Mese: Aprile 2013

"Dentro il mercato non c'è più lavoro", di Bruno Ugolini

Non so perchè lo abbiamo chiamato mercato del lavoro. Fa pensare a quei capannoni dove si estendono merci accatastate e attorno venditori e compratori si accapigliano per fissare i migliori prezzi. Solo che nel nostro caso le merci sono uomini e donne destinati a produrre ricchezza. Si è però di fronte a una novità perché oggi lo sguardo intravede poco o nulla: niente o quasi merci, niente venditori, niente compratori. Lo spunto è dato da un libro di Edizioni Lavoro intitolato appunto: Il mercato senza lavoro. L’autore è Ferruccio Pelos, per 26 anni dirigente della Cisl. Una lunga esperienza proseguita «dall’altra parte» in un decennio di dirigente in C onfcooperative. Ha avuto così modo di guardare all’interno di questo «mercato», attraversato da un imperversare di riforme, da quella di Tiziano Treu a quella, come scrive, «impropriamente chiamata legge Biagi ». Spiega, infatti, che «Biagi non avrebbe accettato una normativa che agisse solo sulla flessibilità in entrata, creando decine di tipologie contrattuali, senza prevedere nulla di nuovo in fatto di ammortizzatori sociali e tutele per i …

"Ma il partito senza leader boccia ogni larga intesa", di Ilvo Diamanti

Sarà difficile succedere a Giorgio Napolitano. L’avevo predetto una settimana fa. Anche se, francamente, non pre-vedevo che Napolitano sarebbe succeduto a se stesso. Tuttavia, si tratta di una soluzione coerente con il singolare modello della nostra democrazia. Un Presidenzialismo preterintenzionale. Che si è affermato senza riforme. Per inerzia e necessità. Napolitano. Non avrebbe mai voluto essere rieletto – primo caso nella nostra storia repubblicana. Ma ha dovuto arrendersi a questo stato – o meglio, Stato – di emergenza. Perché è l’unica soluzione possibile di fronte all’impossibilità di trovare altre soluzioni. In un Parlamento che riflette e moltiplica la rappresentazione di un Paese dove si confrontano tre “grandi minoranze” politiche – e non comunicanti. Ritratto esemplare del tumultuoso declino della Seconda Repubblica. Dove, non a caso, Berlusconi ri-emerge, nonostante tutto e tutti. Perché la conosce e la controlla meglio degli altri. La Seconda Repubblica: ispirata al maggioritario e alla personalizzazione dei partiti – anzi, dai partiti personali. Oggi è senza ancore e senza timoni. Come una nave che non tiene la rotta, perché l’equipaggio è diviso …

"La grande rimonta dei maschi a scuola adesso leggono (quasi) come le femmine ", di Maria Novella De Luca

Sarà merito della scuola, o forse di alcuni libri dal successo planetario, che hanno catturato al testo scritto anche il recalcitrante mondo dei ragazzini maschi. Sarà, pure, l’abitudine alla comprensione del linguaggio sincopato dei videogiochi, comunque la notizia (buona) è che nella lettura per la prima volta i bambini hanno raggiunto le bambine. Polverizzando così finalmente quei “punti” che nelle statistiche internazionali dividevano i maschi dalle femmine, queste ultime com’è noto assai più vicine ai libri dei loro coetanei. E invece si scopre che c’è un momento fondamentale negli anni della scuola primaria, in cui tutto è ancora possibile, anche la caduta di stereotipi tipo femmine-brave, maschi-distratti, oppure femmine “non portate” per la matematica, maschi capaci nelle materie scientifiche. Il paritario capitombolo in avanti è contenuto nella ricerca Progress in International Reading Literacy Study del 2011, che ogni cinque anni analizza nelle classi di quarta elementare, i livelli di comprensione dei testi scritti. E su questi dati Stefano Molina, ricercatore della Fondazione Agnelli, ha elaborato una indagine pubblicata sul sito Neodemos, con il titolo “Differenze …

