Mese: Aprile 2013

"Aumenta da nord a sud il rischio di evasione", di Cristiano Dell'Oste e Giovanni Parente

Il divario tra redditi e consumi si allarga negli anni della crisi. Ogni 100 euro dichiarati al fisco, nel 2011 gli italiani ne hanno spesi in media 121,4. Due anni prima, invece, erano poco meno di 118. La domanda, allora, viene spontanea: da dove arrivano i 21 euro in più? Dalle rendite finanziarie che non entrano nella dichiarazione dei redditi, sicuramente. Dall’erosione dei risparmi accumulati negli anni, in secondo luogo. E dall’indebitamento delle famiglie, che secondo la Banca d’Italia è in crescita. Ma anche dall’evasione fiscale, che genera un flusso di ricavi invisibile per l’agenzia delle Entrate e allo stesso tempo concretamente misurabile in termini di consumi. La misura del rischio La differenza tra spese e redditi non è una prova certa di evasione, ma costituisce senz’altro un indicatore significativo del rischio. Per capirlo, basta leggere i numeri in valore assoluto e in prospettiva storica. Dal 2003 al 2011 – ultimo anno per cui sono disponibili i dati – il divario non è mai stato inferiore ai 146 miliardi di euro, con punte di 176 …

"Servono scelte non convenzionali", di Laura Pennacchi

Le due commissioni di esperti nominate dal Presidente Napolitano dovrebbero assumere come problema fondamentale dell’Italia l’avvitamento recessivo provocato dalle politiche di austerità imposte all’Europa dall’ortodossia rigorista tedesca. Si tratta di prendere atto che la «mainstream economics » di cui la Merkel è paladina ha fallito nel prevedere prima la profondità della crisi più grave dal dopoguerra e ora la durata della recessione che ne è seguita. In Italia con un impatto occupazionale eccezionalmente negativo di cui il dato del governo sul milione di licenziamenti nel 2012 non è che l’ultimo preoccupante segnale. Entrati nel sesto anno della crisi globale «bisogna pensare creativamente e superare i tabù», osa affermare Adair Turner già presidente della inglese Financial Services Authority. Per esempio «il tabù che vieta di stampare moneta per finanziare il deficit pubblico». Il ragionamento di Turner è il seguente. Occorre partire da una consapevolezza non ancora pienamente raggiunta e cioè che la crisi globale è stata causata da un enorme incremento non del debito pubblico ma dell’indebitamento privato (sia del sistema finanziario sia dell’economia reale) ed …

"La retromarcia dei grillini non bastano 2500 euro mensili E Beppe: vanno bene 6 mila", di Tommaso Ciriaco

Arriva il giorno in cui va in scena il Beppe Grillo che non ti aspetti. Pronto, a sorpresa, a fissare a 6 mila euro netti al mese uno stipendio equo per i parlamentari a Cinque Stelle. Pronto, soprattutto, a esigere trasparenza, senza però reclamare scontrini o ricevute anche per le famose caramelle o per un caffé. Summit con i parlamentari nel casale alle porte di Roma, venerdì scorso. «Ragazzi – dice il Fondatore – l’importante è essere presenti in Parlamento, fare il proprio lavoro onestamente e in modo trasparente. Io non ho mai eccepito sugli stipendi, ma solo sui vitalizi!». Tradotto, anche la diaria dei parlamentari è equa e non si tocca. Riavvolgiamo il nastro. In campagna elettorale lo slogan grillino promette stipendi parlamentari da 2.500 euro al mese. Un dato reale, che non tiene però conto della diaria di 3.500 al mese. A quella – a onor del vero – i grillini non avevano mai promesso di rinunciare. Ma si erano impegnati a rendicontare ogni spesa, in nome della massima trasparenza. Torniamo al casale …

"Tre strade per creare occupazione", di Walter Passerini

Lo sfondamento della linea Maginot di un milione di licenziamenti nel 2012, come raccontano i freddi dati del ministero del Lavoro, a ridosso della tragedia dei suicidi da lavoro e povertà, è un tremendo doppio colpo nello stomaco del Paese, di alto valore simbolico e reale, con il quale l’economia e le condizioni materiali delle persone tornano da protagoniste sulla scena politica, economica e sociale. Il contatore delle comunicazioni obbligatorie di avviamenti e cessazioni del ministero denota un mercato del lavoro in subbuglio, per niente stagnante, nel quale la prevalenza di segnali negativi non deve condannare alla rassegnazione. C’è da chiedersi quanto male stia facendo lo stand by della politica, ferma da sei mesi e incapace di uscire dal pantano in cui si è messa, a cui gli attori dell’economia reale non riescono a contrapporre una linea alternativa di ripresa. Serve una svolta rapida, una terapia d’urto, una salutare reazione di emergenza, che rimetta sviluppo e lavoro al centro delle agende di tutti gli attori coinvolti. E’ finito il tempo delle analisi e delle diagnosi, …

