Famiglie italiane all’assalto del tempo pieno a scuola. Ma soltanto una parte riesce ad ottenerlo. Gli altri devono accontentarsi delle altre formule previste dall’ordinamento scolastico italiano: 27 e 30 ore a settimana. E le 24 ore, inaugurate dalla riforma Gelmini col palese obiettivo di tagliare più cattedre possibile, anche quest’anno sono state gettonate da una minoranza. Le prime iscrizioni online, lanciate dall’ex ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, hanno decretato la netta preferenza, almeno all’elementare, per le 40 ore di lezione settimanali: mattinata di studio, pausa pranzo e pomeriggio di attività didattiche meno impegnative per gli scolari. Alla scuola media invece i genitori preferiscono che i figli tornino a casa dopo un’intera mattinata di studio a scuola.
I dati messi a disposizione dal ministero dell’Istruzione dopo la chiusura delle iscrizioni, lo scorso 28 febbraio, parlano chiaro. Su cento famiglie che hanno iscritto i figli in prima elementare nella scuola statale ben 38 hanno segnato la casella del tempo pieno. Oltre 196mila famiglie vorrebbero che i propri figli rimanessero a scuola per otto ore giornaliere e che a fine giornata avessero anche svolto almeno una parte della valanga di compiti che i bambini della scuola primaria si ritrovano sul groppone ogni pomeriggio. Ma quest’anno sono soltanto 176mila i bambini delle statali che frequentano la prima elementare a tempo pieno. Se quindi l’organico dovesse essere confermato almeno 20mila famiglie rimarranno delusi.
E se – per permettere alle attuali prime di diventare il prossimo anno seconde a tempo pieno – l’organico si dovesse contrarre, le famiglie che dovranno rinunciare al tempo lungo saranno ancora di più. Quelle che hanno invece optato per la formula con 30 ore a settimana sono 31 su cento e 28 su cento quelle che si accontentano di 27 ore di lezioni settimanali. La prima opzione – le 24 ore a settimana, che si tradurrebbero in 4 ore di lezione al giorno oppure in una più comoda settimana corta senza scuola il sabato – non è neppure presa in considerazione dalle mamme e dai papà italiani: l’ha scelta appena il 2,7 per cento delle famiglie.
Ma la richiesta di tempo pieno, con tutta probabilità, è superiore a quel 38 per cento emerso dalle iscrizioni dello scorso mese di febbraio. Perché l’opzione era presente soltanto nelle scuole dove funzionano già alcune classi a tempo pieno. In quelle in cui questa modalità non è stata attivata non è possibile sceglierla. E se una famiglia ha iscritto il proprio figlio in una scuola elementare dove manca del tutto il tempo pieno dovrà accontentarsi di 30 o 27 ore a settimana di lezione.
Le oltre 24 mila famiglie che hanno iscritti i propri figli in un istituto non statale preferiscono invece evitare il tempo pieno: lo scelgono 18 su cento, contro le 53 che optano per le 30 ore e le 23 che preferiscono 27 ore a settimana. Il tempo prolungato – di 36 o 40 ore settimanali – alla scuola media è stato indicato soltanto dal 16 per cento delle famiglie italiane. Per tutte le altre, cinque ore di lezione al giorno e a casa.
da repubblica.it