Si sono radunati in un capannone alla periferia sud est di Milano. È scandalo per il raduno neonazi, autorizzato dalla Prefettura, e organizzato dall’associazione Skinhouse. L’ira del sindaco Pisapia: «È inaccettabile». Il precedente del raduno per la nascita di Hitler. Decine di band neonaziste, internazionali e nostrane, gruppi musicali hardcore arrivati persino dagli Stati Uniti, come i Bully Boys, e dall’Inghilterra, i Brutal Attack, raffinato nome evocativo, e poi skinhead e formazioni di estrema destra di tutta Europa. Un raduno neonazi in piena regola, ieri sera in un capannone alla periferia sud est di Milano, concerto e festa grande organizzata dall’associazione Skinhouse cittadina: sarà anche come dice la Prefettura che l’ha autorizzato che non si sono riscontrati elementi di rischio per l’ordine pubblico, ma è di sicuro un fatto «inaccettabile», come dice il sindaco Giuliano Pisapia. «Milano scrive lui stesso non può accettare che si svolgano né ora né in futuro iniziative che attingano al repertorio dell’intolleranza razziale e politica in qualsiasi forma esse si presentino».
Loro però sono arrivati a centinaia, teste rasate, tatuaggi e svastiche, simbologie razziste e richiami a Hitler, gli afecionados e sette gruppi, nomi noti della scena «White Power» legata al circuito neonazista internazionale «Stormefront» e «Blood & Honour». Parlavano tedesco, inglese, francese, e pure ungherese. Nessuna telecamera ammessa dentro i capannoni di via Toffetti, alle porte della città, ma in rete si trova facilmente una nutrita documentazione di quel che succede in serate come questa.
L’obiettivo dichiarato era quello di raccogliere fondi per pagare le spese processuali a carico di alcuni membri di Azione Skinhead, gruppo nato nel 1990 dalla fusione tra gli skin milanesi e il nucleo più radicale degli ultrà Boys San dell’Inter, per fatti accaduti nel 1993. Ma la sfida muscolare è evidente, in un momento tra l’altro in cui si moltiplicano episodi di chiaro stampo fascista, razzista e xenofobo, di cui gli attacchi al ministro Cécile Kyenge sono solo un esempio. L’happening era atteso da tempo, ma le polemiche sono scoppiate nei giorni scorsi, forse anche perché in molti hanno sperato fino all’ultimo che l’autorizzazione non venisse concessa, che qualcuno intervenisse d’imperio, magari richiamando l’apologia del fascismo come reato, per evitare un raduno di centinaia di persone (erano attese in 2mila) che palesemente inneggiano a Hitler. C’è da chiedersi come mai, invece, non sia accaduto nulla di nulla. Il Comune in questi casi ha le mani legate, e la Prefettura sostiene di non aver potuto fare altrimenti, trattandosi di una manifestazione organizzata in uno spazio privato. Chiamata in causa, è intervenuta anche la Questura: non si parla di un corteo o di una manifestazione in luogo pubblico, dice, dunque non è previsto nessun servizio speciale di ordine pubblico (la serata è stata comunque «monitorata »). Così, la protesta di migliaia di cittadini indignati si è riversata in rete, tra blog e social network. E sono arrivati anche i commenti di politici e figure istituzionali: «Non consentire un’offesa alla città di Milano con il raduno nazista: uno strappo ai principi della legalit à democratica», dice Nichi Vendola. E l’assessore milanese alla Sicurezza, Marco Granelli, fa eco al sindaco: «Condanniamo ogni espressione che inneggi all’odio e fomenti la violenza. L’intolleranza razziale e politica non possono in nessun modo essere parte della vita della nostra città», scrive. Anche il consigliere liberale Manfredi Palmieri si dice indignato.
E non è certo il primo raduno di genere degli ultimi tempi. Questo lo ricorda Emanuele Fiano, parlamentare milanese, presidente del forum Sicurezza e Difesa del Pd, che ha chiesto al ministro dell’Interno e al Prefetto di Milano di intervenire per impedire il meeting previsto: «Si stanno moltiplicando gli eventi come questo dice Nell’occasione del raduno, nell’aprile scorso, vicino a Varese, centinaia di attivisti neo nazi festeggiarono il compleanno di Hitler. A Milano hanno partecipato numerosi gruppi musicali i cui testi propagandano il peggior razzismo e odio contro immigrati, gay ed ebrei». Fiano si riferisce a quanto accadde il 20 aprile scorso, giorno dell’anniversario della nascita di Adolf Hitler, quando a Malnate, vicino a Varese, 700 camerati fecero festa in un locale gestito dall’associazione culturale filoleghista «I nostar radis». E domani Fiano depositerà un’interrogazione urgente «per capire come mai vengano concessi i permessi per queste iniziative».
L’Unità 16.06.13