Mese: Giugno 2013

Quel Maggio «da chiudere», di Luca Del Fra

“Credo che l’intenzione sia chiudere il maggio musicale. Prima dell’estate probabilmente”. Parla pacatamente, la rappresentante del teatro fiorentino e le parole volano come pietre attraverso la grande sala Santa Cecilia dell’Auditorium di Roma, dove ieri si è svolta la manifestazione delle Fondazioni Lirico Sinfoniche, i nostri grandi teatri lirici, organizzata dai sindacati Cgil, Cisl, Uil, e Fials. Non è stata una manifestazione facile, anche con qualche contestazione: il termometro insomma della emergenza che attraversano i nostri grandi teatri lirici oramai da tempo in sofferenza. Si soppesano, talvolta con rabbia, gli errori e si prova a dare qualche risposta, per evitare che una gloriosa tradizione lirica come la nostra si spenga, così. Tant’è che a una iniziativa sindacale hanno voluto partecipare e intervenire svariati sovrintendenti, che sarebbero in realtà la controparte – Bruno Cagli Santa Cecilia di Roma, Rosanna Purchia San Carlo di Napoli, Cristiano Chiarot della Fenice di Venezia -, e una sparuta rappresentanza di politici, nonché l’Agis. L’emergenza sotto gli occhi di tutti è acuta in tre teatri, oltre Firenze, il Carlo Felice di …

"Rossi Doria: 3 scuole su 4 fuori norma, ci vorrebbe un new deal da miliardi di euro", di Alessandro Giuliani

Importanti ammissioni dal Miur, tramite il sottosegretario all’Istruzione: ultimamente solo interventi tampone sulle cose più macroscopiche, come le vie di fuga o gli impianti elettrici, ma abbiamo 44 mila edifici e servirebbe un investimento delle banche europee e internazionali con la Cassa Depositi e Prestiti. Oltre che snellire le procedure. La situazione dell’edilizia scolastica italiana è davvero difficile. A sostenerlo, da diversi anni, sono associazioni, operatori, sindacati, studenti. E ora anche il ministero dell’Istruzione. Che attraverso il sottosegretario Marco Rossi Doria, nel corso di un intervento a Radio Anch’Io, in una puntata dedicata ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ha “snocciolato” numeri e concetti importanti. Il primo riguarda la pericolosità degli istituti. Ebbene, Rossi Doria ha detto chiaro e tondo che non riguarda una minima parte di esseri. Ma che oggi addirittura “tre edifici scolastici su quattro sono parzialmente fuori norma”. Per poi ricordare chedi recente “sono stati fatti soltanto degli interventi tampone sulle cose più macroscopiche, come le vie di fuga o gli impianti elettrici”, ma “abbiamo 44 mila edifici, abbiamo finalmente un’anagrafe dettagliata di …

"Un percorso per l'Europa", di Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini

Il tasso di disoccupazione in Francia è balzato al 10,8% nel primo trimestre del 2013 raggiungendo il livello più alto dal 1998, mentre i giornali hanno riportato, alcuni con grande rilievo, altri con scettica sufficienza, le dichiarazioni del presidente Hollande sulla necessità di riprendere decisamente il cammino verso l’unità politica europea. Non è possibile ignorare queste dichiarazioni per l’autorità della persona da cui provengono e perché sono pronunciate in nome di un paese che si è distinto finora nel difendere con accanimento competenze e prerogative nazionali. Tuttavia non è la prima volta che il tema dell’unità politica viene appassionatamente evocato in Francia (vedi Mitterrand) senza che ne seguano misure corrispondenti. Anche nel discorso di Hollande il richiamo all’unità europea non si accompagna ad alcuna misura specifica rivolta a rafforzarla: la retorica europeista non è un’esclusiva italiana. Ricordiamo che le riforme realizzate sul cammino dell’unità sono state accompagnate non da discorsi appassionati ma da un percorso concreto: ad esempio le modalità di transizione dalle monete locali all’euro vennero stabilite dal Trattato di Maastricht del 1992 relativo …

