“Partiti in crisi ma la domanda di politica è forte”, di Carlo Buttaroni
La conferma della condanna di Silvio Berlusconi è il detonatore che riaccende la crisi politica. Una crisi che si trascina da oltre vent’anni e che si riflette nella sofferta geografia del consenso degli ultimi anni e nel progressivo calo della partecipazione, che ha assunto, a tratti, i caratteri di un vero e proprio abbandono, perlomeno nelle sue forme tradizionali. La crisi della politica non è un fenomeno nuovo, quindi, e non riguarda solo l’Italia ma gran parte delle democrazie avanzate. Eppure nel nostro Paese, ha assunto forme inedite e pericolose negli effetti che ha prodotto. Se dovessimo sinteticamente connotare la politica a partire dalla percezione che offre di sé, troveremmo come frammentarietà e incertezza siano parte integrante di essa, al punto da essere diventate, ormai, qualcosa di costitutivo e insuperabile. Elementi imprescindibili di un quadro che sembra progressivamente deteriorarsi. Altra caratteristica della crisi politica è una generalizzata caduta delle tensioni progettuali e ideali, il venir meno dei fondamenti di un pensiero forte, l’abbandono di qualsiasi idea universalistica, cui si oppone un buonismo tollerante, che altro …