Dieci giorni fa Grillo è andato al Quirinale, in giacca e cravatta, ma poi al Senato si è voluto cambiare, indossando una bella camiciona a scacchi con cui ha tenuto una conferenza stampa. In quel frangente si è notato che nei corridoi l’ex presidente del gruppo 5Stelle, Vito Crimi, recava un prezioso involucro a mano, contenente i panni del Fondatore.
Ieri, genetliaco di Grillo (65 anni), il medesimo, servizievole senatore Crimi ha inteso rendere pubblici i suoi auguri con il seguente tweet: “65 anni fa nacque una persona speciale… che 8 anni fa ha cambiato le nostre vite, che ha dato il LA a una rivoluzione culturale ineluttabile e inarrestabile… Benché la sua età anagrafica cresca, la sua età biologica recupera di anno in anno stando in mezzo alla gente che gli vuol bene. Grazie di cuore Beppe… grazie”.
Ma non è Crimi il soggetto principale di questo testo, che pure per il suo accesso messianismo e per certe problematiche alla Scapagnini su età anagrafica e biologica, rappresenta comunque un rimarchevole documento. Tanto meno è il destinatario Grillo, che pure poteva portarsi i panni da solo, e che oggi vede un evento eminentemente privato proiettarsi in una dimensione pubblica, come accadeva dagli imperatori romani (Giorgio Agamben, Il regno e la gloria, Neri Pozza, 2007) fino ai dittatori nordcoreani.
No. Il punto curioso e anche abbastanza drammatico della faccenda, è che a forza di fare la guerra il M5S sembra condannarsi a diventare non solo subalterno, ma molto simile, al nemico. E quindi proprio a quel potere partitocratico che Grillo e i suoi hanno qualche ragione di combattere. E’ già accaduto nelle ultime settimane con l’ideaccia di sbattere fuori dalle Camere i giornalisti (come voleva D’Alema, tanto per indicarne uno) e poi con la storiella dei fucili che sono pronti a sparare (come già sosteneva Bossi vent’anni orsono).
Ecco, anche stavolta l’invocazione, la lode e il ringraziamento augurali al leader rientra appieno nei codici della Seconda Repubblica. Nella Prima, in effetti — allorché i portaborse non fungevano da portapanni — erano celebrati al massimo i 70 o 80 anni di qualche capo, perloppiù comunista, con soporifere articolesse; per il resto i leader si guardavano bene dal sollecitare festeggiamenti.
E’ negli anni 90, infausto decennio di leaderismo megalomane e inconcludente, che cominciano a diffondersi telegrammi, torte, candeline, gazebi, striscioni, ricevimenti, targhe e altre encomiastiche scempiaggini tra le quali non poteva mancare il tweet, per giunta fitto di allusivi puntini.
In bilico tra regressione infantile, privatizzazione del potere e culto della personalità, è dalla Lega che si trasmette il rito del “Nacque al mondo un Sole” e del “tanti auguri, caro Leader” — né il vedere oggi il povero Bossi solo e abbandonato lascia qualche speranza sul valore propiziatorio di tali cerimonie. Sta di fatto che La Padania riservava intere pagine dei lettori agli auguri. Un anno venne organizzata una specie di crociera lacustre (in quell’occasione Bossi infilò un fazzoletto verde nel taschino del prefetto di Novara).
Ma va detto che anche i leader della sinistra si mostrarono tutt’altro che riservati. A parte una torta prodiana, malauguratamente sormontata dalla scritta “Al Pantani della politica”, e ai festeggiamenti per i 60 anni di D’Alema, che durarono diversi giorni con rimpatriate e
filmati, vale qui rammentare con il dovuto sgomento la “sorpresa” che Rosy Bindi fece trovare a Bersani in un convegno: una sosia di Marilyn Monroe che in suo onore intonò “Happy birthday” eccetera.
Infine Berlusconi (che compie gli anni lo stesso 26 settembre), e a lui, nel 2009, l’Happy birthday lo cantò Barbara D’Urso in tv. Prima c’era stato un pensierino a “Uno Mattina” e nel pomeriggio la festa del Cavaliere era stato fatto coincidere con la consegna delle prime case ai terremotati dell’Aquila. Le telecamere inquadrarono dei cartelli: “Oggi è nato un grande uomo, grazie Silvio”. Vito Crimi era già un attivista 5Stelle. E Casaleggio, per il suo video “Gaia”, si preparava a far coincidere l’avvio, tramite Internet, del nuovo ordine mondiale proprio nel giorno (14 agosto 2054) del suo centesimo compleanno. Stai a vedere che diventerà festa nazionale.
La Repubblica 22.07.13