Mese: Marzo 2013

"Così si muore all'Ilva", di Adriano Sofri

Moccia, dirà il direttore dello stabilimento tarantino in un comunicato di condoglianze, è “lavoratore modello… sempre disponibile”. Ambedue disponibili a salire, alle 4 e mezzo di notte, sul ponte che sovrasta le batterie della cokeria: vi corrono i binari della macchina caricatrice che va su e giù ai forni. Sulla batteria 9, ferma per i primi lavori di messa a norma, una rotaia ha un rialzo che intralcia la corsa, i due devono ripararla. Lavorano a cielo aperto, fra i binari c’è una passerella assicurata, ai lati invece sono state posate alla meglio delle lamiere, solo per impedire che cadano materiali sugli operai che lavorano sotto. La lamiera cede e i due precipitano: Liddi è sopravvissuto solo perché è caduto addosso al compagno. In ospedale, le sue sorelle raccontano che anni fa avevano perduto un altro fratello precipitato da un ponteggio. Moccia, un omone cordiale di origine napoletana e di famiglia tarantina di “Paolo VI”, il quartiere che prese il nome dalla visita del Papa, ha moglie, che lavora alla mensa dell’Ilva, e due figlie …

"Blocco stipendi nel 2014 allarme pubblico impiego", di Barbara Corrao

Il governo prepara una proroga al 2014 del blocco degli stipendi nel pubblico impiego e degli scatti di anzianità nella scuola? A lanciare l’allarme è stata Rossana Dettori, segretario generale della Funzione pubblica Cgil che ha chiesto al governo di smentire le indiscrezioni che da qualche giorno hanno messo in fibrillazione se non tutti, almeno una buona parte dei 3 milioni di dipendenti pubblici. «Sarebbe davvero inopportuno – ha osservato la sindacalista ieri mattina – un decreto approvato dal Governo Monti, una forzatura ai danni dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni. Il ministro della Funzione pubblica Patroni Griffi dovrebbe smentire le voci che lo annunciano come imminente». «Un’altra proroga al blocco dei contratti pubblici sarebbe inaccettabile», aggiungono i segretari generali Funzione pubblica e Scuola della Cisl, Giovanni Faverin e Francesco Scrima, ricordando che le retribuzioni sono già ferme dal 2010, «mentre la spesa pubblica continua a crescere». Dello stesso tenore le dichiarazioni Ugl. Il governo si è limitato, con una nota serale del ministero Economia, a precisare che «nulla è stato deciso» e che della questione …

"Le riforme della ricostruzione", di Stefano Rodotà

L’invenzione politica e istituzionale battezzata “Seconda Repubblica” è crollata miseramente e rischia di seppellire il paese sotto le sue rovine. Un esito purtroppo prevedibile, viste le illusioni sulle quali quella nuova fase era stata fondata. Ricordiamole. Il bipolarismo come bene in sé, che avrebbe inevitabilmente prodotto stabilità governativa, governabilità a tutto campo, efficienza, fine della corruzione grazie all’alternanza al governo di diverse coalizioni. Oggi sarebbe persino impietoso ricordare con nomi e cognomi chi ha assecondato questa deriva, anche se prima o poi bisognerà pur farlo. Ma, intanto, si deve almeno sottolineare come non si sia voluto vedere l’abisso crescente tra quelle illusioni e la realtà, tanto che si arrivò addirittura a dire, dopo le elezioni del 2008, che l’orribile “Porcellum” aveva comunque avuto come effetto quello di stabilizzare il bipolarismo. Se vogliamo comprendere il presente, e progettare il futuro in maniera meno avventurosa, si dovrà partire proprio da una severa lettura critica dell’intera storia della cosiddetta Seconda Repubblica. In questo momento, il criterio di analisi e di valutazione è ovviamente rappresentato dalle vere novità politiche …

"L’ombra dei Lavitola sulla Terza Repubblica", di Filippo Ceccarelli

E nell’Italia sconvolta dalle attese e dai pericoli, dalle novità e dai vuoti, l’unica certezza è il ritorno di Lavitola e De Gregorio, il gatto e la volpe del berlusconismo più oscuro e ruspante. TOH, guarda chi si rivede! Non si dirà qui che i morti afferrano il vivo, le due condizioni risultando piuttosto relative in un paese decisamente in bilico. Ma certo questa duplice e graziosa ricomparsa, con un corredo antropologico e giudiziario di risonante attualità, non rischia solo di tradursi in un ulteriore colpo a uno dei presunti vincitori, che il Cavaliere oltretutto si aspettava, ma soprattutto alla speranza di chiudere un ciclo di ricordi e di potere. Mentre queste due figure, più che riaprirlo, lo squarciano, lo spalancano, lo squadernano riportando l’orologio a tempi ormai lontanissimi. La storia ha infatti a che fare con l’«acquisto» – così crudamente definito in atti – di un certo numero di senatori che avrebbero dovuto mandare a casa il governo Prodi. Sembra di ricordare che Berlusconi aveva battezzato tale proposito «Operazione Spallata», o qualcosa del genere. …