Mese: Maggio 2013

"Cig, dote dai fondi inutilizzati", di Giorgio Pogliotti

Il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga «il cui importo preciso poi vedremo», sarà coperto con «fondi del ministero del Lavoro e di altri ministeri non utilizzati»: lo ha spiegato il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, che ha confermato «l’intesa c’è, ma l’approvazione definitiva avverrà al prossimo Consiglio dei ministri». Dovrebbe essere di i miliardo la cifra che il governo potrebbe mettere a disposizione per assicurare la copertura per l’intero 20i3 alla platea stimata tra i 45omila e i 5oomila lavoratori che beneficiano del sostegno della Cigd.Si tratta di una somma inferiore rispetto ai 2 miliardi stimati dalle Regioni (si veda l’articolo in pagina) e dai sindacati. Dovrà essere sciolto in questi giorni il nodo relativo alle fonti di copertura per il finanziamento della cassa integrazione in deroga, che potrà contare anche sui circa 4 milioni di risorse, frutto dal taglio degli stipendi dei ministri a titolo di «contributo simbolico». L’ipotesi originaria, di procedere con una riduzione lineare delle dotazioni finanziarie disponibili per i ministeri, è stata esclusa dallo stesso ministro Saccomanni: «l’epoca dei tagli lineari …

"Edilizia e ambiente, ecco dove si può creare lavoro", di Luciano Gallino

Il nuovo governo ha dichiarato di volersi impegnare a fondo allo scopo di creare lavoro. Nel perseguire tale proposito dovrà compiere diverse scelte, alcune che gli sono note perché presenti da tempo nella discussione su questo tema, altre pressoché ignorate ma non di minore importanza. Il suo problema è quindi duplice: evitare di fare le scelte sbagliate tra quelle note, ma anche individuare scelte originali, attinenti a situazioni di cui al momento sia il governo sia i commentatori che lo spronano ad agire per creare lavoro sembrano ignorare. Prima di toccare queste ultime, è opportuno un cenno a una scelta che sarebbe sbagliata, ma ha già fatto capolino in alcuni interventi del presidente Enrico Letta. Consisterebbe nel rispolverare l’idea che la flessibilità dell’occupazione – tradotto: una maggior facilità di licenziare, o di assumere tramite contratti di breve durata – serva a creare un maggior numero di posti di lavoro. La flessibilità è un ritornello diffuso dall’Ocse quasi vent’anni fa, con l’ausilio di un marchingegno chiamato Epl (acronimo inglese che sta per “legislazione a protezione dell’occupazione”). …

"La questione dei salari", di Silvano Andriani

Mentre si intensifica il bombardamento contro le politiche di austerità e vengono demolite, anche ad opera del Fondo monetario internazionale, le ricerche che avevano finora dato ad esse una parvenza di scientificità, sorgono dubbi anche su una risposta alla crisi basata quasi esclusivamente su politiche monetarie ultraespansive. Politiche tipo quelle adottate dalle banche centrali statunitense, inglese ed ora anche giapponese. Ormai quasi nessuno più nega che la politica della Federal reserve sia la causa della migliore performance dell’economia statunitense rispetto a quella europea, ma il fatto è che questa enorme immissione di moneta non si traduce in un adeguato aumento della domanda e tanto meno in un adeguato aumento degli investimenti: il livello di formazione del capitale è stato nel 2012 nettamente inferiore a quello del 2007 sia negli Stati Uniti che in Europa, mentre in Giappone è rimasto ancora nettamente inferiore a quello precedente 1′ inizio della depressione negli anni 80. Tutto ciò appare ancora più sorprendente quando, come in Usa, Inghilterra e Germania a causa dei bassissimi tassi di interessi e di un …

"Un futuro per L'Aquila preda dell'indifferenza", di Salvatore Settis

L’Aquila è ancora in Italia? Il sindaco Cialente ha ammainato la bandiera italiana dalla sua città in rovina e riconsegnato la fascia tricolore al capo dello Stato per esprimere «preoccupazione, rammarico e mortificazione» per l’abbandono in cui giace la città deserta, dove da ottobre, nonostante il (buon) provvedimento Barca, non arriva un centesimo per la ricostruzione, paralizzando i cantieri e consegnando i cittadini a una condizione di «scoramento, sfiducia, rabbia, disperazione, povertà». «Lo Stato ci ha abbandonati», scrive il sindaco; «nella nostra Costituzione si respira la responsabilità istituzionale e democratica che si esprime nei diritti e nei doveri delle istituzioni e dei cittadini. Questo spirito non lo vedo nel comportamento dello Stato». Domenica 5 maggio, più di mille storici dell’arte di ogni età (università, soprintendenze, licei…), auto-convocati per un’idea di Tomaso Montanari, si sono raccolti all’Aquila da tutta Italia per vedere con i propri occhi, e denunciare al Paese, il colpevole abbandono del centro storico a oltre quattro anni dal sisma. Echeggia, in questa presenza civile e nelle parole del sindaco, un aspro contrasto fra …

