L’esperienza fatta recentemente in qualità di relatore sul provvedimento cosiddetto “decreto Emergenze” mi induce a fare alcune riflessioni riguardo al rapporto che il Partito democratico debba tenere nei confronti del Movimento Cinque stelle, o meglio dei loro rappresentanti.
La mia idea di politica, al di là dei tatticismi a volte necessari, si concretizza nel cercare nelle soluzioni decisionali ciò che è meglio non per una parte o per alcuni ma per il Paese. Non vi è dubbio che una buona soluzione nasce non da un pasticcio in cui ognuno riconosce un pezzo del suo ma da un confronto nel merito, anche aspro, che poi si concluda con provvedimenti che davvero siano efficaci e i più utili possibile per i cittadini.
Chi si sottrae al confronto delle idee è destinato a perdere! Cade la maschera e i cittadini se ne accorgono. Credo quindi che il percorso inaugurato di recente in Parlamento dove come principale partito della maggioranza abbiamo offerto alle opposizioni e, al M5s in particolare, elementi importanti su cui confrontarsi senza chiusure aprioristiche sia il metodo giusto. Nella discussione di merito si comprende chi è in grado di esprimere idee e soluzioni, chi vuole davvero rompere la liturgia vecchia e inconcludente per cui se si è all’opposizione si è sempre contro e chi è in maggioranza ha sempre ragione.
All’interno del Movimento Cinque stelle vedo tanti giovani e colleghi che hanno il desiderio di partecipare ai processi costruttivi delle norme. A volte non si è d’accordo, ma su tante questioni si trovano delle basi comuni. Poi però vedo una parte il cui unico obiettivo non è questo ma esattamente quello originario, della trattativa con Bersani per intenderci, il cui «mantra» è distruggiamo la partitocrazia. Soggetti guidati forse dall’esterno, a cui non interessa il merito di ciò che si sta facendo ma il cui obiettivo è di cercare di compiacere una base elettorale che sta subendo una forte emorragia, perpetuando slogan distruttivi e degni della peggior politica. Questa oggi è la parte che controlla il Movimento Cinque stelle. In una parte del Partito democratico colgo a volte una reazione quasi infastidita quando si cerca questo confronto. Viene giudicata una perdita di tempo. Io non la penso così! Non si tratta di lavorare per costruire una nuova ipotetica maggioranza, cosa su cui io sono molto scettico, ma di fare una operazione verità nell’ambito delle forze del cambiamento. Se davvero il M5s è una forza innovativa così come esso si definisce lo si deve misurare nei fatti concreti e per il momento, al di là di qualche piccolo episodio, ha dimostrato di essere una forza conservatrice con una forte connotazione populista. Compito nostro far emergere invece quella forza propulsiva e anche di novità che quel movimento incarna e contribuire ad indirizzarla nel tempo verso un’idea riformista della società.
L’Unità 24.06.13