Mese: Maggio 2013

"Ultimatum di carrozza. Più soldi alla scuola o non faccio il ministro", di Pietro Piovani

O si trovano più soldi per la scuola pubblica oppure io smetto di fare il ministro dell’Istruzione. Maria Chiara Carrozza ha occupato il suo ufficio da neanche un mese, ma subito si è scontrata con lo stesso ostacolo che ha fermato tutti i suoi predecessori: la mancanza di risorse. Interpellata da Radio24, ha dipinto un quadro che in verità già tutti conoscevano: «Siamo in una situazione drammatica. Dobbiamo mettere in sicurezza le nostre scuole, dobbiamo metterle in grado di proteggere i nostri bambini, non di metterli a rischio. Abbiamo bisogno prima di tutto di un investimento nell’edilizia scolastica, e poi abbiamo bisogno di più insegnanti». E se non si trovano i finanziamenti? Si devono trovare, risponde la Carrozza, «perché altrimenti devo smettere di fare il ministro dell’Istruzione». IL SISTEMA PUBBLICO Il ministro non parla genericamente di istruzione, ma specifica che la sua richiesta è per «un reinvestimento nel servizio pubblico e nella scuola pubblica». Una definizione che sembra voler fugare i dubbi e le polemiche nate dopo le sue dichiarazioni a proposito del referendum sulla …

"Il peccato originale", di Piero Ignazi

Partiamo da una premessa: in tutti i paesi europei ad eccezione della Svizzera vi sono forme di finanziamento pubblico ai partiti. Eliminandolo del tutto, come viene ora ventilato dal progetto governativo, ancora una volta faremmo eccezione rispetto alle altre democrazie europee. Questo furore iconoclasta contro i contributi pubblici si può ben capire perché l’Italia, fino allo scorso anno faceva — di nuovo – eccezione per l’ammontare gigantesco di denaro pubblico dirottato verso i partiti. Dal 1994 al 2013 sono stati elargiti quasi due miliardi e mezzo di rimborsi elettorali per ogni tipo di competizione, dalle regionali alle europee passando per le legislative (e in questo calcolo sono esclusi i contributi per i comitati organizzatori dei referendum). Anche al di là delle malversazioni e ruberie l’opinione pubblica non sopporta più di vedere i politici – di ogni livello – godere di retribuzioni e benefit inarrivabili per la maggioranza dei cittadini onesti. Questo sentimento di discredito, tracimato fino all’ostilità, ha beneficato il M5S. Ma la rincorsa al giacobinismo antipartitico non taglia l’erba sotto i piedi al movimento …

Convenzione di Istanbul. Subito la ratifica per fermare la violenza contro le donne

Sono previste in Aula la prossima settimana la discussione generale e le votazioni della legge di ratifica della Convenzione di Istanbul per il contrasto alla violenza sulle donne e il femminicidio. Una risposta sollecita di questo Parlamento contro il dilagare di una realtà non più accettabile che continua a fare troppe vittime, una sfida culturale per il bene del Paese. Il lavoro per prevenire e contrastare la violenza sulle donne raggiunge con questo provvedimento un indispensabile quadro di riferimento giuridico internazionale, vincolante che inquadra la violenza domestica sulle donne e offre strumenti concreti di prevenzione e di intervento, dalla protezione e assistenza delle vittime, alle sanzioni penali. Un passo importante a cui si è arrivati per l’impegno tenace di chi dentro il Parlamento crede nella possibilità che la politica possa contribuire in modo determinante al miglioramento della società. ****** Subito la ratifica per fermare la violenza contro le donne Cos’è Per il PD era una priorità. Il primo giorno di questa legislatura abbiamo presentato la proposta di legge di ratifica della Convenzione, che è il …

Cuperlo: "Un Pd popolare e nazionale. E un nuovo centrosinistra", di Daniela Preziosi

Sulla legge elettorale abbiamo un imperativo categorico, ormai persino morale: non tornare mai più al voto con il porcellum. Per questo il parlamento deve affrontare la riforma come una priorità. Apportare correttivi di superficie rischia di lasciare inevaso il tema di fondo: la nuova legge deve garantire per un verso la governabilità, cioè essere in grado di esprimere una maggioranza politica che possa governare il paese; per altro verso, deve restituire agli elettori il diritto di scegliere i propri rappresentanti. Detto questo, è giusto che il parlamento trovi la soluzione più condivisa. E mi auguro che sulla legge elettorale la maggioranza sia più ampia di quella che sostiene il governo». Parla Gianni Cuperlo, 52 anni, triestino, il segretario della Fgci che ha trasformato nella Sinistra giovanile del Pds. Deputato, saggista, poco propenso alle semplificazioni mediatiche, è candidato al congresso Pd. Il governo aveva tentato l`accordo su una modifica del porcellum. Noi non possiamo limitarci a una correzione di dettaglio. Questa legge ha rivelato limiti che sono una delle cause, certo non l`unica, della crisi della …

"Medici corrotti e pillole fai-da-te il ritorno degli aborti clandestini", di Maria Novella De Luca

Il cartello è scritto a penna, a volte su un pezzo di cartone. «Qui non si effettuano più Ivg». Ossia interruzioni volontarie di gravidanza. Aborti cioè. Porte sbarrate, reparti chiusi, day after di qualcosa che c’era, funzionava, e adesso è in disuso, smantellato, abbandonato. «Tutti i medici sono obiettori di coscienza, vada altrove». Altrove è l’Italia che torna alla clandestinità: da Nord a Sud in intere regioni l’aborto legale è stato cancellato, oltre l’80% dei ginecologi, e oltre il 50% di anestesisti e infermieri non applica più la legge 194. Accade a Roma, a Napoli, a Bari, a Milano, a Palermo. Le donne respinte dalle istituzioni tornano al silenzio e al segreto, come quarant’anni fa. Alcune muoiono, altre diventano sterili, ma nessuno ne parla. Ventimila gli aborti illegali ogni anno calcolati dal ministero della Sanità con stime mai più aggiornate dal 2008, quarantamila, forse cinquantamila quelli reali. Settantacinquemila gli aborti spontanei nel 2011 dichiarati dall’Istat, ma un terzo di questi frutto probabilmente di interventi “casalinghi” finiti male. Cliniche fuorilegge, contrabbando di farmaci: sul corpo delle …

"Le 24 mila scuole a rischio sismico che ci rendono fragili", di Gian Antonio Stella

Almeno gli uragani, grazie a Dio, non li abbiamo. Le immagini della scuola di Moore in Oklahoma, però, dovrebbero essere di monito anche per noi. E ricordarci che le nostre scuole sono in larga parte esposte alle calamità di un territorio ad alto rischio sismico e idrogeologico. E che piuttosto che gli scongiuri servirebbe un’opera profonda di risanamento. Vogliamo rendere omaggio sul serio, un anno dopo, alle vittime del terremoto in Emilia? Cominciamo a mettere in sicurezza quel patrimonio edilizio, pubblico e privato, di cui scopriamo la fragilità ogni qualvolta viene giù una frana o la terra dà uno scossone per rammentarci che l’Italia è uno dei paesi storicamente più colpiti dagli eventi sismici. I quali dall’Unità a oggi avrebbero ucciso, secondo le stime della studiosa Emanuela Guidoboni, circa 200 mila italiani. Come scriveva sei mesi fa il Sole24Ore, dei 64.797 edifici scolastici censiti dal Rapporto Ance-Cresme sullo stato del territorio italiano nel 2012 «6.415 sono stati realizzati prima del 1919, 6.026 fra 1919 e 1945, 28 127 tra il 1945 e il 1971. Il …