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"Pensioni si cambia: uscita flessibile con assegno più basso", di Massimo Franchi

Con calma e gesso, per non «sbagliare il colpo». Ma le riforme Fornero verranno modificate. Uscita flessibile con penalizzazioni per le pensioni, interventi mirati per includere i giovani per il capitolo lavoro. Enrico Giovannini fa il suo esordio davanti alle commissioni parlamentari e predica metodo: «Abbiamo un colpo solo per far ripartire la crescita>, è il mantra del nuovo inquilino di via Veneto nell’audizione di ieri pomeriggio al Senato. Da bravo statistico, l’ex presidente dell’Istat vuole essere sicuro di cambiare per migliorare. Venerdì sarà affrontatal’emergenza Cig. Poi un’analisi approfondita dei dati prima di intervenire con il cacciavite sulle riforme del lavoro e delle pensioni. Non certamente prima di giugno. «Con tutti i limiti che abbiamo, di spesa o di riduzione delle imposte, abbiamo un solo colpo da sparare – ha spiegato – . Dobbiamo riuscire a centrare l’obiettivo e, avendo risorse limitate, dobbiamo costruire un pacchetto per riuscire a orientare le aspettative in maniera tale da favorire e anticipare la ripresa che gli analisti danno tra la fine anno e l’inizio del 2014. Abbiamo bisogno – ha continuato – di un attimo di tempo per decidere, magari con delle analisi, le soluzioni più adatte per avere l’impatto maggiore». Per creare lavoro il governo studia quindi «un pacchetto realistico »: «Non si può immaginare che la defiscalizzazione o la decontribuzione risolva il problema. Servirebbero – ha concluso – risorse incompatibili con i vincoli di bilancio». Nessuno stravolgimento, quindi. Anche perché gli ultimi dati sulla riforma del lavoro non sono disprezzabili. «Bisogna essere estremamente attenti a toccare una riforma che sta creando gli effetti voluti perché le imprese e gli investitori non amano l’instabilità delle norme». Portando i dati Isfol il ministro osserva che «sta succedendo quello che la riforma si stava prefigurando» ossia «una riduzione dei contratti di collaborazione e intermittente e uno spostamento verso il tempo determinato». Anche se, conclude, è «presto per dire che l’aggiustamento è completo».

PRIORITÀ: LAVORO Al GIOVANI La priorità è ribadita: l’inclusione dei giovani. «Ridurre le tasse per il lavoro stabile e per i neoassunti, alla defiscalizzazione dell’assunzione dei giovani, allo sviluppo dell’apprendistato, alle modifiche della riforma del lavoro per avere più flessibilità nel lavoro determinato, all’occupazione femminile e al superamento del precariato nella pubblica amministrazione ». Anche la draconiana riforma delle pensioni sarà modificata. Anche qui si punta ad una maggiore elasticità per consentire l’uscita dal lavoro «in cambio di penalizzazioni». Una «flessibilizzazione delle regole>, introducendo un sistema di «penalizzazioni» sull’assegno per le uscite anticipate. Le reazioni di forze politiche e sindacati sono tutte positive. «Concordo con il ministro Giovannini: le leggi senza crescita non creano posti di lavoro – commenta Rita Ghedini del Pd – . La logica opposta, in passato, ci ha travolti. L’Italia ha certamente bisogno di riforme, ma per creare occupazione è adesso assolutamente prioritario rilanciare lo sviluppo del Paese. Basta con l’ubriacatura da riforme e con l’allentamento delle regole ». «E un bene che si riapra la discussione sulla riforma delle pensioni», apprezza Carla Cantone, leader dello Spi Cgil. «Purchè però ci sia un confronto con le organizzazioni sindacali perché le scelte unilaterali hanno sempre prodotto disastri », fa presente Cantone. «Abbiamo sempre sostenuto la necessità di restituire ai lavoratori la possibilità di scegliere il momento in cui accedere al pensionamento », dichiara il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli.

L’Unità 15.05.13

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