Mese: Agosto 2013

“Il valore della creatività”, di Pietro Greco

Gli ultimi dati di Eurostat sull’andamento dell’economia sono incoraggianti per l’Europa. Nel secondo trimestre 2013 il continente esce dalla recessione e ricomincia a crescere: + 0,3% del Pil. Purtroppo quegli stessi dati sono molto meno incoraggianti per l’Italia. Il nostro Paese è ancora in recessione: – 0,2%. Peggio di noi ha fatto solo Cipro. La Germania (+ 0,7%) è, ancora una volta, la locomotiva dell’Unione. Seguita a stretto giro da Gran Bretagna (+ 0,6%) e Francia (+ 0,5%). Noi siamo, ancora una volta, il vagone piombato che frena il convoglio. Poiché questo differenziale di circa un punto tra noi e il resto d’Europa nella crescita del Pil dura, con sconcertante costanza, da quasi trent’anni: poiché negli ultimi decenni siamo il Paese al mondo cresciuto di meno dopo Haiti; e poiché la decrescita (la recessione) degli ultimi 5 anni non è stata e non è tuttora affatto felice, ma, ahimè crea disoccupazione e povertà dovremmo chiederci: perché? E tenere la domanda costantemente sulla prime pagine dei giornali e in cima all’agenda politica. Purtroppo da vent’anni ci …

“Cie hanno già fallito: chiuso anche quello di Modena”, di Andrea Bonzi

La Bossi-Fini perde i pezzi. L’insofferenza delle associazioni, sindacati – Cgil in testa – e degli enti locali contro i Centri di identificazione ed espulsione (Cie, gli ex Cpt istituiti dalla Turco-Napolitano) ha raggiunto il culmine in queste settimane. Le strutture – oggi complessivamente 13, per un totale di 1.900 posti disponibili – sono sempre più spesso nell’occhio del ciclone, sia per le pessime condizioni di vita degli ospiti, sia per una gestione al ribasso che ha lasciato per mesi gli operatori senza stipendio. Un fallimento certificato dalle chiusure di Bologna (avvenuta a marzo per lavori, e poi confermata a giugno) e Modena, che è stato svuotato mercoledì scorso, nonché dalle polemiche che stanno investendo il centro di Gradisca d’Isonzo, vicino a Gorizia, dopo che un immigrato, cercando di fuggire, è caduto dal tetto e versa ora in gravissime condizioni. Per questo dunque, anche la politica sta cercando di portare a casa la definitiva cancellazione di queste vere e proprie prigioni mascherate. Il Pd, a fine luglio, ha presentato alle Camere una mozione a firma …

“L’ultima occasione”, di Carlo Galli

Non vi è dubbio che questo non sia il governo auspicato da chi ha votato Pd alle ultime elezioni; e che non possa essere vissuto con entusiasmo da nessun democratico. Il conflitto, non la rissa ma la divergenza, la contrapposizione è il sale della democrazia; e questo governo deve necessariamente neutralizzarla, temporaneamente. Resta drammaticamente vero che questo è un governo d’emergenza, di necessità, e quindi di servizio e di scopo. Si legittima per quello che fa, ovvero per quello che deve fare: e la prima cosa è mettere in sicurezza i conti pubblici, e invertire il trend economico e occupazionale. Obiettivi centrati, finora, solo parzialmente; che richiedono, piaccia o no, continuità d’azione e ininterrotta legittimazione sulla scena internazionale, soprattutto europea. Ora, le sorti del governo sono in forse per le vicende giudiziarie di Berlusconi, personali come tutte le vicende giudiziarie, ma dagli evidenti possibili risvolti politici. E che, davanti al non possumus nec debemus di Napolitano (per quanto riguarda provvedimenti straordinari o trattamenti di favore), a fasi alterne si agitano nella mente del Cavaliere fantasmi …

“Ma il Pd non baratta legalità e stabilità tocca a loro liberarsi del tabù Berlusconi”, di Umberto Rosso

