"Il nuovo proletariato", di Gad Lerner
È il muratore di Vittoria che si è dato fuoco ieri quando la sua casa è stata messa all’asta perché non era in grado di restituire diecimila euro alla banca. Prima di lui riconosciamo l’uomo indebitato in tanti altri protagonisti dei gesti disperati di cui sono piene le cronache recenti. Ma non basta. Interi popoli, ormai, fra i quali gli italiani, vivono soggiogati dal debito. Una condizione esistenziale che li colpevolizza – siete voi stessi i responsabili della vostra disgrazia! – e li sollecita a modificare le proprie abitudini di vita attraverso una disciplina imposta. Prima ancora del sopraggiungere dell’indigenza, è la dottrina economica del debito, divenuta senso comune, ad ammonirci quotidianamente: non lavoriamo abbastanza, consumiamo troppo, godiamo di tutele sociali che non dovremmo permetterci. Ma davvero l’uomo indebitato deve rassegnarsi a chinare il capo e a prendersela solo con se stesso? È come se la crisi di un’economia globale fondata sul debito infinito, che si riverbera come debito sovrano degli Stati, debito privato delle imprese e debito individuale delle famiglie rimaste senza risparmi, ci …