La conferma della condanna a 4 anni di Silvio Berlusconi da parte della corte di Cassazione per il processo Mediaset non ci meraviglia. Non abbiamo mai pensato che ci fosse in atto una persecuzione su un imputato, ma che i magistrati facevano soltanto il loro lavoro, basando le loro indagini e poi i loro giudizi su fatti e prove.
I problemi giudiziari di Berlusconi erano noti anche quando abbiamo dato vita al governo Letta, nato sotto la spinta del presidente Napolitano per affrontare la più drammatica crisi economica dal secondo dopoguerra, in una situazione in cui i risultati delle elezioni avevano provocato una situazione di stallo.
Oggi quelle motivazioni non sono venute meno ed è iniziato il cammino delle riforme istituzionali che ci porterà a rendere le nostre istituzioni più efficienti, cancellando il bicameralismo, riducendo i deputati, rivedendo il rapporto tra autonomie e stato centrale. La decisione di affrontare alla ripresa – in ogni caso – la riforma della legge elettorale rafforza e completa l’impegno imprescindibile a restituire la parola agli elettori con un sistema politico e istituzionale più moderno, meno costoso, più capace di prendere decisioni.
E, come abbiamo sempre detto, per noi i problemi dell’Italia sono più importanti delle vicende di uno solo. Starà al Pdl decidere se questo anche per loro può cominciare ad essere vero, e se vogliono continuare con il percorso di un governo che sta facendo il possibile e sta ottenendo anche i primi risultati nella lotta contro la recessione e la crisi. Se invece sceglieranno la strada dello scontro frontale con i magistrati e di provocare la fine del governo si assumeranno tutta intera una grave responsabilità.
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