"Il primato della civilità", di Alexander Stille
La decisionedella Corte suprema americana di annullare la legge federale in “difesa del matrimonio” – che vietava il matrimonio gay – rispecchia un cambiamento profondo nella vita americana. Quella legge era stata firmata meno di vent’anni fa da Bill Clinton, un presidente democratico con l’appoggio bipartisan. La legge fu approvata 342 contro 67 alla Camera e 85 contro 14 al Senato, rispecchiando la realtà politica dominante del momento. Era il 1996, c’erano elezioni in vista e molti democratici, pur non amando quella legge, avevano sentito l’esigenza di votarla per paura di essere massacrati alle urne. In teoria, la Corte suprema non dovrebbe badare né ai sondaggi né alle urne, ma non è casuale che questa decisione arrivi quando, per la prima volta, la maggioranza degli americani approva il diritto agli omosessuali di sposarsi. In soli cinque anni, da quando il presidente Barack Obama è stato eletto per la prima volta nel 2008, la percentuale di americani che appoggia il matrimonio gay è andata da una netta minoranza, 44 per cento, ad una netta maggioranza, il …