Mese: Aprile 2013

"Il potere del Quirinale", di Claudio Tito

Lo psicodramma del Pd vissuto in diretta streaming non è solo la crisi di un partito. Rappresenta certamente la débâcle di una classe dirigente e di un modello rappresentativo che non riesce più a intercettare alcuni settori dell’opinione pubblica. Ma soprattutto costituisce lo smarrimento di un intero sistema politico. Il risultato elettorale di due mesi fa ne è stata la plastica rappresentazione. Con tre forze politiche sostanzialmente alla pari e ciascuna largamente minoritaria. Persino la sorpresa grillina si sta rivelando incapace di offrire uno sviluppo concreto alle proposte avanzate in campagna elettorale e urlate da una base che voleva in primo luogo “rottamare” la classe politica che ha governato il Paese negli ultimi venti anni. Dinanzi ad una debolezza tanto manifesta, il nostro sistema istituzionale sta rispondendo cercando di colmare quel vuoto. Come sempre accade in politica gli spazi lasciati liberi vengono sempre riempiti. Da altre forze politiche o, come in questo caso, da una figura “terza”. La crisi dell’intero sistema politico si sta affidando all’unico punto di riferimento democratico e autorevole che il Paese …

Bologna – Museo della Sanità – Inaugurazione mostra: "Terra Tremuit. Incisori per gli archivi"

Museo della Sanità, Via Clavature 8-10 Bologna – gentilmente concesso dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna – All’evento inaugurale interverrà l’Onorevole Manuela Ghizzoni già presidente della VII Commissione (Cultura, Scienza e Istruzione) della Camera dei Deputati. In occasione dell’inaugurazione, inoltre, l’attrice Marinella Manicardi darà lettura di alcuni brani che rievocheranno i drammatici eventi del maggio 2012, soprattutto nel loro impatto sul patrimonio culturale. Verrà inoltre proiettato un breve video curato dall’Associazione SOS Archivi e Biblioteche e volto a documentare le condizioni degli archivi all’indomani del terremoto.

"Il cambiamento? È salvare l’Italia", di Alfredo Reichlin

La cosa che più fa male – e sulla quale bisognerebbe concentrare l’attenzione – è che il Pd così com’è (e quindi la sinistra italiana reale così com’è) non si è mostrato in grado di guidare l’Italia in un passaggio davvero cruciale della sua vicenda nazionale. Un Paese che non ha futuro se non riesce a collocarsi tra i costruttori di una nuova potenza europea. Qui sta la sconfitta del suo gruppo dirigente. Una sconfitta molto amara ma senza appello. E tuttavia tale – essendo quella la posta in gioco – che nessun altro, nel campo democratico, ha vinto. Cerco di capire cosa sta succedendo guardando alla realtà prima ancora che al partito. Lo confesso, io non riesco a spiegare tutto con gli errori di Bersani e con la debolezza e le contraddizioni irrisolte del Pd (ho tanto scritto, come nessun altro, su queste cose). Magari. Purtroppo c’è altro. C’è un grado estremo di logoramento del rapporto di fiducia tra i cittadini e i partiti. C’è un inquinamento morale della politica che è alimentato non …

"Flop M5S: voti virtuali e batosta in Friuli", di Sara Ventroni

La solenne rampogna di Napolitano è stata accolta con sincera contrizione. La classe dirigente è in castigo. Al letto senza cena. Bando alle moine, ora si procede a consultazioni lampo. Gli unici a tenere il muso sono i ribelli Cinque Stelle. Durante il discorso del presidente ostentano indifferenza con il mento in alto, sempre rivolto a Beppe Grillo. Mentre il Pd si sottopone a una perizia psichiatrica nazional popolare, contando le identità multiple sul lettino dell’analista (ex Ds, ex Margherita, ex bersaniani, neo-renziani, dalemiani, popolari, liberi battitori, falchi tiratori e Pippo Civati), mentre il Pdl sorride fingendo di avere la coscienza a posto, il Movimento pentastellato mette sotto processo il senatore ciociaro Marino Mastrangeli, reo di aver partecipato a trasmissioni televisive con la Costituzione in mano e i fari luminescenti di Barbara D’Urso a sbiancare il sorriso. Troppo facile, ora, citare Marx, e la tragedia che si ripete in farsa. E però mai, come stavolta, andando con la mente ad altri momenti funesti della Repubblica, ad altri processi in nome del popolo, gli apici spuntanti …

