Rottamato l’ultimo pacchetto Profumo: i prossimi test universitari per le facoltà a numero chiuso tornano all’inizio di settembre. In un primo tempo erano stati previsti a partire dal 23 luglio, a ridosso della maturità. Il ministro Maria Chiara Carrozza ha annunciato la riapertura delle date per le iscrizioni alle prove nel giorno in cui il decreto precedente — firmato da Francesco Profumo — le aveva chiuse: cioè ieri.
Il calo degli iscritti a Medicina, nonostante il rush degli ultimi giorni, era evidente. Ad Architettura si stava assistendo a un crollo impressionante. Fermi tutti, quindi: meglio tornare indietro. E così il ministro in carica da cinquanta giorni, dopo cinque di consultazioni ha preso la sua prima decisione di peso: mercoledì prossimo ripristinerà il vecchio calendario delle prove, dal 4 al 10 settembre.
Era diventato necessario, vista l’informazione carente offerta dal ministero sull’anticipazione dei test, offrire altri ventitré giorni ai maturati: li aiuteranno a capire se è il caso di infilare la testa nella fornace dei “test di logica”, porta d’accesso per Medicina, Architettura, Ingegneria edile e Professioni sanitarie (i test universitari in media lasciano a casa nove candidati su dieci).
Dopo le rivelazioni di Repubblica, il ministro ha chiesto ai funzionari di rimettere mano anche al sistema del “bonus maturità”, da quattro a dieci punti offerti ai ben diplomati (da 80 a 100 centesimi) e validi per formare il punteggio finale dei successivi test universitari. Il tentativo di ponderazione realizzato ad aprile dal ministero per non favorire gli studenti del Centro-Sud (statisticamente licenziati alla Maturità con voti più alti) aveva mostrato troppe falle. Con lo stesso voto, due studenti di due scuole della stessa città potevano ottenere un punteggio-bonus diverso e, in generale, gli istituti tecnici venivano favoriti a scapito dei licei e le scuole paritarie a scapito di quelle pubbliche.
Non è stato facile riassettare un decreto legge operante, ma mercoledì il ministro Carrozza dovrebbe annunciare alcune nuove interpretazioni del testo: sarà diminuito il “peso” del bonus Maturità (che resta compreso tra 4 e 10 punti) e la valutazione del premio non sarà basata sui risultati degli ultimi tre anni trascorsi alle superiori, ma solo sul voto della Maturità. «Stiamo cercando di trovare una maggiore equità», ha detto il ministro, «il bonus sarà rapportato alle singole commissioni d’esame». I “premiati” usciranno, secondo l’ultima versione del decreto, dalle singole commissioni d’esame (chiamate a valutare in maniera omogenea gli esaminati) e non dalla media dei voti dell’intera scuola. Il nuovo testo ministeriale manterrà infine la graduatoria nazionale per le prove d’accesso.
Gli studenti, quasi tutte le organizzazioni, hanno accolto con favore il rinvio. L’Udu rilancia chiedendo la fine del numero chiuso all’università.
L’Unione degli studenti, «scandalizzata per i continui cambi di marcia», chiede procedure chiare per la re-iscrizione ai test. Skuola.net, con un sondaggio all’impronta, assicura che sette maturandi su cento stavano studiando contemporaneamente per l’esame di Stato e per l’esame d’ingresso all’università.
La Repubblica 08.06.13