Mese: Marzo 2013

"Università, 70mila iscritti in meno in soli dieci anni. In Italia sono sempre di meno i ragazzi che si iscrivono all’Università", di Mario Castagna

Poche settimane fa era stato il Consiglio Universitario Nazionale a dare l’allarme: le iscrizioni all’università crollano inesorabilmente. Ora arriva anche la conferma del Cineca. Questo consorzio, nato nel 1969 per costituire una struttura dedicata al super calcolo, oggi si occupa anche di quasi tutti i servizi informatici del ministero dell’Istruzione e dell’Università e di molti atenei italiani. Si trova inoltre a gestire l’elaborazione informatica delle immatricolazioni universitarie e dispone quindi della banca dati più aggiornata in materia. Secondo il Cineca, negli ultimi dieci anni le iscrizioni sono diminuite di 70.000 unità mentre, addirittura, negli ultimi tre anni sono 30.000 i ragazzi che hanno deciso di non iscriversi negli atenei italiani. Si è tornati indietro di quasi un quarto di secolo. Nel 1988-1989 gli immatricolati erano 276.249, mentre quest’anno i diplomati iscritti alle varie facoltà sono stati appena 267.076. La notizia data dal Cun qualche settimana fa aveva riempito le pagine dei giornali ma subito il ministro Profumo aveva provato a gettare acqua sul fuoco. In un’intervista sul quotidiano La Stampaaveva provato a minimizzare: «Credo che …

"Se la diagnosi clinica svela l’ultimo inganno", di Francesco Merlo

L’imboscato, il disertore vile, il pavido che si rintana in un letto … Attenti a ridere perché questa è l’Italia rancida dove Silvio Berlusconi ha ormai corrotto tutto, anche la medicina e persino il linguaggio dei suoi servi che parlano letteralmente di «medici nazisti» e «di tribunali stalinisti» evocando dunque le tragedia della grande storia. Ma solo per spiegare il più misero degli inguaccchi. Com’è possibile che un poveraccio così debba ancora avere in mano le sorti del governo di un paese nonostante tutto civile, come si può ancora pensare di fare accordi o brigare sotto banco per realizzare inciuci con lui, offrire poltrone a uno che si finge malato come i fannulloni del suo Brunetta, i travet sleali che hanno alimentato la commedia all’italiana? Anche gli italiani di destra capiscono quanto sia tristemente comica l’idea che un’équipe di medici nazisti sia stata assoldata dai giudici stalinisti contro un malato misteriosamente colpito ad un occhio. E va bene che la medicina è una scienza incerta e barcollante ma non si era ancora vista un’infiammazione che …

"L'emergenza è il lavoro. Servono scelte immediate", di Maria Zegarelli

«La risposta a un voto che nella sua articolazione può apparire di sfiducia o di prevalente sfiducia – che da un lato si affida ai sogni e dall’altro alla rottamazione e non è sufficiente a indicare una prospettiva di cambiamento – deve rafforzare le ragioni del cambiamento che si propone. E questo è possibile se si va alla sostanza delle esigenze delle persone». E per Susanna Camusso, segretaria Cgil, le esigenze delle persone ruotano attorno a due grandi questioni: il lavoro e l’equità. Da qui, dice Camusso alla vigilia della sua partenza per New York, dove andrà a rappresentare il sindacato mondiale nella plenaria Onu sulla violenza contro le donne, dovrebbe partire l’azione del prossimo governo. Napolitano dice che il Paese non può aspettare, c’è bisogno di un governo. Quale deve essere il primo punto all’ordine del giorno dell’esecutivo? «Il lavoro. È questa la vera emergenza del Paese che implica interventi immediati e di prospettiva. Il quadro diventa ogni giorno più drammatico con moltissimi posti di lavoro in pericolo, un tasso di disoccupazione allarmante e …