"La frana del cavaliere", di Massimo Giannini

Per uno schieramento politico purtroppo allenato all’autodafé e poi all’autoflagellazione è sempre pericoloso cantare vittoria. Ma stavolta, al contrario di quello che è successo tre mesi fa alle politiche, la sinistra le elezioni amministrative le ha vinte sul serio. Non basta a lenire il rammarico per la grande occasione perduta a febbraio, e neanche a sgombrare il campo dai problemi che restano, e che sono tanti. Ma la vittoria è netta, omogenea e inequivoca. Allo stesso modo in cui è netta, omogenea e inequivoca la sconfitta della destra e la scomparsa grillina. Rafforzando il risultato del primo turno di quindici giorni fa, anche ai ballottaggi la rivincita dei progressisti va al di là di ogni aspettativa. Soprattutto se si considera che avviene nel fuoco di una feroce guerra intestina. A questa prima considerazione preliminare se ne aggiungono altre due. Una, non meno importante, riguarda il rapporto tra i cittadini e il voto. Dopo queste amministrative, la dissoluzione finale della democrazia rappresentativa si è purtroppo compiuta. Il partito astensionista sfonda per la prima volta nella storia …

"Festival di Modena. Quando filosofia fa rima con la voglia di spettacolo", di Francesco Rigatelli

Nel 2001, fra la via Emilia e il West, si aprì in Italia il secondo grande festival dopo quello di Mantova che partì nel 1997. Anche se Modena un primato lo può vantare lo stesso. Il Festival Filosofia diede infatti il via alla serie dei festival disciplinari. Perché se a Mantova importarono dall’Inghilterra l’idea di una manifestazione letteraria, sotto la Ghirlandina, da cui si buttò l’ebreo perseguitato Angelo Fortunato Formiggini facendo il gesto dell’ombrello al Duce, hanno inventato un nuovo formato poi esportato in Europa. Non era scontato allora che la Filosofia ce la facesse da sola. Per questo la fondatrice Michelina Borsari pensò a una parola chiave ogni anno diversa. E a due parti del programma. Una strettamente filosofica, con una cinquantina di relatori sparsi tra i centri storici di Modena, Carpi e Sassuolo, di cui una decina esteri, tradotti scientificamente sulla base dei loro testi scritti inviati prima. «Se no simultaneamente li traducono come per le ceramiche», rivelò una volta l’organizzatrice. E un’altra parte di arti visive, performative, musicali. Senza dimenticare i comici: …

"Guai a cadere nella trappola semi-presidenzialista", di Antonio Lettieri

Sembrava che tutti fossero d’accordo sul superamento dell’indecente modello elettorale, non a caso definito Porcellum. Ora, il Pdl pone come condizione e contropartita l’abolizione del regime parlamentare e il passaggio al semipresidenzialismo. L’aspetto ricattatorio è fuori discussione. Ma, al di là delle circostanze, bisogna riconoscere che il presidenzialismo è sempre stato per la destra la madre di tutte le riforme costituzionali, essendo basato sul principio di un potere «forte», concentrato in un leader, più o meno carismatico, direttamente eletto dal popolo. A maggio di un anno fa Berlusconi e Alfano avevano avanzato la proposta del semipresidenzialismo come «l’atto fondativo della terza Repubblica». E Giovanni Sartori scriveva: «Improvvisamente Berlusconi (che di fiuto ne ha da vendere e che non si rassegna certo a stare in panchina) tira fuori dal cappello il modello francese». L’aspetto più intrigante è che la destra italiana non ha mai guardato al modello presidenzialista per eccellenza, vale a dire, quello americano, vecchio di più di due secoli e punteggiato da una storia di grandi presidenti. Qual è il motivo di questo mancato …

"La flessibilità non è l'antidoto alla crisi", di Carlo Buttaroni*

La Contea del Fermanagh è una delle sei contee dell’Irlanda del Nord. È la più lontana dalla capitale Belfast e, con i suoi 55mila abitanti, anche la Contea meno popolata. Qui la crisi si è fatta sentire duramente. Moltissime attività hanno chiuso e la disoccupazione ha colpito le famiglie più che altrove, lasciando ferite difficili da rimarginare. In questo luogo, il 17 e 18 giugno si svolgeranno i lavori del G8, summit degli otto Paesi che rappresentano il 13% della popolazione mondiale e, soprattutto, pi ù del 53% della ricchezza globale. L’amministrazione locale ha scelto di ridurre questo contrasto così forte con una scelta shock: far diventare il percorso dei grandi della terra un set cinematografico degno di Hollywood. Poster e grandi adesivi raffiguranti scaffali ordinati e pieni di merce, famiglie sorridenti e impegnate a fare acquisti, Un inno alla finzione, un restyling surreale, la povertà nascosta con tecniche di fotomontaggio. Il caso, inevitabilmente, ha scatenato polemiche di ogni tipo. La reazione è piuttosto di sgomento e profonda riflessione. Quella che stiamo vivendo è la …