Giorno: 14 Maggio 2013

"Le superscuole che comandano il mondo", di Federico Rampini

Perfino in un paese come il nostro, le cui università non figurano in cima alle classifiche mondiali, esistono comunque degli atenei percepiti come “élitari”, abituati a sfornare pezzi di classe dirigenti, e quindi a creare una mentalità da “clan”, reti di amicizie, cordate utili per fare carriera nella politica o altrove. Le polemiche divampano anche in Francia. Le fortune politiche declinanti di François Hollande vengono sottolineate con una sorta di insulto: «Enarca». Se questo presidente socialista ha deluso le aspettative degli elettori, e la sua popolarità è crollata, per i suoi detrattori la causa è anche quella: come troppi “grand commis” dello Stato francese, Hollande è un tipico prodotto dell’Ecole Nationale d’Administration (Ena), la fucina della classe dirigente. Un corpo separato, insomma, una sorta di palestra dei leader troppo avulsa dalla società civile, dall’economia reale. È un paradosso, perché l’Ena venne fondata nel 1945 dal presidente Charles de Gaulle e dall’intellettuale- ministro Michel Debré, proprio con la missione di «democratizzare l’accesso ai vertici della pubblica amministrazione». Attraverso regole di reclutamento puramente meritocratiche, l’Ena doveva spalancare …

"Invalsi, primo test per Carrozza", di Alessandra Ricciardi

Il decreto non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. É questo dato di fatto giuridico che aprirebbe la strada a una revisione delle regole del nuovo sistema di valutazione delle scuole. Un regolamento che è stato fortemente voluto dall’ex ministro dell’istruzione, Francesco Profumo, alla vigilia della fine del proprio mandato e su cui il successore, Maria Chiara Carrozza, è chiamata a decidere se e come andare avanti. Lo sciopero indetto dai Cobas contro le prove Invalsi in corso (oggi per la scuola secondaria di primo grado e il 16 maggio per quella di secondo grado) ha riscosso una percentuale minima di adesioni da parte degli insegnanti, meno dell’1%. Ma è l’umore nelle scuole a pesare negativamente. Perché se è vero che somministrare i test è obbligatorio, è anche vero che molti docenti non ne condividono le finalità (si finirebbe per piegare la didattica al successo ai test e non a lavorare sull’apprendimento in quanto tale, critica la Flc-Cgil) e molti genitori sottolineano il nuovo aggravio di impegni per i ragazzi, che si sono visti …

"La verità e la fiction", di Natalia Aspesi

Ilda Boccassini, con voce ferma e stentorea, ha lapidato l’illustre imputato con una imponente valanga di tutte le testimonianze, tutte le intercettazioni, tutte le prove raccolte in questo lungo processo, il sedicesimo per il vivace, dal punto di vista della legge, Silvio Berlusconi, in questo caso accusato di concussione e prostituzione minorile. Nel Palazzo di Giustizia di Milano ieri è echeggiata la verità processuale, cioè la verità, quindi l’opposto di quello che la sera prima la trasmissione “La guerra dei vent’anni” aveva proposto agli spettatori di Canale 5, proprietà dell’imputato. Nell’aula i fatti, in video la Delly. In aula l’austerità del luogo, delle tre donne giudice, delle toghe, della parola, del silenzio, in video un signore disinvolto in maglioncino blu, con in mano i soliti fogli che non guarda mai e devono quindi essere o un tic o un portafortuna, in ginocchio a far domande tremule un giornalista stipendiato dall’imputato, come tutte le signorine, Ruby compresa, che dell’imputato hanno parlato come fosse l’Abbé Pierre, dedito sia alla castità che alla beneficenza e forse anche al …

"La sottile lastra di ghiaccio", di Alfredo Reichlin

Insieme all’augurio più affettuoso vorrei trasmettere con questo scritto alcune mie idee a Guglielmo Epifani. Il segno dello smarrimento del Partito demoocratico io lo vedo nell’incapacità di mettere i piedi per terra. Di collocarsi (questo voglio dire) al centro del conflitto vero, là dove si decide, là dove si vince o si perde nel mondo degli interessi reali e a vantaggio di chi e di che cosa. La cosa più triste è che ci siamo impantanati in polemiche, rotture e rese dei conti interni e non riusciamo a misurarci con la questione più grande e la più carica di interrogativi. Quale? Con ciò che uno storico come Massimo Salvadori considera ormai come il profilarsi di una crisi di regime: del regime democratico e parlamentare italiano. Che poi – aggiungo io – è parte di una crisi più ampia che investe l’Europa: una crisi dell’economia che si sta trasformando in crisi della sovranità e della cittadinanza. Dico questo non per sfuggire al «qui e ora» ma perché solo se ripartiamo da una comprensione della realtà che …