Mese: Marzo 2013

8 marzo: Ghizzoni, molte elette ma l'Italia non è un paese per donne

Ratifica Convenzione di Istanbul per cambiare contesto maschilista anche della politica. “Il nuovo Parlamento che sta per insediarsi vedrà, per la prima volta, un cospicuo numero di donne elette. Ma non lasciamoci ingannare: l’Italia non è ancora un Paese per donne. Lo dimostrano le condizioni di vita, le discriminazioni sui luoghi di lavoro, il tasso di disoccupazione femminile tra i più alti in Europa e, non ultimi, i dati agghiaccianti sulla violenza di genere e sui femminicidi. – lo dichiara la deputata del Pd Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione Cultura, scienza e Istruzione della Camera dei deputati, dopo la celebrazione della giornata internazionale della donna al Palazzo del Quirinale, avvenuta alla presenza del Presidente Napolitano – L’Italia sta vivendo un’emergenza, denunciata anche dalla Commissione Cedaw dell’Onu, che riguarda in numero di femminicidi, che non sono omicidi neutri, ma delitti compiuti sulle donne perché donne, agiti da uomini. Come tali devono essere affrontati. È necessario – spiega Ghizzoni – che anche le istituzioni si facciano carico di sovvertire gli attuali modelli di rapporto tra i generi, …

«Cancellate le ombre su me e i Ds, come per Telekom Serbia», di Giuseppe Vespo

Sindaco Fassino è soddisfatto? «Sì. Questa sentenza ristabilisce la verità e conferma che intorno a un’espressione ironica è stata imbastita una campagna denigratoria su di me e sui Democratici di Sinistra. È inoltre una conferma di quanto negli anni la politica sia stata inquinata da comportamenti illeciti. Mi riferisco alla strumentalizzazione di esodi analoghi, come gli scandali in- ventati di Telekom Serbia e della commissione Mitrokhin, o come molto più recentemente il caso del senatore De Gregorio e le sue dichia- razioni sulla compravendita di parlamentari per far cadere l’ultimo governo Prodi. È un modo di concepire la politica e l’azione politica privo di principi di legalità e finalizzato esclusivamente ad abbattere l’avversario. Pensi al caso Nixon, in altri Paesi per episodi simili cadono governi e presidenti. In Italia ci sono voluti otto anni per dimostrare l’uso illegittimo di quella intercettazione. E voglio ricordare che le mie parole non furono solo strumentalizzate ma anche manipolate. Dopo l’espressione ironica “abbiamo una banca”, io precisavo: “Scherzo, la banca è vostra”. Parole cancellate e mai pubblicate». Quell’intercettazione pesò …

"Otto marzo: Madri, figlie, manager ecco quali sono i Paesi per donne", da la Redazione 27esimaora

Nessun Paese (ancora) ha eliminato del tutto le discriminazioni di genere, ma le nazioni scandinave hanno colmato l’80% del gap, la «distanza» di trattamento e opportunità tra donne e uomini. E quasi ovunque le disparità nell’accesso alla salute e all’educazione si sono ridotte (tra le eccezioni Yemen, Benin e Chad). È quanto emerge dal Global Gender Gap Report 2012, l’ultimo rapporto del World Economic Forum sulla condizione delle donne in 135 Paesi del mondo. Al centro dello studio ci sono le differenze di possibilità tra uomini e donne, non il livello di sviluppo raggiunto, e non mancano le sorprese: la Mongolia, per esempio, è al primo posto nella classifica per la partecipazione all’economia, che misura occupazione, livelli salariali a seconda del genere, carriera. Le Filippine sono all’ottavo posto globale, mentre la Francia è solo 62esima, anche se fa parte dei venti Paesi che non discriminano le donne nell’accesso all’istruzione. Il luogo migliore per nascere con due cromosomi X, in ogni caso, rimane l’Europa del Nord: Islanda, Finlandia, Norvegia e Svezia occupano i primi posti in …

