“Un altro sparo nel buio”, di Rocco Cangelosi
I venti di guerra sono tornati a soffiare violentemente verso la Siria. Il discorso del segretario di Stato americano John Kerry, pronunciato ieri, aveva tutta l’aria di un ultimatum e sembrava preannunciare una decisione già presa. Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia nel giro di 48 procederanno probabilmente ad attaccare la Siria. Ma se l’intervento militare è ormai scontato, non si riescono a comprendere le finalità e le modalità dell’attacco. Secondo le ultime informazioni si procederebbe con bombardamenti dall’aria e dal mare, utilizzando droni e missili, nell’intento di creare una no fly zone come avvenne con l’Iraq di Saddam Hussein. Ma è proprio il precedente dell’Iraq che desta le maggiori perplessità sia per quanto riguarda la solidità delle prove esibite o ancora da esibire sull’uso da parte dell’esercito siriano di armi chimiche, sia per quanto riguarda gli obiettivi che si intenderebbero perseguire nei confronti del regime di Damasco, facendo ricorso alla forza. Ancora una volta la politica medio orientale americana, apparsa inconsistente e contraddittoria di fronte ai recenti avvenimenti in Egitto, sembra destinata a finire …