"Solo lui può riparare il motore imballato", di Eugenio Scalfari

Ieri, alle ore 15, Giorgio Napolitano ha accettato d’essere rieletto alla carica di Presidente della Repubblica dopo aver ricevuto pressanti inviti da parte di tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento, Lega inclusa sia pure con qualche riserva e Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia (La Russa) esclusi. I grillini hanno continuato a votare Rodotà rafforzato dal partito di Vendola. Alle ore 18 Napolitano è stato rieletto con 738 voti. Questa è la cronaca telegrafica dei fatti già universalmente noti. Tra quanti hanno tirato un respiro di sollievo alla rielezione di Napolitano ci sono anch’io. Conosco infatti bene le ragioni che fino a ieri avevano motivato il suo fermo rifiuto alla proposta di accettare il reincarico per tutto il tempo necessario per sbloccare una situazione pericolosa di stallo della democrazia. Il Presidente quelle ragioni me le aveva spiegate in un colloquio avvenuto due settimane fa, del quale detti allora conto su questo giornale. Al di là del gravoso fardello degli animi e della fatica fisica che quel ruolo richiede, altre ce n’erano a spiegare la …

Parlamentari Pd “Napolitano oggi la miglior risposta possibile”

La nota di Baruffi, Galli, Ghizzoni, Guerra, Kyenge, Patriarca, Pini, Richetti e Vaccari. I parlamentari modenesi del Pd Baruffi, Galli, Ghizzoni, Guerra, Kyenge, Patriarca, Pini, Richetti e Vaccari hanno convintamente votato Giorgio Napolitano, dopo che sono state bruciate le due candidature di Marini e Prodi. “Non ci sono scusanti per quanto accaduto in precedenza – scrivono – restava solo il dovere di porre rimedio in fretta per restituire al Paese certezza e stabilità istituzionale. E la migliore risposta possibile è oggi il presidente Giorgio Napolitano”. «Abbiamo convintamente votato Giorgio Napolitano. Un voto conseguente agli esiti delle votazioni di giovedì e venerdì, in cui si sono bruciate le candidature di Marini e Prodi. Giovedì scorso, abbiamo interpretato la richiesta giunta dagli elettori del territorio, dal gruppo dirigente e dagli amministratori locali dichiarando pubblicamente l’astensione sul voto a Franco Marini e invocando una pausa di riflessione. Una posizione non residuale all’intero dei grandi elettori democratici, alla quale Bersani, Vendola e Tabacci hanno risposto con una candidatura in grado di ricomporre sia il partito sia la coalizione e …

L’addio di Bersani «Uno su quattro tra noi è un traditore», di Simone Collini

«Abbiamo prodotto una vicenda di una gravità assoluta. Sono saltati i meccanismi di responsabilità e di solidarietà. Uno su quattro di noi ha tradito. Per me è inaccettabile». È l’ora più drammatica per il Pd. E per Bersani. Le dimissioni, smentite alle otto della sera dal quartier generale del partito, poche ore dopo vengono annunciate dallo stesso segretario davanti ai parlamentari riuniti al Capranica. Il leader democratico non solo rinuncia definitivamente all’idea di guidare quello che in questi cinquanta giorni ha definito un «governo di cambiamento», ma va all’assemblea dei grandi elettori del Pd e annuncia le proprie dimissioni, spie- gando che saranno effettive non appena verrà eletto il prossimo Capo dello Stato: «Non posso accettare il comportamento di oggi. Per me è troppo». Poi l’annuncio dell’addio, di fronte a un’attonita assemblea. «Continuerò a dare una mano. I capigruppo con me devono da subito contattare le altre forze politiche per trovare una soluzione definitiva sul Quirinale. Noi da soli il Presidente della Repubblica non lo facciamo». Poche parole, cariche di amarezza, al termine delle quali …

"Se una donna uccisa è una notizia qualsiasi", di Natalia Aspesi

Sta diventando una notizia qualsiasi, anche un po’ ripetitiva, quindi sempre meno interessante, basta prima pagina e titoloni, quasi sempre sensazionali e sbagliati, inutili i commenti, tanto ormai si è detto tutto, e arzigogolato su tutto. Ne hanno ammazzato un’altra e un’altra ancora, una si sono accontentati di sfigurarla, e avanti così. È come se fosse diventata un’abitudine farlo e subirlo, e una barba venirne informati. Ci indigniamo? Riempiamo le piazze? Chiediamo giustizia? Pretendiamo che non succeda più? Mah, ci si è logorati anche a protestare. E poi, mentre si è lì a dire la nostra, con cartelloni e cori, ecco che da qualche parte ne ammazzano un’altra. Per le istituzioni era un impiccio prima, figuriamoci adesso, c’è ben altro da pensare con il casino politico sempre più contorto. Certo col famoso rinnovamento che per ora si è accasciato, si troverà forse il tempo di buttar lì un volonteroso pensiero: ma intanto chissà, persino in quella folla di italiani pro o contro Marini o Prodi o chiunque altro, che fuori da Montecitorio brucia la tessera …