"Alla politica non basta solo il Web", di Gianni Riotta

Se oggi manderete una mail, o vi collegherete con un sito web, è probabile che la vostra posta, o la vostra ricerca, passino da Porthcurno, in Cornovaglia, dove tra cemento, vetro, cavi, centraline e giganteschi impianti di raffreddamento, funziona uno dei crocevia europei più trafficati del web. Andrew Blum, giornalista del periodico Wired, ne parla nel volume «Tubes, viaggio al centro di internet», reportage nella struttura fisica della rete. La letteratura tecnologica fa di internet un universo di «Nuvole», «Realtà virtuali», «Anima Digitale», ma invece è concretissima, come un mattone, un bullone, una chiave inglese. La politica italiana scopre in queste ore, con qualche stupore, qualche goffa comicità e una tardiva alfabetizzazione collettiva, che la Rete siamo noi, il Virtuale è Reale. Non ci sono Eden digitali, solo fatica, lavoro, mobilitazione di masse e individui, dalle piazze di Peppone e Don Camillo a twitter, i siti, i blog. Scoperta dolorosa, la Fatina Web non esiste, perché il Pinocchio dei Partiti diventi Bambino online tocca studiare e soffrire. «Il popolo del web», questa metafora dolce e …

"La priorità è un sussidio al lavoro", di Tito Boeri

È probabile che un governo di coalizione fra Pd, Pdl e Scelta Civica ottenga il voto di fiducia superando lo scoglio dei franchi tiratori. Ma non sarà certo facile per il nuovo governo del Presidente darsi un programma secondo “le priorità e la prospettiva temporale che riterrà opportune”. Il documento dei saggi, che dovrebbe offrire la base di questo programma, non definisce priorità. La sua parte economica formula ben 32 proposte, la cui attuazione richiederebbe almeno due, forse tre legislature. Soprattutto non distingue fra interventi d’emergenza per il rilancio dell’economia, misure congiunturali volte a bloccare la spirale recessiva e interventi strutturali, che vogliono migliorare la competitività del nostro Paese di qui a 4-5, fino a 10 anni. Non manca il buon senso e molte proposte sono condivisibili, ma non c’è una diagnosi che potrebbe guidare una gerarchia di misure e soprattutto dettare la loro scansione temporale. La parte istituzionale non si esprime sulla riforma più importante, il cambiamento di una legge elettorale antidemocratica, per via del premio di maggioranza indipendente dal numero di voti effettivamente …

"Scuola, vecchie aule addio: nuove regole per costruirle", di Anna Maria De Luca

Per la prima volta dal 1975 si mette mano all’architettura interna delle scuole: nuove regole per costruire spazi d’apprendimento coerenti con le innovazioni determinate dalle tecnologie digitali e dalle evoluzioni della didattica. Ambienti capaci di rompere la vecchia modalità trasmissiva cattedra – banco e la centralità della lezione frontale. Cosi le scuole diventano “tessuto ambientale per l’apprendimento”, dall’atrio ai servizi igienici agli spogliatoi, alle pareti mobili. Una scuola pensata “in modo da lasciare sempre una possibilità di variazione dello spazio a seconda della attività desiderata”. Stop alle vecchie aule. “Per molto tempo – si legge nelle Linee Guida varate su proposta del ministro Profumo dopo il parere della Conferenza Unificata – l’aula è stata il luogo unico dell’istruzione scolastica. Tutti gli spazi della scuola erano strumentali o accessori: i corridoi utilizzati solo per il transito degli studenti, o il laboratorio per poter usufruire di attrezzature speciali”. Oggi non può essere più cosi: la realizzazione degli edifici scolastici dovrà rispondere a parametri e criteri architettonici e dell’organizzazione dello spazio del tutto nuovi. Le scuole “non luoghi”. …