"Aumenta da nord a sud il rischio di evasione", di Cristiano Dell'Oste e Giovanni Parente
Il divario tra redditi e consumi si allarga negli anni della crisi. Ogni 100 euro dichiarati al fisco, nel 2011 gli italiani ne hanno spesi in media 121,4. Due anni prima, invece, erano poco meno di 118. La domanda, allora, viene spontanea: da dove arrivano i 21 euro in più? Dalle rendite finanziarie che non entrano nella dichiarazione dei redditi, sicuramente. Dall’erosione dei risparmi accumulati negli anni, in secondo luogo. E dall’indebitamento delle famiglie, che secondo la Banca d’Italia è in crescita. Ma anche dall’evasione fiscale, che genera un flusso di ricavi invisibile per l’agenzia delle Entrate e allo stesso tempo concretamente misurabile in termini di consumi. La misura del rischio La differenza tra spese e redditi non è una prova certa di evasione, ma costituisce senz’altro un indicatore significativo del rischio. Per capirlo, basta leggere i numeri in valore assoluto e in prospettiva storica. Dal 2003 al 2011 – ultimo anno per cui sono disponibili i dati – il divario non è mai stato inferiore ai 146 miliardi di euro, con punte di 176 …