Mese: Luglio 2013

“I ragazzi perduti della laurea senza futuro”, di Maurizio Ricci

È la recessione, si dice. Laura ha 24 anni e, in tasca, una bella laurea in chimica. Per lei, il mondo dovrebbe cominciare ora. Invece, lavora a Madrid in uno Starbucks a servire caffè. Be’, forse lavorare è un termine eccessivo: dieci ore a settimana e paga conseguente. All’altro capo della Spagna, a Barcellona, Aida, 27 anni, si è laureata sei anni fa come bibliotecaria, ma non ha mai visto una biblioteca. È riuscita a lavorare solo come cameriera in un ristorante. Fino a un anno fa, quando l’hanno licenziata. Da allora, più nulla: è ferma a casa. Storie spagnole, che noi italiani riconosciamo subito. Abbiamo anche noi, più o meno tutti, un parente, magari un figlio, o un amico o la figlia di un amico con un bel diploma o una brillante laurea in tasca, che è riuscito a trovare un lavoro precario per qualche mese, poi ha perso anche quello e adesso è a spasso. È la crisi, allora, che morde i Paesi deboli dell’Europa mediterranea, l’Italia come la Spagna? Anche, ma non …

“Io offesa? Colpiscono me perché sono una donna”, di Franco Giubilei

Anche davanti agli insulti più sgradevoli, Cécile Kyenge non abbandona neanche per un momento il profilo istituzionale e i toni pacati di chi ragiona a un altro livello: «Non mi rivolgo a Calderoli, ma al vicepresidente del Senato: è arrivato il momento di riflettere sul ruolo di chi riveste una carica politica e istituzionale». L`applauso scoppia immediato nella saletta degli incontri della festa del Pd a Cesena, dove un centinaio di persone la stanno ad ascoltare nonostante il caldo soffocante. «Che cosa vogliamo trasmettere e comunicare? Per anni si è usato un linguaggio di odio e violenza, ma sia in Italia, sia per i riflessi che certe cose assumono all`estero, c`è bisogno di un altro linguaggio». Fosse per lei si parlerebbe di ius soli e di «interazione», concetto che accosta a quello di integrazione, ma questa è una giornata particolare, con l`attenzione di tutti concentrata sull`immagine dell`orango evocata da Roberto Calderoli, dunque l`accoglienza che le riservano alla Festa del Pd è carica di un affetto speciale: fin da quando arriva al parco giochi Frutipapalina, quartiere …

“Viminale e Ps, tutti sapevano”, di Carlo Bonini

Con la certezza dell’indicativo e la promessa di un severo redde rationem, il ministro Alfano ripete come un mantra di essere stato tenuto all’oscuro dell’operazione Ablyazov. Ebbene, è un fatto che in quell’operazione, su sollecitazione del capo di gabinetto del ministro, venne coinvolto l’intero Dipartimento della Pubblica sicurezza. Vale a dire il vertice della Polizia di questo Paese. La novità, infatti, è che ai nomi del prefetto Alessandro Valeri, segretario del Dipartimento, e del prefetto Francesco Cirillo, capo della Criminalpol (di cui Repubblica ha già dato conto ieri), si aggiunge ora anche quello del prefetto Alessandro Marangoni, che in quell’ultima settimana del maggio scorso aveva l’incarico di Capo della Polizia pro-tempore. L’intera catena di comando sapeva, dunque. E lavorò perché la “pratica” venisse celermente evasa. Come era stato chiesto, appunto, dal gabinetto del ministro su sollecitazione dell’ambasciatore kazako in Italia. IL CAPO INFORMATO Ad informare Marangoni, il 28 maggio, è proprio Valeri, un prefetto prossimo alla pensione, cresciuto nei ranghi della Polizia e molto legato a Gianni De Gennaro. Il colloquio nell’ufficio di Procaccini alla …

