna, sarà sfondata la quota di 3,5 milioni di disoccupati con un aumento di ben 400mi1a posti di lavoro in meno rispetto agli ultimi dati di giugno. La confederazione dell’artigianato e della piccola e media impresa dunque non vede la ormai celeberrima «luce in fondo al tunnel». Il suo Centro studi, elaborando i dati sulle richieste di ore di cassa integrazione, parla apertamente di «allarme rosso» perché l’Italia ha raggiunto il picco più basso nel numero degli occupati: i 22,5 milioni circa di fine giugno sono il valore più basso del nuovo secolo con una emorragia di ben 407mi1a unità rispetto allo stesso periodo del 2012, che equivalgono all’1,8% in meno. ALLARME CNA Situazione difficile specie per i settori dell’industria e delle costruzioni. Sono loro ad aver «sofferto la crisi degli ultimi cinque anni», ma «risultano anche in questa fase i settori più esposti al rischio di ulteriori emorragie occupazionali, presentando entrambi incrementi consistenti delle ore autorizzate (+6,4% …