Il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga «il cui importo preciso poi vedremo», sarà coperto con «fondi del ministero del Lavoro e di altri ministeri non utilizzati»: lo ha spiegato il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, che ha confermato «l’intesa c’è, ma l’approvazione definitiva avverrà al prossimo Consiglio dei ministri». Dovrebbe essere di i miliardo la cifra che il governo potrebbe mettere a disposizione per assicurare la copertura per l’intero 20i3 alla platea stimata tra i 45omila e i 5oomila lavoratori che beneficiano del sostegno della Cigd.Si tratta di una somma inferiore rispetto ai 2 miliardi stimati dalle Regioni (si veda l’articolo in pagina) e dai sindacati. Dovrà essere sciolto in questi giorni il nodo relativo alle fonti di copertura per il finanziamento della cassa integrazione in deroga, che potrà contare anche sui circa 4 milioni di risorse, frutto dal taglio degli stipendi dei ministri a titolo di «contributo simbolico». L’ipotesi originaria, di procedere con una riduzione lineare delle dotazioni finanziarie disponibili per i ministeri, è stata esclusa dallo stesso ministro Saccomanni: «l’epoca dei tagli lineari è finita» ha detto intervistato su Lai. Un’altra ipotesi che ieri sembra aver preso corpo è quella di attingere ai 65o milioni destinati alle imprese per finanziare lo sgravio contributivo sui premi di produttività erogato con la contrattazione di secondo livello. Si potrebbe anche attingere ai fondi comunitari destinati alla formazione ancora disponibili. Nel mirino i circa 40o milioni destinati a Puglia, Campania, Calabria e Sicilia, le quattro regioni merii dionali che hanno un elevato numero di ore di cassa integrazione in deroga. L’ordine del giorno del primo consiglio dei ministri che riportava tra i temi in agenda il rifinanziamento della cassa in deroga ha creato aspettative nei sindacati. Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, prima dell’inizio della riunione ha rivolto l’auspicio «che si trovi oggi una soluzione definitiva al problema della cassa integrazione in deroga in modo da disinnescare un clima già pesante di tensione sociale». Anche Serena Sorrentino (Cgil) attendeva «una risposta alla domanda sociale che rischia se non affrontata con tempestività e certezza di trasformarsi in disagio». Insieme alla cassa in deroga, la Cgil pone l’accento sulla mobilità in deroga e sui contratti di solidarietà, auspicando «una dotazione sufficiente affinché possano essere uno strumento in grado di limitare il ricorso agli ammortizzatori ed evitare i licenziamenti». Per Guglielmo Loy (Uil) «se le intenzioni del Governo partono da buoni propositi », la copertura di tali provvedimenti «non può certamente essere trovata nel ridurre le risorse destinate alla formazione, strumento principale per la ricollocazione dei lavoratori in difficoltà». Secondo Loy «nelle pieghe del bilancio dello Stato vanno trovate risorse adeguate, razionalizzando la spesa». e
Il Sole 24 Ore 10.05.13