“Modernizzazione non sempre fa rima con educazione”, di Benedetto Vertecchi

Quella a cui stiamo assistendo nella scuola è una sorta di modernizzazione forzosa. Di fronte alla constatazione della gravità della crisi si tenta di correre ai ripari, intervenendo su aspetti nei quali si manifesta un disagio più acuto. E lo si fa cercando di riversare sul funzionamento ordinario del sistema elementi di razionalità desunti in parte da procedure ricognitive messe a punto da organizzazioni internazionali, in parte tentando di riversare sulla gestione delle scuole e sulle pratiche di insegnamento la sapienza reificata nelle risorse che lo sviluppo della tecnologia ha reso disponibili. Se le procedure ricognitive danno l’impressione di offrire gli elementi necessari a interpretare lo stato del sistema educativo, le nuove risorse dovrebbero consentire sia di migliorare la gestione delle scuole, sia di introdurre pratiche d’insegnamento più adeguate. Il fatto è che la modernizzazione alla quale stiamo assistendo risponde a logiche interpretative che con l’educazione hanno poco o nulla da spartire. Di per sé, infatti, i dati ottenuti tramite procedure ricognitive possono far emergere aspetti critici dell’attività delle scuole, ma non indicano in che …

“Fuori i razzisti dalle istituzioni”, di Gad Lerner

Bisogna vincere la tentazione di rispondere per le rime a Roberto Calderoli. Lui non chiederebbe di meglio che un confronto sui tratti somatici e i quozienti intellettuali. Ma stavolta non potrà cavarsela rifugiandosi nella buffoneria un personaggio come lui, che la politica italiana ha tollerato rimanesse ai suoi vertici per quasi un ventennio. L’aggressione verbale alla ministra Cécile Kyenge, mascherata come al solito da battuta di spirito, è stata un atto premeditato di violenza razzista. Calderoli sapeva bene quel che stava facendo. Con il suo ignobile giro di parole al comizio di Treviglio cercava la provocazione, in un momento di massima difficoltà della Lega Nord afflitta da una vera e propria emorragia di militanti; e sua personale, visto che dall’interno lo accusavano di eccessi di moderatismo. Provocazione studiata, dunque, con il primo stadio di quell’odioso riferimento allo stereotipo coloniale più classico, l’uomo-scimmia, riferito agli africani. Ma l’intento razzista, se ancora ce ne fosse bisogno, è stato confermato da Calderoli nelle dichiarazioni successive, rilasciate ieri a Radio Capital, quelle in cui fingeva stupore per le reazioni …

“I giovani italiani nell’Europa a due velocità”, di Carlo Buttaroni

Nell’Europa dei 27, l’Italia è terza per quanto riguarda la quota dei Neet, i giovani che non lavorano, non studiano e non sono impegnati in percorsi formativi. Un primato negativo che ci vede preceduti solo da Bulgaria e Grecia. Un Paese, il nostro, a fondo scala anche per quanto riguarda la classifica sull’istruzione universitaria, nel gruppo di testa per l’abbandono scolastico e qui« ultimi in merito alle competenze matematiche dei nostri studenti. Insomma, in un’Europa a due velocità, l’Italia partecipa nel gruppo degli inseguitori, con poche risorse da mettere in pista. Proprio per recuperare questo gap la Strategia di Lisbona aveva posto, tra i cinque obiettivi da raggiungere entro il 2010, la riduzione al 10 per cento della quota di giovani che lasciano la scuola senza un adeguato titolo di studio. La Strategia Europa 2020 ha, invece, posto il tetto di almeno il 40 per cento di giovani che ottiene un titolo di studio universitario o equivalente, da raggiungere entro il prossimo decennio. L’Italia ha fallito il primo obiettivo ed è assai lontana dal secondo. …

“Donne che fanno la differenza”, di Roberta Agostini

“Abbiamo voluto riunire la Conferenza delle Democratiche per avviare una discussione seria e aperta, dopo quanto accaduto in questi mesi, dalle elezioni alla nascita del nuovo governo, per capire meglio quale possa essere il nostro contributo nella fase nuova e difficile che stiamo attraversando. Due anni fa e mezzo fa, nel febbraio del 2011, decidemmo di dare vita alla Conferenza delle Donne Democratiche, convinte che la comune appartenenza al genere femminile fosse politicamente rilevante e che l’assunzione piena di un nostro punto di vista sulla politica, l’economia, la società fosse indispensabile per guardare in modo nuovo al Paese e per cambiarlo. Il nostro obiettivo era rendere più aperta ed inclusiva la politica attraverso un ricambio delle classi dirigenti, dentro e fuori le istituzioni, ancora troppo spesso in mano esclusivamente maschili e contribuire alla costruzione di un partito in grado di scegliere, rappresentare e promuovere interessi ed aspirazioni. Siamo state parte di un movimento ampio e plurale delle donne ed abbiamo dialogato con tante realtà femminili ed associazioni, che in alcuni momenti preziosi sono state capaci …