"Governo e conflitto d’interessi", di Claudio Sardo
Le motivazioni della sentenza della Corte d’Appello di Milano delineano uno scenario inquietante. E confermano, oltre agli aspetti penalmente rilevanti, quanto distorsivo per il sistema democratico sia il conflitto d’interesse berlusconiano. Ma tutto ciò non cambia le ragioni costitutive del governo Letta, né consente deroghe al principio di legalità. Il governo Letta è nato per affrontare una duplice emergenza. La prima: l’Italia ha bisogno vitale di politiche per il lavoro e la crescita, quelle politiche che i «tecnici» non sono stati capaci di attivare e che ora l’Europa, al culmine della crisi, può forse consentire dopo aver pagato un tributo altissimo all’austerità. La seconda emergenza: le riforme istituzionali ed elettorale, senza le quali nessuna nuova elezione può essere risolutiva, nel senso di consentire agli italiani di scegliere un Parlamento funzionante e un governo efficiente. All’ombra del governo nessuno scambio improprio è possibile. Se la «pacificazione» è apparsa da subito un’espressione priva di senso, tanto più deve esserlo ora per chi ha immaginato salvacondotti a favore del Cavaliere. Quando la Cassazione pronuncerà il verdetto definitivo su …