“Lavoratori e voto: c’era una volta l’identità di classe”, di Carlo Buttaroni
C’era una volta il lavoro, paradigma di una società che faceva perno in- torno alla fabbrica e all’ufficio. Ritmi scanditi, spazi organizzati, sincronie che comprendevano l’attività lavorativa vera e propria, ma anche l’educazione dei giovani, la sfera personale, il tempo libero, le relazioni sociali, lo spazio dedicato alla famiglia. La scuola accompagnava il giova- ne all’età lavorativa, la sanità pubblica si occupava di ridurre i rischi individuali derivanti dalle malattie, le pensioni di anzianità garantivano la sicurezza economica all’uscita dal mondo del lavoro. Un modello di organizzazione sociale riflesso di una pienezza che copriva l’intero ciclo di vita, il cui tracciato essenziale era stato incastonato nel primo articolo della Costituzione: una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Nell’epoca del lavoro multiforme, instabile, discontinuo, la politica ha perso gran parte dei rispecchiamenti che avevano origine da quell’organizzazione sociale. Il lavoro non è più il «pentagramma» della politica su cui erano scritti i «fini generali», i partiti non affondano più le radici nelle fabbriche, i discorsi pubblici dei leader non ambiscono più a scandire il ritmo dei processi …