"Le donne chiedono un new deal anti-crisi", di Roberta Agostini

L’8 marzo non è una festa, e mai come quest’anno questa considerazione viene ripetuta nei blog e sui social network. Non è una festa, perché come sappiamo, c`è ben poco da festeggiare in un Paese dove la crisi economica fa aumentare a livelli allarmanti l`esercito di precarie, povere e disoccupate; non è una festa perché le donne continuano ad essere uccise al ritmo di una ogni due giorni. Il voto di febbraio è uno spartiacque che sconvolge la geografia politica, che può avere effetti pericolosi sulla stabilità del Paese che affronta una crisi difficilissima. Esprime una critica radicale verso i partiti incapaci di dare le risposte che servono e verso le forme tradizionali della democrazia. Ci interroga tutti, noi per prime che abbiamo proposto il terreno della democrazia paritaria come risposta alla crisi democratica e della rappresentanza. È un voto che ci parla dell`Europa e delle politiche di austerità e rigore rispetto alle quali paghiamo il prezzo dell`assenza di veri partiti continentali, di una politica che sappia uscire dalle pura dimensione nazionale. Il voto ci …

"Dalle operazioni di Previti alla conversione di Razzi e Scilipoti tutte le campagne acquisti di Silvio", di Sebastiano Messina

E ancora una volta gli aveva affidato il comando delle operazioni, diciamo così, sotto copertura. Il guaio numero uno, il Grosso Guaio, era che il Polo aveva vinto le elezioni del 27 marzo 1994 ma non aveva la maggioranza al Senato: servivano almeno altri tre voti, oltre ai suoi 156, per ottenere la fiducia. Il guaio numero due, il problema del giorno, era che alla prima votazione per il presidente del Senato era in vantaggio Giovanni Spadolini. Ed era stato proprio Previti, quando Berlusconi era tornato dal Quirinale rivelando di aver confidato a Scalfaro la propria disponibilità a votare per Spadolini, a stopparlo seccamente: «Abbiamo vinto noi, le presidenze ce le prendiamo tutte e due: la Pivetti alla Camera e Scognamiglio al Senato ». Berlusconi, alla fine, si era convinto. Ma adesso le cose non stavano andando come dovevano andare, e Previti era a caccia di voti. «Ci hanno presi uno per uno, promettendoci questo e quello» confidò sottovoce a un cronista il romagnolo Romano Baccarini, senatore centrista e dunque – sulla carta – corteggiabile. …

«Quello che emerge è un attacco alla democrazia», di Giulio Santagata

Giulio Santagata non è stato chiamato a testimoniare dalla procura di Napoli. Oggi è un consulente di Nomisma, fuori dalle luci della politica. All’epoca dei fatti su cui si indaga, però, era forse l’uomo più vicino al premier Romano Prodi, in qualità di ministro per l’Attuazione del programma. E ripensando a quei tempi, a quelle sedute al cardiopalma, con i Turigliatto, i Mastella, i senatori a vita da richiamare, vede un filo rosso che da quella tormentata vicenda porta al «momento complicato» di cui parla Napolitano. Ebbe la sensazione allora che ci fossero queste compravendite di parlamentari? «Mi auguro ancora che le vicende ipotizzate non siano vere, cioè più che altro continuo a sperarlo, a sperare che in questo Paese non sia stato raggiunto un simile livello di degrado dell’azione politica. Ma non mi stupisco più di niente. E quando vedo il distacco che c’è tra i cittadini e la politica, il disgusto che accomuna tutti, trovo una giustificazione. Ora si ricorda di quel tempo solo la litigiosità ma Prodi non galleggiava, governava, riuscendo a …

"Ultima chiamata", di Massimo Giannini

Solo i miopi attori del provinciale teatrino italiano possono credere alla quiete apparente che regna sui mercati finanziari. L’Italia non è il Belgio. Né per estensione geopolitica, né per dimensione socio- economica. Di fronte a un Paese «sgovernato» la comunità degli affari e l’establishment internazionale non possono indulgere troppo a lungo. Lo spread sui nostri titoli di Stato, che da tre giorni staziona miracolosamente intorno a quota 300, è solo «caos calmo». Pronto a riesplodere e a rifarsi «violento » di fronte al perdurare dell’instabilità. DUNQUE c’è poco da illudersi. Come dice giustamente il presidente della Repubblica, «la crisi non aspetta». L’Italia deve superare in fretta questo momento, e «darsi al più presto un governo ». In questa chiave la bocciatura decisa da Fitch, che ha retrocesso il nostro debito sovrano appena due gradini al di sopra del girone infernale denominato «spazzatura», suona davvero come l’ultima chiamata. I «signori del rating», per fortuna, non sono più da tempo i padroni del nostro destino. Le agenzie che decidono, spesso in conflitto di interessi, sul «merito» delle …