“Abbiamo voluto riunire la Conferenza delle Democratiche per avviare una discussione seria e aperta, dopo quanto accaduto in questi mesi, dalle elezioni alla nascita del nuovo governo, per capire meglio quale possa essere il nostro contributo nella fase nuova e difficile che stiamo attraversando.
Due anni fa e mezzo fa, nel febbraio del 2011, decidemmo di dare vita alla Conferenza delle Donne Democratiche, convinte che la comune appartenenza al genere femminile fosse politicamente rilevante e che l’assunzione piena di un nostro punto di vista sulla politica, l’economia, la società fosse indispensabile per guardare in modo nuovo al Paese e per cambiarlo.
Il nostro obiettivo era rendere più aperta ed inclusiva la politica attraverso un ricambio delle classi dirigenti, dentro e fuori le istituzioni, ancora troppo spesso in mano esclusivamente maschili e contribuire alla costruzione di un partito in grado di scegliere, rappresentare e promuovere interessi ed aspirazioni.
Siamo state parte di un movimento ampio e plurale delle donne ed abbiamo dialogato con tante realtà femminili ed associazioni, che in alcuni momenti preziosi sono state capaci di interpretare e dare voce alla realtà delle donne italiane.
Abbiamo denunciato l’intreccio perverso tra l’arretratezza di una cultura che nega diritti e libertà di scelta alle donne ed il blocco del Paese.
Abbiamo promosso iniziative e battaglie contro la violenza sulle donne e contro il femminicidio, come un tragico fenomeno che nasce dalla disparità nelle relazioni tra uomini e donne e che chiede una nuova civiltà dei rapporti umani. Lo abbiamo fatto in connessione ideale con tutte quelle donne che nel mondo si battono per i loro diritti, in India, in Messico, in Turchia, in Egitto, in Pakistan, in Europa.
La Convenzione di Istanbul, la cui approvazione abbiamo voluto con determinazione, è il simbolo di questa battaglia e di una comune strategia.
Da ultimo, siamo impegnate nella discussione sulle regole nella Commissione per il Congresso. Ci guida l’obiettivo di ricostruire un legame positivo tra cittadini e partiti, tra iscritti e gruppi dirigenti, tra istituzioni ed elettori.
Vogliamo ridare centralità ai territori, al valore della partecipazione, correggendo le derive correntizie, riaffermando il senso della scelta originaria del PD, dal quale indietro non torniamo, di unire le migliori culture politiche del Paese per farne una nuova.
Ma più di ogni altra cosa questo nostro partito, cosi come questo nostro Paese, ha bisogno di una rigenerazione di passioni, di un nuovo sentimento di comunità e di appartenenza, a cui tanto tantissimo, può contribuire la funzione civilizzatrice della presenza delle donne. Per questo continueremo ad impegnarci e le nostre parole sono state e saranno: democrazia paritaria, dignità, libertà, eguaglianza”.
Così Roberta Agostini, Portavoce nazionale delle democratiche, ha introdotto il suo intervento alla Conferenza nazionale delle Donne del PD, dal titolo: “Donne che fanno la differenza”.
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La sicurezza delle donne è il metro della democrazia di un Paese
Intervento del segretario del PD Guglielmo Epifani alla Conferenza nazionale delle Democratiche