Nel «caso Calderoli» interviene la magistratura. Al vicepresidente leghista del Senato è costato l’apertura di un procedimento penale l’aver paragonato a un orango il ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge sabato scorso dal palco di una festa del Carroccio a Treviglio, nella Bassa bergamasca. Calderoli è infatti indagato dalla Procura di Bergamo per diffamazione aggravata dall’odio razziale in seguito a un esposto del Codacons. Il procuratore di Bergamo, Francesco Dettori, ha raccolto tutti gli articoli di stampa sul comizio e ha acquisito l’audio del discorso, aprendo quindi il fascicolo, affidato ai due sostituti che dovranno valutare se le parole pronunciate dal parlamentare leghista («quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare, anche se non dico che lo sia, alle sembianze di un orango») siano da considerare diffamatorie.
L’ex ministro leghista, dopo la bufera politica e mediatica da lui scatenata, si è scusato pubblicamente e privatamente con Kyenge, alla quale ha anche inviato un mazzo di fiori. Episodio confermato dal ministro per l’Integrazione: «Mi ha porto le scuse e le ho accettate – ha detto Kyenge – facendo capire che si può scherzare, ma bisogna andare oltre le offese e mantenere comunque il rispetto dell’altro anche nella comunicazione». E mentre le polemiche e le richieste di dimissioni di partiti e associazioni non si placano, il leader della Lega Roberto Maroni replica con un secco «Non diciamo stupidaggini» al presidente del Consiglio, Enrico Letta, che lo aveva definito “correo” con Calderoli per gli insulti al ministro. «Per me la questione è chiusa – ha tagliato corto Maroni – Calderoli si è scusato e Letta farebbe meglio a occuparsi di altre cose».
Intanto ieri è stata condannata ad un anno e un mese di reclusione (pena sospesa) e all’interdizione per tre anni dai pubblici uffici Dolores Valandro, l’ex consigliere di quartiere leghista di Padova (espulsa dal Carroccio) che in un post su Facebook, riferendosi al ministro Kyenge, aveva scritto «mai nessuno che se la stupri…». Valandro, imputata di istigazione a commettere atti di violenza sessuale per motivi razziali, è apparsa in lacrime in tribunale, scusandosi.
Da segnalare infine un nuovo caso di offese. Un consigliere circoscrizionale trentino Paolo Serafini ha pubblicato un post “Torni nella giungla” sulla sua pagina Facebook rivolgendosi a Kyenge. Una frase corredata da foto di scimmie. Indignazione e reazione immediata: l’espulsione del consigliere da Progetto Trentino, movimento a cui Serafini aveva aderito dopo l’uscita dalla Lega.
Il Sole 24 Ore 18.07.13