A rischio i lavori in 400 scuole “È colpa del patto di stabilità”, di Flavia Amabile

Quattrocento scuole potrebbero anche non poter riaprire all’arrivo del prossimo anno scolastico, è il grido d’allarme del presidente dell’Unione province italiane, Antonio Saitta. Ci sono sempre meno soldi, l’assistenza e la manutenzione degli edifici dove sono collocate le scuole superiori è sempre più difficile, ha spiegato. Le cause sono molto chiare secondo il rappresentante dell’Upi: «Molti istituti non potranno inaugurare nel prossimo autunno le attività a causa del patto di stabilità e dei tagli imposti dalla spending review». Secondo una rilevazione effettuata dalle Province sul piano programmatico delle opere scolastiche, gli enti nel 2013 avevano definito gli impegni di spesa per gli investimenti nelle scuole per oltre 727,9 milioni di euro. Ma, «a causa dei tagli imposti e degli obiettivi del patto di stabilità, che – ha sottolineato il presidente dell’Upi Antonio Saitta stanno azzerando la capacità di programmazione in opere e infrastrutture, le Province sono state costrette a ridurre gli impegni di 513,2 milioni di euro». Pertanto, ha concluso il presidente dell’Upi, «potranno essere realizzate nel corso di quest’anno opere per un ammontare complessivo …

Ghizzoni: “Apprezzabile la proposta Cancellieri, ma non basta”

Femminicidio: la ministra propone un braccialetto elettronico per controllare gli stalker. “Bene le misure per tenere sotto controllo i persecutori, ma per sconfiggere quello che è diventato un crimine di stato, servono atti che modifichino alla radice, a partire dalla scuola, un contesto diffusamente maschilista”. Questo il commento della neo vice-presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei deputati Manuela Ghizzoni alla proposta della Ministra Cancellieri. “Ogni provvedimento per fermare il femminicidio è apprezzabile, compreso quello proposto dalla ministra Cancellieri, ma non può, e non deve, restare un atto isolato” ha dichiarato la deputata modenese Manuela Ghizzoni, vicepresidente della Commissione Cultura, scienze e istruzione della Camera dei deputati, in merito alla proposta della ministra della Giustizia di attivare un dispositivo elettronico per tenere sotto controllo gli stalker. “Ogni giorno ci troviamo di fronte a un vero e proprio bollettino di guerra: 124 donne uccise nel 2012 e 36 nei primi 4 mesi del 2013, ma la lista si allunga di giorno in giorno. Per sconfiggere quello che è diventato crimine di Stato non …

I cento passi e i "trentacinque anni" di Peppino Impastato

“Fiore di campo nasce dal grembo della terra nera, fiore di campo cresce odoroso di fresca rugiada, fiore di campo muore sciogliendo sulla terra gli umori segreti”.”Sono tanti 35 anni. Una vita, ormai, dal giorno in cui Peppino Impastato venne ucciso. Consola pero’ notare come, anno dopo anno, la sua figura sia diventata sempre piu’ punto di riferimento per le nuove generazioni in cerca di riscatto. Soprattutto per coloro che, vivendo in territori difficili, a lui si ispirano per isolare mentalita’ e comportamenti mafiosi”. Cosi’, nell’anniversario dell’assassinio di Peppino Impastato, il presidente della Camera, Laura Boldrini, nel messaggio inviato al fratello Giovanni. “Perche’- aggiunge- e’ stata questa la forza rivoluzionaria di Peppino Impastato: mettere all’angolo Cosa Nostra con un’arma di certo inedita per l’epoca, l’ironia. Meglio sarebbe dire la derisione. Ridicolizzare i rituali di cosa nostra e i suoi uomini oggi e’ una strategia contro la mafia. Allora era un atto eroico. Peppino lo sapeva, sapeva di andare incontro a morte certa. Ma questo non lo ha fermato. Cosi’ come non si sono mai fermati, …