«In effetti ci stiamo chiedendo se non sia il caso di rallentare. Vede, non bisogna strafare, esistono comunque dei cicli». Il problema di Luciano Sanguineti vorrebbero averlo tutti, perché si chiama crescita. Le valvole sottomarine per impianti offshore che la sua Atv piazza in tutto il mondo dalla remota Colico in provincia di Lecco, stanno continuando a macinare commesse, già oggi in grado di sostenere più di un anno di lavoro. Tra gennaio e marzo i ricavi balzano del 30% a 20 milioni, da anni si battono costantemente record di vendite, nel 2013 l’organico è già salito di nove unità, altre 20 arriveranno nei prossimi mesi. Davanti a 42 fallimenti al giorno, produzione in calo da 18 mesi consecutivi, export europeo in ritirata, boom di disoccupazione e cassa integrazione, Atv per l’Italia sembra un’eccezione, una realtà piovuta da Marte. Ma per fortuna non è proprio così. Anche in questo disastrato 2013 c’è infatti una discreto numero d’imprese che riesce ancora ad aumentare in modo rilevante i propri volumi, quota stimata in Lombardia al 25%. L’analisi per distretti effettuata da Intesa-Sanpaolo, indica numerose aree del Paese ancora in grado di competere su basi di eccellenza, con ben 43 specializzazioni che nel 2013 sono arrivate al record storico di export, con performance positive anche in questi mesi. ra i distretti più robusti – quelli con esportazioni superiori ai 500 milioni di euro – ve ne sono 30 che tra ottobre e dicembre 2012 hanno ancora aumentato le vendite oltreconfine, spesso con incrementi a doppia cifra. Nell’elenco si trova di tutto: dalla farmaceutica alla meccanica, dai beni strumentali al tessile, dagli alimentari all’aeronautica, dai mobili alla rubinetteria. Settori diversi, dove però le singole storie di successo sono accomunate spesso da una ridotta dipendenza dal mercato interno, da una forte spinta innovativa, dalla ricerca continua della qualità, dal presidio di una specifica nicchia di mercato. Ricetta sintetizzata proprio da Advanced Technology Valve, capace di risolvere i problemi di sicurezza delle trivellazione del Golfo del Messico dopo l’incidente Bp ideando una nuova valvola di sicurezza per le trivellazioni. «Esportiamo il 99,9% dei ricavi – spiega l’imprenditore Luciano Sanguineti – e alla ricerca dedichiamo fino al 4% dei nostri ricavi».
Export e innovazione, dunque. Perché si vincono commesse solo con prodotti all’avanguardia e si può investire in innovazione solo se i volumi lo consentono, dunque se il mercato è il mondo. E gli esempi per fortuna non mancano. Per le macchine da imballaggio in Italia nel 2012 c’è il nuovo record storico di ricavi a 4,45 miliardi e lo sprint del 10,4% tra gennaio e marzo, con una quota di export che vale il 90% delle vendite. «Le maggiori aziende – spiega il direttore generale di Ucima Paolo Gambuli – si stanno sempre più specializzando nella fornitura di specifiche tecnologie per particolari settori: in queste nicchie diventano così le migliori al mondo».
Un esempio di eccellenza di nicchia, in un altro settore, è la bergamasca Clay Paky, leader nelle illuminazioni professionali con 60 brevetti attivi, capace di conquistare forniture di impatto globale come Olimpiadi, Superbowl, notte degli Oscar, concerti di Paul Mc Cartney. L’export vale il 95% dei ricavi, arrivati lo scorso anno al record di 70 milioni, il 25% in più rispetto all’anno precedente, una crescita che quest’anno ha portato dieci nuove assunzioni. Altro distretto in salute è la pelletteria fiorentina, dove l’export è ai massimi di sempre mentre cresce il numero di multinazionali e griffe che decide di riportare in Toscana la propria produzione. «Lo ha fatto Montblanc – spiega il presidente della sezione pelletteria di Confindustria Firenze Franco Baccani – e lo faranno altri a breve. La filiera qui è vitale, nella mia azienda esporto quasi tutto, è dal 2010 che i ricavi aumentano». Tra i motivi vi è anche il salto di qualità realizzato dalle aziende locali, capaci di ridurre i tempi di lavorazione, migliorando il servizio e convincendo i “big” a sfruttare la flessibilità delle proprie linee produttive.
In crescita oltreconfine anche il tessile di Como, spesso proprio grazie all’innovazione. Per la tessitura Taiana, che resiste sui livelli del 2012, determinante è stato l’inserimento della nuova linea tecnica di costumi da nuoto, capace di “vincere” a Londra ben 46 medaglie, vestendo anche la nazionale cinese di tuffi. Ma la sfida è dura, e nessuno regala nulla. Le rubinetterie Paini, nel novarese, per vincere una maxi-commessa Ikea si sono dovute sottoporre a tre anni di “check-up” da parte dei manager svedesi, con l’indicazione precisa dei fornitori e la richiesta di prezzi da “discount”. Il risultato è un ordine che offre margini all’osso ma che vale quasi il 10% dei ricavi. «E lo scorso anno – spiega l’ad Marco Paini – l’azienda ha avuto il nuovo record di vendite con una crescita del 7%, aumentando anche gli addetti. Con i tempi che corrono direi che non è male..». Personale che aumenta anche alla Same Deutz-Fahr di Treviglio, in grado di riportare lo scorso anno i ricavi ai livelli pre-crisi a 1,2 miliardi con il nuovo record di utili, in parte redistribuiti ai dipendenti con un premio di risultato da 4.600 euro per tutti gli addetti di Treviglio. La ricetta?
Investimenti raddoppiati, ricerca aumentata del 25% a 24,5 milioni, 89% di export. La crescita, oggi, si può fare solo così.
Il Sole 24 Ore 09.05.13