“Troppo preparati per fare gli operai” la selezione beffa che esclude i laureati, di Jenner Meletti
Si lavora all’aperto, anche se c’è bufera. Si entra nella stiva delle navi. Si deve essere bravi «nell’imbraco e nello sbraco delle merci». Si presentano in 105 per conquistare — anzi, per sperare di conquistare — un posto di lavoro. Qualifica: «addetto al carico e allo scarico delle merci in ambito portuale». In breve, un posto da portuale, non fisso, ma interinale. I venti «posti» in palio non danno diritto a un’assunzione. Si tratta invece di pass di accesso per un corso di formazione, partecipazione gratuita ma nessun rimborso, nemmeno le spese. Ma la crisi è pesante, anche in questa riva adriatica. E così gli addetti alla selezione forse non si meravigliano troppo, quando fra i candidati trovano due laureati in ingegneria e due in giurisprudenza. Bocciati. Ci sono anche sei ragazze. Respinte. L’iniziativa è stata presa dalla Rete portuale, associazione delle dieci imprese private che lavorano nel porto e che finalmente hanno deciso di cercare un futuro assieme invece di farsi soltanto concorrenza. «La selezione — mette le mani avanti Barbara Napoliello, presidente dell’associazione …