«Un comportamento irresponsabile del movimento 5 Stelle, un ostruzionismo degno della peggiore partitocrazia». Roberto Speranza, capogruppo Pd alla Camera, è furioso con i grillini che «hanno costretto il governo a mettere la fiducia sul decreto del fare e che rischiano di bloccare il Parlamento e di far slittare provvedimenti importanti come l’omofobia e lo stop ai fondi per i partiti».
È stata una giornata parlamentare caotica. Cerchiamo di riannodare alcuni fili…
«Il decreto del fare contiene provvedimenti importanti, come il Fondo di garanzia per credito e imprese, il wi-fi libero, mediazione e semplificazione per le opere pubbliche. Abbiamo aperto alle proposte delle opposizioni fin dai lavori in commissione e saremmo stati disposti a farlo anche in Aula. Ma ci siamo trovati di fronte a 800 emendamenti, 500 dei quali solo del M5S. Era necessario ridurre quel numero ma abbiamo trovato un muro. Sembra quasi che i grillini volessero il voto di fiducia».
Loro sostengono che avevano ridotto a 8 i loro emendamenti.
«La questione l’hanno messa così: se la maggioranza avesse approvato tutti i loro 8 emendamenti principali loro avrebbero ritirato gli altri. Altrimenti li avrebbero mantenuti tutti. Si tratta di una logica da mercato delle
vacche, irricevibile. Poi abbiamo proposto di votare la fiducia prima di 24 ore, e comunque di lasciar lavorare alcune commissioni anche durante lo stop, per far partire le votazioni sul finanziamento i partiti. Ma anche qui i 5 Stelle hanno fatto muro. E basta un solo gruppo contrario per impedire i lavori delle commissioni. Un ostruzionismo fine a se stesso che serve solo a bloccare l’azione di Parlamento e governo».
Anche le norme sull’omofobia rischiano di non essere votate il 26 luglio? «Bisogna completare l’iter del decreto del fare, poi votare il decreto sugli ecobonus. Queste 24 ore di stop rischiano di complicare tutto. E sugli ordini del giorno del decreto del fare è attesa per oggi un’altra ondata di ostruzionismo dei 5 stelle in Aula. Per questo omofobia e fondi ai partiti rischiano di slittare».
E tuttavia i 5 Stelle sono un movimento anti-sistema. Non è fisiologico che si muovano in questo modo barricadero?
«Dalle opposizioni mi aspetto contributi per migliorare i provvedimenti. Costringere il governo a mettere la fiducia è la strada peggiore, perché impoverisce la discussione. Io vorrei una opposizione critica che aiuti a fare meglio, invece qui si urla molto ma non si produce nessun passo avanti. E pensare che in commissione avevamo approvato 14 emendamenti dei grilli- ni. Alcune settimane fa sul decreto emergenze si sono comportati nello stesso modo: hanno evitato la trattativa e si sono rifugiati nell’ostruzionismo. È una strategia di pura rottura.
Con quale obiettivo, alla fine?
«È una scelta che nasce a mio parere anche da una immaturità, da una incapacità di immaginare il ruolo dell’opposizione in senso costruttivo. Faccio un esempio: che senso ha avuto impedire alle commissioni di riunirsi? Cosa porta di positivo ai cittadini?». Sull’omofobia, al di là dei ritardi, parte del Pdl vuole mettersi di traverso… «Nel Pdl c’è stato un dibattito complicato su questo tema, ma io sono convinto che alla fine prevarrà la parte più ragionevole che capisce che si tratta di un passo avanti per l’Italia sul tema dei diritti e della civiltà. Del resto il voto in Commissione è stato positivo da parte del Pdl».
E tuttavia Brunetta continua a dire che quel tema non è una priorità…
«Quello sull’omofobia è un provvedimento così semplice da rendere debole e indifendibile qualsiasi posizione di contrarietà strumentale. Per questo sono convinto che porteremo a casa il risultato».
Il ddl sui fondi ai partiti ormai quasi certamente slitterà.
«C’è stata una lunga discussione, e noi non chiederemo alcun rinvio. Anzi, faremo il possibile per votare nei tempi previsti. Se non ci sarà un sì della Camera prima della pausa estiva non sarà certo per responsabilità del Pd».
E tuttavia sui finanziamenti alla politica non mancano i problemi tra Pd e Pdl e anche dentro i due partiti. Non può essere solo colpa dei 5 stelle se il ddl non sarà approvato…
«Dentro il Pd c’è stato un lavoro importante, moltissime riunioni che hanno prodotto un avanzamento. Per questo penso che il nostro gruppo sarà unito su una posizione nel solco della proposta del governo, che vuole superare il vecchio finanziamento e nel contempo non lasciare la politica solo ai ricchi. Le distanze che c’erano anche tra noi sono state in larga parte colmate»
Dunque che tipo di sostegno avranno i partiti dallo Stato?
«Si passerà da un finanziamento diretto a uno indiretto, fatto in gran parte da contributi volontari dei cittadini». Eppure si stanno ancora levando voci autorevoli del Pd per chiedere che i partiti vengano ancora finanziati.
«Mi pare complicato immaginare che rimangano forme di sostegno diretto».
Non si rischia di passare dall’estremo dei soldi a pioggia all’altro, a partiti ostaggio delle lobbies? L’Italia diventerebbe l’unico grande paese europeo senza una qualche forma di sostegno alla politica….
«La gestione che è stata fatta in questi anni ha scatenato un senso di condanna nell’opinione pubblica. Non tutti i partiti si sono comportati allo stesso modo, il Pd da tempo fa certificare i propri bilanci da una società esterna. E tuttavia ci sono stati troppi scandali, e per questo il finanziamento come l’abbiamo conosciuto non è più sostenibile».
l’Unità 24.07.13