"Ora è un partito fin troppo normale", di Ilvo Diamanti

Si è “radunata” di nuovo a Pontida, la Lega. Dopo la pausa dell’anno scorso imposta dagli scandali e dalle divisioni interne. Un appuntamento fissato ai primi di febbraio. Fissato quando Roberto Maroni sperava – e contava – di celebrare un risultato elettorale migliore. Ieri, invece, il segretario, come molti dei relatori che si sono succeduti sul palco, ha dovuto ribadire che «la Lega non è morta». Inoltre, per dimostrare la volontà di gettarsi alle spalle gli scandali del passato, ha mostrato e offerto ai militanti «i diamanti della Lega» – quelli di Belsito. Io, ovviamente, non c’entro… Maroni, d’altronde, è stato eletto Presidente della Lombardia e la Lega governa, dunque, le tre principali regioni del Nord. Non a caso, il programma maggiormente evocato, in questa manifestazione, rivendica la “macroregione del Nord”. Eppure la “festa popolare padana”, quest’anno, è apparsa più triste del solito. Partecipata. Ma non troppo. Scossa da qualche contestazione – limitata. Anche Bossi, il Padre fondatore della Lega, non ha nascosto la propria insofferenza verso la leadership del partito. Prendendosela – in modo, …

"Rimettere in circolo la speranza", di Salvatore Settis

Non di soli slogan vive l’uomo. Il “patto di stabilità” che ci viene martellato nelle coscienze come fosse una legge di natura elude il solo punto essenziale: quale stabilità ci preme di più, quella dei conti pubblici o quella della società? Per sanare il bilancio dobbiamo comprimere la spesa sociale, esiliare la cultura, mortificare la sanità, emarginare i più giovani e i più vecchi? Davvero non ci sono alternative? “Stabilità” non descrive forse un Paese immobile, incapace di crescere? Assediati dallo spread e dai suoi capricci, abbiamo perduto la libertà (e la lucidità) di vedere quel che accade. Tristi primati soffocano l’Italia, ne determinano l’immagine nel mondo, erodono la nostra credibilità. Nella mappa sulla libertà di stampa del Newseum di Washington (il più importante museo al mondo sui media) l’Italia è il solo Paese dell’Europa occidentale colorato in giallo come “parzialmente libero” (Press Freedom Map: www.newseum.org ). Secondo Transparency International, l’Italia è uno dei tre Paesi più corrotti d’Europa (con Grecia e Bulgaria), peggio di Ghana, Namibia, Ruanda. Secondo dati Ocse, l’Italia è al terzo …

"Allarme università, scadono le borse dei ricercatori", di Cristina Pulcinelli

Sono stati cervelli in fuga. Poi l’Italia li ha richiamati e sono rientrati per contribuire, secondo le loro parole, «alla ricerca e allo sviluppo del nostro Paese». Ora rischiano di dover ripartire o, peggio, di rimanere senza lavoro. 114 firmatari di una lettera al ministro dell’istruzione, università e ricerca Francesco Profumo chiedono che si intervenga al più presto per evitare questa “fuga di ritorno”. Si tratta di fisici, chimici, economisti, ingegneri, biologi vincitori del programma «Rientro dei Cervelli» per l’anno 2008-2009 e che da quattro anni lavorano nelle università e nei centri di ricerca italiani. Il programma «Rientro dei cervelli » era nato nel 2001 proprio per facilitare il ritorno in patria dei ricercatori che lavoravano all’estero ed è rimasto attivo fino al 2009 quando ha cambiato nome (e regole) in «Programma Rita Levi Montalcini». Quest’anno sono in scadenza sia i contratti non rinnovabili dei ricercatori entrati con l’ultimo bando del vecchio programma, sia quelli – rinnovabili – dei ricercatori entrati invece con il primo bando del nuovo programma. E per tutti si profilano grandi …