Mese: Maggio 2013

"La sottile lastra di ghiaccio", di Alfredo Reichlin

Insieme all’augurio più affettuoso vorrei trasmettere con questo scritto alcune mie idee a Guglielmo Epifani. Il segno dello smarrimento del Partito demoocratico io lo vedo nell’incapacità di mettere i piedi per terra. Di collocarsi (questo voglio dire) al centro del conflitto vero, là dove si decide, là dove si vince o si perde nel mondo degli interessi reali e a vantaggio di chi e di che cosa. La cosa più triste è che ci siamo impantanati in polemiche, rotture e rese dei conti interni e non riusciamo a misurarci con la questione più grande e la più carica di interrogativi. Quale? Con ciò che uno storico come Massimo Salvadori considera ormai come il profilarsi di una crisi di regime: del regime democratico e parlamentare italiano. Che poi – aggiungo io – è parte di una crisi più ampia che investe l’Europa: una crisi dell’economia che si sta trasformando in crisi della sovranità e della cittadinanza. Dico questo non per sfuggire al «qui e ora» ma perché solo se ripartiamo da una comprensione della realtà che …

"Quando bisogna dire dei no", di Vittorio Emiliani

Ha fatto molto bene la figlia di Enzo Tortora, Silvia, a chiarire a Silvio Berlusconi che suo padre «si difese nel processo e non dal processo», che «si dimise da parlamentare e andò ai domiciliari». Insomma, che è «blasfemo» Berlusconi nel paragonarsi a lui. Punto. Ma se Silvia Tortora ha pienamente ragione, non ne ha chi vorrebbe Berlusconi già in galera. Perché si mette – in materia di garantismo – sullo stesso piano dell’ex premier il quale pretende di essere considerato «di per sé» innocente. Lo scandalo della giustizia in questo nostro infelice Paese non è dato dal fatto che un potente venga processato (in qualche caso assolto, in qualche altro prescritto e in qualche altro ancora condannato), bensì dal fatto che i processi di ogni tipo durino, per i poveracci anzitutto, anni e anni, non dando tempestivamente ragione a chi ce l’ha. In un altro Paese un esponente politico di primissimo piano come Berlusconi avrebbe lasciato ogni incarico politico. Mai avrebbe, in ogni caso, pensato di organizzare manifestazioni di piazza contro i propri giudici, …

"Femminicidio, non è tempo di rinvii serve subito un piano del Governo", di

Una settimana fa, dopo l’omicidio di cinque donne, il governo annunciò che si sarebbe mobilitato per affrontare l’emergenza. Rispondendo all’appello di convocazione degli Stati Generali di «Feriteamorte», il progetto di Serena Dandini e Maura Misiti, prima il ministro delle Pari Opportunità Josefa Idem, poi il suo collega dell’Interno Angelino Alfano dichiararono che nella prima riunione l’Esecutivo avrebbe messo a punto un piano di interventi. Trovando anche le risorse economiche necessarie a finanziare i centri antiviolenza. Non è accaduto. Ormai da un anno il Corriere della Sera sollecita la creazione di un coordinamento nazionale che possa ascoltare chi già si occupa ogni giorno di questi problemi. Bisogna rendersi conto che la piaga del femminicidio riguarda tutti, uomini e donne. Bisogna comprendere che soltanto una vera attività di prevenzione può diminuire il numero delle aggressioni e dei delitti. Ecco perché si deve agire in fretta, ma soprattutto perché questi temi non possono diventare oggetto di propaganda politica. Poter contare su una banca dati e su piccoli gruppi di magistrati che all’interno delle procure siano dedicati esclusivamente a …

"La guerra in TV fra giovani e anziani", di Bruno Ugolini

Chi sono i nemici dei precari? Ovverosia coloro che gestiscono una partita gigantesca ai danni di un’intera generazione costretta a mendicare lavori e lavoretti senza tutele e diritti? Voi pensereste a legislatori miopi e compiacenti, oppure a imprenditori intenti solo a rincorrere i costi minori, sacrificando magari la qualità dei prodotti. Pensereste certamente a qualche sindacalista, nazionale e o di fabbrica, che ha preso sottogamba la questione, magari invocando solo una legge capace di stabilizzare in un colpo solo questa drammatica questione trasformando, come con una bacchetta magica, i precari in detentori di un posto fisso ben tutelato. Immaginate, a questo punto, di dover mettere in scena, per conto di una grande rete televisiva pubblica, una tale complessa tematica. Cerchereste, allora, il legislatore inventore del supermarket del lavoro flessibile (un nome a caso: l’ex ministro Maurizio Sacconi), l’imprenditore avido e poco lungimirante, il sindacalista corporativo. Nella vita reale, ovverosia negli studi televisivi delegati a tali scelte, non succede così. Lo comprendiamo leggendo, su Facebook, un post di Ilaria Lani, responsabile dei giovani Cgil. Racconta che …