Onorevole Speranza, nelle parole di Letta c’è il no al ricatto fra salvezza di Berlusconi e crisi di governo? «Discorso di alto profilo, quello del presidente del Consiglio, sul cammino già compiuto e i tanti problemi che restano da affrontare. Ma da una parte ci sono appunto le questioni reali che riguardano il nostro paese e dall’altra gli interessi personali di Berlusconi, le sue grane giudiziarie. Due piani da tenere accuratamente separati. Senza corto circuiti». Invece è proprio quel che continua a minacciare il centrodestra: se non arriva il “salvacondotto” l’esecutivo rischia di brutto. «È da irresponsabili aprire una crisi di governo con tutti i problemi che stanno ancora qui, che abbiamo ancora sul tavolo. Ma se il Pdl davvero sceglie di anteporre i destini privati di Berlusconi agli interessi generali degli italiani, se ne assumerà le responsabilità. Molto pesanti». Secondo Capezzone però il premier dovrebbe rivolgersi piuttosto ai “provocatori” del Pd, che negano l’agibilità al capo di un partito con molti milioni di voti. Si sente un provocatore? «E perché mai? Perché diciamo che …

“Il rovescio di un diritto”, di Gad Lerner

L’Egitto irradia attorno a sé presagi d’apocalisse che raggiungono le coste della nostra penisola. Ne restano immuni solo i turisti che non vogliono rinunciare allo snorkeling nel Mar Rosso. E i tifosi dell’Inter che confidano sul musulmano coi soldi Erick Thohir per la riscossa dei colori nerazzurri. Ma è fra i politici che la sindrome da invasione dei barbari rischia di sovvertire troppo in fretta la promessa di un rinnovato spirito di Lampedusa, ovvero il francescanesimo dell’immedesimazione nel destino degli ultimi, che poi sarebbero i nostri vicini di casa. È dell’altro ieri l’elogio di Napolitano ai bagnanti di Pachino, trasformatisi in catena umana per soccorrere 160 migranti in fuga dall’ecatombe siriana. Peccato che nel frattempo perfino la ministra Kyenge sia ricaduta nell’improbabile corsa al pronostico su quanti nuovi immigrati in Italia possano essere generati dal putsch militare con cui al Cairo è stato liquidato il governo dei Fratelli Musulmani. Per la verità la titolare del ministero dell’Integrazione si è limitata a prevedere genericamente “un’impennata” di arrivi dall’Egitto, cui dovremo fare fronte attrezzandoci con strutture adeguate. …

“Questa politica da cambiare”, di Claudio Sardo

C’è uno scarto enorme tra le necessità di un paese ferito dalla crisi e dalla disoccupazione e questo dibattito pubblico, legato ai dilemmi di Berlusconi che tenta di sottrarsi a una sentenza definitiva, dalla quale sottrarsi è impossibile. C’è uno scarto enorme tra le responsabilità che gravano sulle spalle del Pd (nonostante l’insuccesso elettorale) e questa parodia di confronto precongressuale su date e regole. C’è uno scarto enorme anche tra le domande di rinnovamento, affidate da milioni di cittadini al Movimento 5 Stelle, e il cinismo di Grillo che lavora per lo sfascio di questa e della prossima legislatura. Eppure l’Italia non ha tempo. Né la politica ha tempo. La sua impotenza è la causa prima di tutte queste fratture: e ora siamo davanti a una vera e propria crisi di sistema. Non è un caso se nell’ultimo decennio l’Italia sia cresciuta meno degli altri Paesi occidentali, se abbia perso più lavoro, più risorse, più produttività. Per questo la flebile ripresa dell’Eurozona, pur con tutte le sue contraddizioni, è adesso per noi una prova decisiva. …

«Più export per l’impresa È pronto il Piano Italia», di Massimo Franchi

«A settembre affronteremo i problemi del settore auto, con massima priorità alla Fiat». In un pausa del percorso della ferrata delle trincee sulle Dolomiti, immortalato anche su twitter, il ministro Flavio Zanonato, figlio di un operaio Fiat, annuncia le sue sfide di settembre: dagli investimenti del Lingotto al Piano Italia per internazionalizzare le nostre imprese, dal decreto per ridurre dell’8 per cento la bolletta energetica degli italiani alla soluzione dei tavoli di crisi. Ministro Zanonato, istituti di statistica e investitori internazionali parlano di un inizio di ripresa per l’Italia che parte pro- prio dall’industria. Come la vede dal suo punto di osservazione? «Come ci insegna il fondatore del vostro giornale Antonio Gramsci, bisogna operare con l’ottimismo della volontà e il pessimismo dell’intelligenza. Ci sono molti segnali che danno l’idea di una ripresa. Proprio per questo non dobbiamo adagiarci, ma lavorare alacremente per rafforzarla e riportare l’Italia a quei trend di crescita che sono consoni ad un grande Paese». E come si può agganciare la ripresa velocemente, fare politica industriale e fermare la disoccupazione? «La nostra …