Per un'Italia onesta. Misure per la lotta alla corruzione e il falso in bilancio

La corruzione è uguale alla disoccupazione: è la gamba zoppa della nostra economia. Nella classifica dei Paesi più corrotti l’Italia è al 72° posto su 178. Al pari della Bosnia, peggio del Ghana. A causa della corruzione le aziende investono sempre meno in Italia e le imprese nazionali subiscono un danno di crescita fra il 25 e il 40%. Significa meno lavoro e meno ricchezza. Il Partito Democratico combatte la corruzione in Italia con un disegno di legge che prevede pene e sanzioni più severe su: falso in bilancio, concussione, corruzione, ricettazione, traffico di influenze illecite. DISEGNO DI LEGGE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI CONCUSSIONE, CORRUZIONE, TRAFFICO DI INFLUENZE ILLECITE, AUTORICLAGGIO e FALSO IN BILANCIO, scambio elettorale; PENE ALTERNATIVE ALLA DETENZIONE; MISURE PER LA DEFLAZIONE DEL PROCESSO PENALE La lotta alla corruzione è diventata una priorità nelle agende politiche internazionali, anche per effetto della profonda crisi che coinvolge le più avanzate economie mondiali: il diffondersi delle prassi corruttive, minando la fiducia dei mercati e delle imprese, determina, tra i suoi molteplici effetti, una perdita di competitività …

"Il Giano bifronte del Regolamento valutazione", di Annamaria Bellesia

Per il ministro Profumo il Regolamento sul Sistema nazionale di valutazione, inserito all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri dell’8 marzo per l’approvazione definitiva, è un grande lavoro che va chiuso prima della fine del mandato, un atto dovuto. In ballo ci sono il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia del servizio scolastico, l’innalzamento dei livelli di apprendimento, lo sviluppo delle competenze degli studenti. Tra gli effetti attesi, c’è lo sviluppo di una autonomia responsabile, grazie alla rendicontazione sociale e alla comparabilità dei risultati. Niente premialità, almeno per ora. A sentire il sottosegretario Elena Ugolini, alla cui tenacia va attribuito l’approdo finale del provvedimento in CdM, è dal 2001 che si discute di valutazione: il testo attuale è frutto di una mediazione e trae spunto dal lavoro di Governi diversi. L’esistenza di un SNV, a detta del Governo, è condizione necessaria per l’accesso ai fondi strutturali europei della programmazione 2014-2020. L’altra faccia del Regolamento è il clima di forte tensione che si è venuto a creare per la fretta di licenziare un provvedimento di tale importanza fuori …

"Più donne in Parlamento e nei cda grazie alle leggi e alla loro tenacia. Una ragione per una festa diversa, oggi, nell’Italia delle diseguaglianze", di Vera Schiavazzi

Nel giorno della Festa della Donna, c’è un genere di banca dati che vale più di qualunque altro. È quello che contiene le coordinate di signore pronte a prendere il potere, o almeno a provarci, entrando come un fiume in piena in migliaia di consigli di amministrazione piccoli e grandi, così come hanno appena invaso il Parlamento e potrebbero fare in ogni futura elezione. La Banca d’Italia, che nel 2012 aveva scelto di dedicare il capitolo “a tema” della relazione del Governatore proprio a questo argomento, ha lavorato per un anno, in collaborazione con la Consob, per “contare” le donne già entrate nei consigli di amministrazione, registrando un leggero aumento dal 10 all’11 per cento, quasi certamente collegato all’impulso ad adeguarsi alla legge del 2011 sulle “quote rosa” nelle società quotate e in quelle controllate da azionisti pubblici. A Milano, in poco più di un anno e mezzo di lavoro della giunta guidata da Giuliano Pisapia, le donne nei sono salite dal 27 al 45 per cento. E due settimane fa il numero delle parlamentari …

"Beppe, permette una domanda?", di Curzio Maltese

A Berlusconi abbiamo fatto per anni tante domande, senza successo. A Grillo oggi se ne può rivolgere una sola. Questa: ma perché non consulta la sua base sull’eventuale alleanza col centrosinistra? Beppe Grillo ha detto alla stampa tedesca che vuole far decidere la permanenza o l’uscita dall’euro dell’Italia attraverso un referendum on-line. Sarebbe una scelta storica, con conseguenze colossali e forse catastrofiche per la vita del Paese e l’economia europea, mondiale. Ma, spiega Grillo, queste sono le regole della nuova democrazia nell’era di Internet, dove non ci sono leader, uno vale uno e su tutte le decisioni, anche le più gravi, bisogna consultare direttamente la base attraverso il voto on-line. Benissimo. E allora perché non chiedere alla base degli elettori M5S, con un referendum, se vogliono o non vogliono allearsi per pochi mesi con il Pd allo scopo di approvare in Parlamento qualche urgente riforma, peraltro contenuta nei loro programmi? Grillo, Casaleggio e tutti i cantori della democrazia on-line ammetteranno che si tratta di una scelta molto meno importante rispetto all’abbandono della moneta europea. Si …