Con un decreto legge il Governo ha deciso l’abolizione dell’Imu, che avverr à in tre passaggi: la cancellazione della rata di giugno (già sospesa) sulla prima casa, quindi lo stop alla rata di dicembre con la futura legge di stabilità e infine il passaggio alla service tax dal 2014. Letta: «Ora possiamo guardare al futuro del Governo con maggiore fiducia». L’Imu finisce in soffitta. Ma per cancellarla definitivamente occorrerà attendere il completamento di un’operazione in tre tappe. Che scatta subito per le abitazioni principali, per i terreni agricoli e le case rurali con l’immediato azzeramento della rata di giugno, fin qui congelata, per la quale sono già disponibili i 2,4 miliardi di risorse necessarie. E che prevede la cancellazione anche del versamento di dicembre, ma per il momento solo sulla carta seppure con un impegno politico su cui è d’accordo tutta la “strana maggioranza” che dovrà tradursi nell’individuazione di altri 2,4 miliardi con un prossimo decreto da collegare a met à ottobre alla legge di stabilità.
La terza fase prenderà poi il via il 1° gennaio 2014 con la definitiva eliminazione dell’Imu. E con il decollo della nuova service tax comunale, ancora in cerca di una denominazione precisa dopo che il nome iniziale (Taser) è durato lo spazio di una giornata a causa della coincidenza con quello di una pistola anti-molestatori. Una tassa unica che si muoverà su un doppio binario (gestione dei rifiuti urbani e copertura dei servizi indivisibili) con un meccanismo da definire sempre con la prossima legge di stabilità. E con una certezza: a manovrarla saranno esclusivamente i sindaci nel rispetto del principio federalista “vedo, pago, voto”.
L’abolizione della rata di dicembre è invece già nero su bianco per gli immobili invenduti e sfitti, che saranno totalmente esentati dal prelievo dal 2014. Per il mercato degli affitti, invece, scatterà la riduzione della cedolare secca sugli immobili concessi in locazione a canone concordato: la tassa piatta scenderà dal 19 al 15 per cento. Torna poi l’Irpef sulle case sfitte a disposizione (seconde, terze case e via dicendo) ma solo nella misura del 50% anche ai fini delle addizionali (v. Il Sole ore di ieri).
Questa misura garantirà le risorse necessarie per far scattare da subito la deducibilità Imu per le imprese e i professionisti, ma solo al 50% e limitatamente ai fini Ires e Irpef (quindi, Irap esclusa). In sostanza resta fuori dalla deducibilità l’Imu pagata sui beni immobili posseduti a titolo personale a cui è riservato lo stesso regime di indeducibilità previsto per tutti contribuenti. La disciplina Imu, infatti, non prevede espressamente alcuna norma di deduzione.
A sancire questa operazione in più fasi è l’intesa raggiunta tra il Governo (Palazzo Chigi e ministero dell’Economia in testa) e la maggioranza che è scaturita, dopo una lunga e convulsa trattativa fino all’ultimo secondo, nel decreto varato dal Consiglio dei ministri in cui sono stati inglobati altri tre capitoli: il piano casa per giovani coppie, lavoratori atipici e studenti, messo a punto dal ministro Maurizio Lupi (Pdl); il rifinanziamento della Cig per 4-500 milioni nel 2013 e il salvataggio di altri 6.500 esodati (per un costo di 150 milioni annui per il prossimo quinquennio) fortemente voluti dal Pd. Che è riuscito a spuntarla sulla service tax, mentre il Pdl ha imposto la cancellazione dell’Imu per quest’anno, terreni agricoli compresi.
Nel complesso il decreto vale circa 3 miliardi, che vengono coperti senza ricorrere a nuove tasse, rinunciando quindi anche all’ipotesi di aumentare le accise sui carburanti o sugli alcolici. E, assicurano il premier Enrico Letta e il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, mantenendo fermo l’obiettivo concordato con Bruxelles di non oltrepassare quota 2,9% nel rapporto deficit-Pil. La dote è stata assicurata facendo leva su tre dispositivi: un extragettito Iva per circa 1 miliardo derivante dallo sblocco anticipato di una nuova tranche di pagamenti ritardati delle imprese per 10 miliardi: la sanatoria contabile delle maxi-multe delle new slot per 6-700 milioni di euro; un mix di tagli alla spesa di tipo semi-lineare, raccordati all’avvio della prossima spending review, e l’utilizzo di “fondi dormienti” relativi a stanziamenti per vari interventi, in primis di tipo infrastrutturale, non ancora utilizzati.
La partita più complessa è stata quella del superamento dell’Imu. In attesa di definire come sarà cancellato il saldo di dicembre il Governo ha abolito il pagamento della rata di settembre (ex giugno) anche per i terreni agricoli. Questi ultimi a causa della coperta troppo corta delle coperture erano stati inizialmente esclusi. Dopo un intenso pressing del Pdl, cui si è aggiunto quello dei grillini, la cancellazione della prima rata dell’Imu riguarderà anche gli agricoltori. Dell’esenzione, in ogni caso, non benificeranno i proprietari di immobili di lusso (ville e castelli) adibiti ad abitazioni principali come peraltro previsto dal decreto di maggio che aveva sospeso la prima rata Imu.
