Mese: Aprile 2013

"Torna lo streaming dell’incomunicabilità e Letta esorta i 5Stelle: “Scongelatevi”, di Filippo Ceccarelli

Al terzo o quarto streaming in meno di un mese, risalendo il primo incontro Bersani-Letta con i cinquestelle al 27 di marzo, il giornalista politico comincia a sentirsi un po’ telecronista balbettante e desolato, critico televisivo senza mezzi né preparazione, anima in pena dispersa nel cyberspazio istituzionale. E seppure le fatiche dell’informazione non fanno notizia, la diretta web di ieri, l’incontro fra il presidente incaricato e una sempre più folta delegazione grillina, s’è comunque aperta all’insegna dell’incomunicabilità per poi chiudersi in un pacato botta e risposta a base di freezer e scongelamenti. O meglio, per la verità l’ultima rimarchevole battuta, che quasi certamente Letta si era messo in canna prima ancora di sedersi con i parlamentari del M5S dietro l’ormai famigliare tavolone della Sala del Cavaliere, è quella sulla canzone «Dio è morto», peraltro composta da Guccini un anno prima (1966) che l’incaricato venisse al mondo. Sulla presenza o meno della divinità in questo genere di vicende si può discutere, più o meno laicamente, ma in ogni caso l’esperienza politica – e un po’ anche …

“Beppe sbaglia, i valori della Resistenza sono vivi”, di Andrea Montanari

Antonio Pizzinato presidente onorario dell’Anpi Lombardia, Grillo dice che il 25 aprile è morto. È vero? «Credo che la manifestazione di ieri anche a Milano stia ad indicare che il 25 aprile sia più vivo che mai nel far vivere i valori della Resistenza. Ieri mattina ero a Dongo sul lago di Como. Un luogo simbolo della nostra storia. Ho sottolineato alle nuove generazioni che devono far vivere questi valori e ho ricevuto consensi da tutti. Non è questo il problema, oggi». Qual è? «Il punto è che nell’ultimo ventennio in parte non si sono fatti vivere i valori nati dalla Liberazione che sono implementati nella nostra Costituzione. Non possiamo dimenticare che il valore della Resistenza è stata alla base del decreto luogotenenziale che nel giugno del 1944 stabiliva che spettava solo al popolo sovrano decidere i passi successivi ». Cioè? «Uno dei punti che negli ultimi anni è stato messo in discussione è proprio quello che oggi non sono più gli italiani a scegliere, ma il Parlamento. Ecco perché serve una riforma elettorale subito. …

"Accordo unitario sul salario di produttività", di Massimo Franchi

Il secondo accordo unitario nel giro di una settimana. Dopo il patto sulla rappresentanza, Cgil, Cisl e Uil superano le divisioni di novembre e sottoscrivono con Confindustria un’intesa per dare attuazione al decreto sulla detassazione del salario di produttività. In sostanza la detassazione del salario di produttività (l’aliquota al 10 per cento sui dipendenti con reddito annuo sotto i 40 mila euro, con tetto di 2.500 euro annui) si estende a moltissime piccole aziende, quelle senza Rsu o Rsa, ma riguarderà solo accordi sull’orario di lavoro (la sua distribuzione, la gestione dei turni) e non il demansionamento e il controllo a distanza, argomenti che avevano portato la Cgil a non firmare a novembre. Tanto che da Corso Italia si sottolinea come «questa intesa superi l’accordo separato ». INNOVAZIONE L’accordo «è in linea con le previsioni dei contratti nazionali e dell’accordo del 28 giugno 2011 – spiega in una nota la Cgil – L’intesa costituisce un passo in avanti importante nell’ambito delle relazioni industriali e, a nostro giudizio andrà estesa a tutte le altre associazioni d’impresa …

I “suggerimenti” dei “saggi” sulla scuola. Perché parlarne, di Antonio Valentino

A guardarsi intorno, non ci si aspettava che nel documento dei cosiddetti “10 saggi” si parlasse anche di scuola. Perché – sappiamo – nell’agenda della politica nostrana, la questione scuola non occupa certamente un posto rilevante. Comunque, il documento, fino a ieri, non era di quelli per cui valeva la pena di “spendersi” più di tanto, almeno nella considerazione di chi scrive. Ci poteva essere, da parte di chi si interessa di scuola, una sorta di curiosità su come la vedono personalità più attente ed esperte di questioni istituzionali ed economiche. Niente di più. Con la rielezione di Napolitano a Presidente della Repubblica e con un governo le cui caratteristiche appaiono disegnate nel discorso di insediamento (e con i limiti temporali abbastanza facilmente presumibili – e augurabili -), il documento dei saggi può invece essere letto come possibile base programmatica – come si dice – anche per il governo della scuola per i prossimi due anni (o giù di lì, se le cose marceranno per il verso giusto o che al giusto si avvicinino di …