"Il Cavaliere si assolve su Canale 5", di Concita De Gregorio

C’è pochissimo da scherzare e ancor meno da ironizzare sul fatto che il principale partner del governo Letta abbia aperto le porte di casa sua a giornalisti della sua rete tv ammiraglia per rifare il processo Ruby senza giudici, con se stesso in maglionicino blu al posto di Ilda Boccassini. C’è poco da scherzare sul format di Canale 5. La guerra dei vent’anni, un ibrido fra Un giorno in pretura, una versione made in Arcore di Report (la versione padronale del concetto di inchiesta giornalistica) e una versione soap della Piccola fiammiferaia dove una povera ragazza marocchina che «non induce nessun sentimento diverso dalla commiserazione », dice Berlusconi, racconta una storia terribile mostrando cicatrici sul suo corpo, fa piangere i commensali, chiede 57 mila euro per aprire un centro estetico in via della Spiga e salvarsi così — un modo come un altro — da una vita di assalti costanti da parte di uomini incessantemente animati da “cattive intenzioni” e trova un benefattore che, commosso, glieli dà. C’è pochissimo da sorridere degli arredi stile tavernetta …

"Stipendi statali, lo stop agli aumenti ha fatto perdere 200 euro al mese", da La Tecnica della Scuola

La denuncia è della Cgil: dal 2010 ai dipendenti pubblici sono stati sottratti circa 3mila euro lordi. Ed altri 600 circa si perderanno nel 2013. Inoltre, se il blocco fosse confermato nel 2014 sfumerebbero ulteriori 500 euro. Ci sono poi blocco del turn over e calo del personale. La scuola sinora ha ridotto i danni mantenendo gli scatti fino al 2011, ma pagando di tasca propria. Sta assumendo proporzioni più che visibili lo stop agli aumenti stipendiali imposto negli ultimi tre anni ai dipendenti statali. Il 12 maggio Michele Gentile, responsabile settori pubblici Cgil, ha reso pubblico uno studio realizzato dal sindacato Confederale: ebbene, a partire dal 2010 i dipendenti pubblici hanno perso in tre anni nel complesso circa 3mila euro lordi. Ed altri 600 circa si perderanno nel 2013. Inoltre, se il blocco fosse confermato nel 2014 sfumerebbero ulteriori 500 euro. In termini mensili, a regime le retribuzioni, sempre secondo il sindacalista della Cgil, perderanno a fine 2013 in termini reali (a causa del mancato adeguamento rispetto all’inflazione in questi anni) circa 200 euro. …

"Si allarga il gap tra generazioni", di Francesca Barbieri

Sono senza dubbio più istruiti, ma i giovani d’oggi lavorano solo nella “metà” dei casi rispetto ai padri, con un tasso di disoccupazione monstre, che esplode al Sud. Non c’è partita con i propri genitori alla stessa età: il match tra le due generazioni messe a confronto evidenzia un risultato netto a favore dei senior. Lungo un arco trentennale – ricostruito dal centro studi Datagiovani per Il Sole 24 Ore con i parametri medi del mercato del lavoro degli under 25 dal 1980 al 1982 e con quelli dei pari età nel 2012 – le nuove leve hanno visto sgretolarsi le certezze che garantivano a tanti padri l’indipendenza economica prima dei 25 anni. Con il risultato che oggi i lavoratori “green” sono meno della metà di quelli di 30 anni fa e che il tasso di occupazione si è dimezzato (dal 36% al 18,6%). Se i ragazzi senza un impiego nei primi anni Ottanta erano molti di più in termini assoluti (oltre un milione contro i 611mila attuali) – fenomeno che si spiega con il …