Giorno: 28 Maggio 2013

"La protesta è diventata alienazione", di Elisabetta Gualmini

Li hanno provati e hanno capito che non sono tanto diversi da tutti gli altri. I grillini dalle facce nuove e sconosciute alla politica, quelli «troppo inesperti per poter rubare», i politici-cittadini «proprio come noi» non hanno convinto gli elettori a chiedere il bis. Il Movimento 5 Stelle ha perso un po’ dovunque nei comuni in cui si è presentato, dopo lo straordinario successo di tre mesi fa. Una nemesi storica a velocità supersonica, di proporzioni vistose. E lo sboom più che andare agli altri partiti è andato verso l’astensione. Se a febbraio Grillo aveva tirato per i capelli cittadini spazientiti, ma disponibili a fare il tentativo più estremo, buttandosi pancia a terra su una novità, ieri nemmeno le urla e i cori sbracati di tutti-a-casa non sono bastati. Più che rinunciatari o ribelli, in gruppi ora cospicui, i cittadini italiani tenderanno a cadere nella categoria dei «politicamente alienati». Di chi si sente totalmente estraneo rispetto alle istituzioni della democrazia rappresentativa. E non se ne cura più. Il caso di Roma è emblematico. Solo un …

"La primavera dello scontento", di Massimo Giannini

In queste amministrative c’è la primavera del nostro scontento. Quando un elettore su due resta a casa e rinuncia al rito civile del voto, la crisi della democrazia rappresentativa è compiuta. Il dato che colpisce di più, in un test elettorale che interessava 7 milioni di italiani, è il trionfo del partito astensionista. Se alle politiche di febbraio lo tsunami grillino aveva spazzato via i «vecchi» partiti, stavolta la vera onda anomala è quella del non voto, che non è più protesta «creativa», cioè ricerca del candidato o della lista che rompono tutti gli schemi. È invece rinuncia preventiva, cioè scelta di chi non vuole più scegliere. Perché lo considera inutile, e perché sente che la democrazia è ormai solo procedura di palazzo, e non più «cura» della polis. Se la democrazia rappresentativa non mi rappresenta perché non risolve i problemi della mia vita quotidiana, il mio voto non serve. Bisogna guardare innanzitutto dentro questo drammatico abisso che divide politica e società, per non caricare il voto di significati troppo «paradigmatici ». Ma al fondo …

"Epifani: questo voto ci incoraggia", di Simone Collini

Un voto «incoraggiante» per il Pd, che a Roma segnala una chiara «volontà di cambiamento» e che nel resto d’Italia «premia la serietà e la capacità di governo» degli amministratori locali democratici e conferma il «radicamento» del partito nei territori. Guglielmo Epifani è soddisfatto dell’esito elettorale ma sa che il lavoro da fare sul partito e con il governo è ancora molto, che come dimostra la bassa affluenza alle urne il divario tra cittadini e politica è profondo e che i problemi con cui l’Italia deve fare i conti sono numerosi e complicati. Il segretario del Pd lascia Roma di primo mattino, destinazione Terni, per partecipare a un’assemblea di lavoratori organizzata per discutere della vendita del gruppo Acciai speciali Terni da parte della società finlandese Outokumpu. Rientra poco prima che chiudano i seggi e poi segue lo spoglio delle schede dalla sede del partito, chiamando Ignazio Marino per commentare via via il risultato (che alla fine definisce «straordinario» e che «premia il profilo civico»: «Dobbiamo far rinascere questa città, con umiltà e sobrietà»). Il dato …