Messaggio di Laura Boldrini per il 68mo anniversario della liberazione di Fossoli di Carpi

La celebrazione dell’anniversario della Liberazione non è mai una formalità. Questa ricorrenza ci chiama tutti al ricordo e alla riflessione. Al ricordo, innanzitutto, delle tante persone che hanno combattuto e hanno dato la vita per la democrazia e la libertà. Celebriamo la liberazione dell’Alta Italia dall’occupazione tedesca e dalla Repubblica di Salò. Ma celebriamo anche i valori della Costituzione, il rifiuto della guerra, l’uguaglianza e la giustizia sociale. Il 25 aprile segna la conclusione di una vicenda drammatica e il punto di partenza della ricostruzione della democrazia italiana. Durante l’occupazione tedesca dell’Italia e nel corso della ritirata, la popolazione civile fu vittima di fatti di sterminio programmato e sistematico. Decine di migliaia di italiani finirono nelle mani dell’apparato delle S.S. e della polizia tedesca, principale responsabile della deportazione di circa 24.000 oppositori politici italiani nei campi di concentramento tedeschi, e di circa 7.000 ebrei italiani nei campi di sterminio. L’aspetto più agghiacciante di questa spirale di violenze è costituito da stragi, uccisioni indiscriminate di popolazione civile che vennero definite genericamente ‘rappresaglie’. Si trattava in realtà …

"25 aprile, una piazza per unire il Paese", di Andrea Liparoto

Il Paese vive in uno stato di abbandono sociale senza precedenti e l’interesse individuale, l’”attesismo”, le divisioni, sono le uniche, incredibili risposte. Non è più possibile esitare. È l’ora di una piazza nazionale, infinita, responsabile, una piazza delle radici, autentiche: una piazza della Costituzione. Una piazza della memoria, di donne e uomini che ricordano o gli è stato raccontato dai protagonisti che cosa è stato il Paese senza la Costituzione, senza la libertà. Un Paese intollerabile. Una piazza per chi non sa, è distratto, appartato, perché «tanto non cambia niente». Una piazza per unire. Una piazza di vene partigiane. Senza fronzoli, di voci come mani sulla coscienza e sul cuore. «Guai a far naufragare la Resistenza nelle parole encomiastiche. Ritrovo con commozione i compagni persi nelle boscaglie, nei greti dei fiumi… Se potessero parlare direbbero: non vogliamo essere celebrati, ma amati», scrive il comandante Nello Quartieri, 91 anni (dal libro «Io sono l’ultimo» pubblicato da Einaudi) Una piazza che se non ci stiamo tutti, riscendiamo domani. Che non c’è giorno di troppo per liberarsi. Una …

"Qualcosa tipo una liberazione", di Massimo Gramellini

Nell’esporre la sua netta contrarietà all’esecuzione di «Fischia il vento e infuria la bufera» durante le celebrazioni del 25 aprile, il commissario prefettizio di Alassio ha spiegato agli ultimi, stupefatti partigiani che la festa della Liberazione è apolitica. Non me ne voglia Sua Eccellenza, ma fatico a trovare una festa più politica dell’abbattimento di una dittatura. Politica in senso nobile e bello, al netto degli orrori reciproci che purtroppo fanno parte di ogni guerra civile. Oggi il modo più diffuso per commemorare la Liberazione consiste nel rimuoverla, annegandola in un mare di ignoranza. Un signore ha scritto scandalizzato dopo avere udito all’uscita da una scuola la seguente conversazione tra ragazzi: «La prof dice che giovedì non c’è lezione». «Vero, c’è qualcosa tipo… una liberazione». Ma anche i pochi che sanno ancora di che cosa si tratta preferiscono non diffondere troppo la voce «per non offendere i reduci di Salò», come si è premurato di precisare il commissario di Alassio. Una sensibilità meritoria, se non fosse che a furia di attutire il senso del 25 aprile …