Mentre al liceo Tasso di Roma Forza nuova e Lotta studentesca distribuiscono volantini con il simbolo di Terza posizione e la runa Wolfsangel nazista, arriva di prima mattina la richiesta di una relazione scritta e urgente alla preside del Caravillani, altro liceo della capitale, sul comportamento della docente che in classe
aveva detto a una alunna ebrea: «Se fossi stata ad Auschwitz, saresti stata attenta». A richiederla, è stato ieri il ministro dell’Istruzione Profumo, e la malattia attuale e il prossimo pensionamento della docente di matematica potrebbero non essere sufficienti a evitarle provvedimenti da parte dell’Ufficio scolastico regionale.
«La reazione ferma degli studenti e della preside — spiegherà poi in una nota congiunta con il presidente dell’Unione delle comunità ebraiche Renzo Gattegna — sono infatti la concreta dimostrazione di quanto entrambi sosteniamo con forza in ogni occasione: l’antisemitismo e il negazionismo non si combattono soltanto
il 27 gennaio di ogni anno, in occasione delle celebrazioni del giorno della memoria, ma tutti i giorni». Il ministro della Cooperazione Andrea Riccardi plaude alla richiesta di Profumo: «Siamo di fronte a un fatto sconcertante, che va assolutamente stigmatizzato specie in un ambiente come quello scolastico».
«Abbiamo perso dei parenti nella famiglia di mio marito e in quella di mia madre nei campi di sterminio» dice la mamma della ragazza. «Ancora oggi, a pensare a quelle parole mi vengono i brividi: quella docente non ha mai negato di aver detto quelle frasi, e davanti a me ha spiegato che il riferimento ai campi di concentra-
mento era per l’ordine che secondo lei vi regnava. Davvero allucinante » aggiunge.
Diversi ragazzi della scuola hanno raccontato che «non è la prima volta che la professoressa offende qualcuno. Dopo due ore di matematica se davi segni di stanchezza lei ti attaccava, diceva che bisogna essere nazisti a scuola » segnala Filippo della IIIC. E ieri sono tornati a parlare Anna Maria Trapani, preside del Caravillani, e Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica romana. «La professoressa non voleva offendere la ragazza. Quella frase ha oltrepassato le sue intenzioni. La cosa importante è che i ragazzi abbiano espresso solidarietà alla loro
amica» ha ribadito la prima. E il secondo ha risposto a chi — gli stessi ragazzi, ad esempio — ritiene eccessivo un premio al Quirinale per aver difeso la loro compagna: «Spesso ci capita di assistere alle cerimonie in cui vengono conferite le medaglie ai Giusti, che salvarono ebrei negli anni del nazismo, di sentire loro o i parenti parlare di un comportamento “normale”. La lezione che ci ha dato la preside avvalora la tesi che, in un mondo che non va nella giusta direzione, ci sia l’esigenza e il dovere di premiare un’azione normale e spontanea come quella della classe. Per mettere in evidenza che quella è la reazione giusta ». Pacifici attacca poi «quella
sparuta minoranza di docenti» che ancora non tutelano i valori della Memoria: «Forse servirebbe qualche energia in più per la loro formazione».
È stata invece Elena Improta, vice presidente dell’Anpi di Roma e Lazio a denunciare il volantinaggio al Tasso di ieri mattina. «Il ritorno di questo simbolo, che era utilizzato dal gruppo terroristico di estrema destra Terza Posizione, è un atto gravissimo, soprattutto davanti a una scuola, che è luogo di educazione e formazione. Come volantinare in pubblico con il simbolo delle Brigate Rosse» ha protestato la dirigente dell’Associazione nazionale Partigiani. Interviene il sindaco Gianni Alemanno:
«Condanno nella maniera più forte il volantinaggio e condanno con altrettanto vigore la mano scriteriata che ha imbrattato i muri dell’istituto. Scritte, simboli e anche il volantinaggio sono idiote provocazioni nonché atti gravissimi, oltraggiosi e offensivi per tutta la città».
Parole di condanna sono arrivate anche dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti per un «episodio grave e inqualificabile.
Il fascismo purtroppo è vivo nelle nostre strade, nelle scuole e noi tutti abbiamo il dovere morale di non abbassare la guardia ». E per Enrico Gasbarra, segretario del Pd Lazio, i volantini al Tasso sono «l’ennesimo gravissimo episodio che in questi ultimi anni hanno creato nella capitale un clima pesante e inaccettabile. Le derive neonaziste che più volte abbiamo denunciato non possono trovare sponde politiche e culturali in alcun modo, soprattutto quando emergono legami con gruppi terroristici di estrema destra che da anni sono fuorilegge».
La Repubblica 06.04.13