Congresso Pd, duello sulle regole Voto dopo la sentenza Mediaset”, di Simone Collini
I sorrisi, le pacche sulle spalle, all’inizio. I volti tesi, gli sguardi rivelatori di sospetti reciproci, alla fine. Doveva essere un appuntamento per discutere del rapporto tra partito e governo e invece la Direzione Pd si è trasformata in uno scontro sulle regole congressuali talmente acceso che alla fine, con la scusa delle troppe richieste di intervento ancora in lista, si è deciso di chiudere senza un voto e di rinviare ogni decisione a una nuova riunione, convocata per la prossima settimana. Certo, c’è anche il fatto non secondario, come dice Guglielmo Epifani facendo riferimento al processo Mediaset, che «la sentenza del 30 luglio, qualunque sarà il verdetto, provocherà conseguenze» e quindi un nuovo appuntamento sarà «a valle» del pronunciamento della Cassazione. Ma è soprattutto la lacerazione che si è prodotta sulla platea degli elettori del prossimo segretario (primarie aperte o solo iscritti) a consigliare il rinvio di un voto. E se ad andare in scena è lo scontro tra l’ala governista del Pd (l’asse Epifani-Bersani-Franceschini) contro renziani e cosiddetti giovani turchi (Renzi e Cuperlo, …