"Una medicina che non piace ma forse ci guarirà", di Eugenio Scalfari
Ho letto ieri sul Foglio cinque pagine di giornale che Claudio Cerasa ha dedicato a Enrico Letta facendone un ampio ritratto politico e culturale. Cerasa è uno dei migliori analisti di personaggi, è giovane, specializzato sulla sinistra e in particolare sul Pd e, pur scrivendo su un giornale di parte, mantiene un’encomiabile obiettività senza naturalmente rinunciare alle sue opinioni. Il ritratto di Letta è abbastanza corrispondente al personaggio anche se non nasconde un giudizio sostanzialmente negativo. L’incolpazione maggiore è quella di puntare, attraverso il governo di strana maggioranza affidato a Letta da Napolitano, ad una storica pacificazione tra centrodestra e centrosinistra, che passa necessariamente dalla fine dell’antiberlusconismo programmatico e più ancora antropologico che ha motivato non solo la sinistra estrema ma anche il centrosinistra negli ultimi vent’anni. Ebbene, Cerasa su questo aspetto peraltro capitale del suo ritratto sbaglia di grosso sia per quanto riguarda Letta sia il suo mandante, Giorgio Napolitano. Di Letta lo ricavo da quanto lui stesso ha più volte già dichiarato in proposito dopo esser stato nominato presidente del Consiglio. È rimasta …