"I ricatti da respingere", di Massimo Giannini
C’è stato, in Italia, un tempo lontano in cui la sinistra berlingueriana sperava di governare in nome dell’«alternativa democratica ». Oggi quello che resta della sinistra italiana si accinge a governare insieme alla destra berlusconiana «perché non c’è alternativa». È un radicale cambio di fase, imposto dallo «stato d’eccezione» permanente nel quale siamo ormai precipitati. Prima un presidente della Repubblica che viene rieletto da un Parlamento disperato e paralizzato, per la prima volta dal dopoguerra. Ora un presidente del Consiglio del Pd che prova a fare un governo con il Pdl, per la prima volta dal dopo-Tangentopoli. L’alchimia politica dell’esperimento è necessitata, ma azzardata. Le formule si sprecano: dal governo del presidente al governo di scopo, dal governissimo alla Grande Coalizione. Quella escogitata dal premier incaricato è oggettivamente efficace: «Governo di servizio» al Paese. Ma la sostanza è la stessa. Dopo un quasi Ventennio di scontro più o meno irriducibile con il Cavaliere di Arcore, la sinistra è costretta dalla sua stessa inadeguatezza non solo a scendere a patti, ma addirittura a governare insieme all’avversario. …