Il Governo ha previsto inoltre interventi mirati per gli alloggi popolari e quelli di proprietà, ma come unico immobile, del personale delle Forze armate e delle forze dell’ordine ad ordinamento militare. In questi casi i contribuenti usufruiranno delle agevolazioni sulle abitazioni principali (200 euro di detrazione e 50 euro di sconto per ogni figlio residente).
Le novità per i comuni, comunque, non si esauriscono con l’Imu e la futura service tax. Come anticipato martedì dall’Esecutivo all’Anci, viene prorogato al 30 novembre il termine di approvazione dei bilanci annuali di previsione degli enti locali. Il che consentirà ai sindaci di rivedere entro la stessa scadenza i regolamenti 2013 sulla Tares.
Il Sole 24 Ore 29.08.13
******
“Dal 2014 service tax gestita dai Comuni (ma con «tetto»)”, di Marco Mobili
Una nuova tassa sui rifiuti e una service tax sui servizi indivisibili. A stabilirne le regole sarà la legge di stabilità che il Governo varerà entro il 15 ottobre prossimo. Con l’arrivo della nuova tassa (inizialmente chiamata Taser fin quando a via XX settembre non si è scoperto che è il nome di una pistola utilizzata dalle donne contro i molestatori) scatterà di fatto la cancellazione dell’Imu sull’abitazione principale e il superamento della Tares. Con una certezza, almeno secondo lo stesso premier Enrico Letta: il nuovo tributo sarà più equo per famiglie e imprese.
Ma le novità per i comuni non finiscono qui. I sindaci avranno più tempo per approvare i bilanci annuali di previsione 2013 e, per le deliberazioni di approvazione delle aliquote e delle detrazioni Imu, nonché per i regolamenti d’imposta, l’efficacia per il solo 2013 decorrerà dalla data di pubblicazione nel sito istituzionale di ciascun comune. Inoltre, con il nuovo termine di approvazione dei bilanci di previsione degli enti locali, che slitta dal 30 settembre al 30 novembre, in attesa della nuova tassa si apre la strada ai sindaci per una rimodulazione dei regolamenti della Tares.
Nel decreto legge approvato ieri, infatti, viene previsto che la tariffa 2013 sui rifiuti potrà essere commisurata alla quantità e qualità media ordinarie dei rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia delle attività svolte, nonché al costo del servizio sui rifiuti. I comuni, sempre e solo per il 2013, potranno introdurre riduzioni ed esenzioni ulteriori rispetto a quelle già previste dall’attuale disciplina della Tares. Semplificati anche gli adempimenti Tares 2013: viene previsto l’invio del modello di pagamento precompilato dell’ultima rata del tributo sulla base delle norme regolamentari e tariffarie che i comuni potranno ora rimodulare.
La service tax che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2014, avrà dunque due componenti: «la gestione dei rifiuti urbani (Tari) e la copertura dei servizi indivisibili (Tasi)». Per la prima, come ha spiegato il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, «le aliquote saranno commisurate alla superficie e nel rispetto del principio comunitario che “chi inquina paga” e comunque in misura tale da garantire la copertura integrale del servizio». La prima componente (Tari) sarà dovuta da chi occupa, a qualunque titolo, locali o aree suscettibili di produrre rifiuti urbani.
Per i servizi indivisibili, «il comune – ha aggiunto Saccomanni – potrà scegliere o il criterio della superficie o quello della rendita catastale». La componente Tasi sarà a carico sia del proprietario (in quanto i beni e servizi pubblici locali concorrono a determinare il valore commerciale dell’immobile) che dell’occupante (in quanto fruisce dei beni e servizi locali).
Il comune, inoltre, avrà adeguati margini di manovra, nell’ambito di limiti fissati verso l’alto. Viene cioè preservata la capacità fiscale dei comuni, nel pieno rispetto dell’autonomia finanziaria sancita dalla costituzione. «L’autonomia nella fissazione delle aliquote –
ha detto ancora il ministro dell’Economia – sarà limitata verso l’alto per evitare di accrescere la capacità fiscale e quindi il carico sui contribuenti, applicando aliquote massime complessive».
Una novità, ha aggiunto il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, che semplifica e rende più equa la gestione dei tributi locali e soprattutto concede più poteri ai Comuni «verso un vero federalismo fiscale».
Dal canto loro i sindaci sembrano accogliere con favore le scelte del Governo sul superamento dell’Imu e sull’arrivo della nuova tassa. «Siamo lieti che il presidente del Consiglio abbia autorevolmente confermato che il Governo garantisce ai Comuni la copertura del gettito Imu 2013 prima casa», ha affermato in una nota il presidente dell’Anci Piero Fassino. «Così come apprezziamo, ha aggiunto ancora il presidente dei sindaci, che la service tax sia introdotta a partire dal 2014, potendo così disporre del tempo necessario al miglior decollo di questo nuovo tributo. Si tratta di questioni che l’Associazione nazionale dei comuni aveva ripetutamente sollecitato e che il Governo oggi ha accolto».
Con il decreto legge, infine, viene disposto un ulteriore anticipo di liquidità ai comuni: entro il 5 settembre 2013 il ministero dell’interno erogherà 2,5 miliardi agli enti locali come anticipo su quanto spettante per l’anno in corso a titolo di Fondo di solidarietà comunale. Inoltre la sperimentazione dei nuovi sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle regioni e degli locali si allunga a tre esercizi finanziari e nel complesso vengono riviste le norme del decreto 118 del 2011.
Il SOle 24 ore 29.08.13