Mese: Marzo 2013

"Pista di soldi tra Pdl e De Gregorio primo giro di assegni già nel 2006", di Carlo Bonini e Giuseppe Caporali

Il senatore e “congiurato” Sergio De Gregorio non «cambiò casacca» solo nel 2008 perché corrotto da 3 milioni di euro versati da Silvio Berlusconi. Semplicemente – come documenta un giro di assegni della primavera del 2006 – è sempre stato a libro paga del Pdl. Anche dopo la sua rottura nel 2005 con Forza Italia e la candidatura con l’Idv. E’ una storia che porta in Abruzzo e sul cui proscenio si muovono il parlamentare del Pdl Sabatino Aracu, longa manus del capogruppo del partito alla Camera Fabrizio Cicchitto e suo plenipotenziario nella Regione, Adele Caroli, vicepresidente del consiglio comunale di Pescara ed ex socia di Aracu, e, naturalmente, De Gregorio. Siamo nel febbraio del 2006, mancano 60 giorni alle elezioni politiche che vedranno prevalere l’Ulivo di Prodi sul centrodestra di soli 24 mila voti e, il 24 di quel mese, Aracu stacca dal suo conto presso l’agenzia di Montecitorio del Banco di Napoli San Paolo un assegno da 180 mila euro a favore della Caroli, cui è legato, oltre che dalla comune militanza politica, …

"Un voto che interroga anche i sindacati", di Pippo Frisone

Dopo i “vaffa..” e “tutti a casa”, rivolti all’intera classe politica,” l’extra omnes “dei prelati a conclave, chiude il cerchio delle “esortazioni “ forti , tanto per usare un eufemismo. Il dissesto dell’intero sistema politico, uscito dalle urne il 26 febbraio è sotto gli occhi di tutti gli italiani. Uno stallo pericolosissimo che si sovrappone ad una gravissima crisi economica e sociale. Una disoccupazione in crescita che sfiora il 40% tra i giovani , sette milioni di italiani sempre più poveri, l’inflazione al 3%, il lavoro che non c’è , i contratti fermi al palo non possono non interrogare sul dopo-voto tutte le organizzazioni sindacali, stranamente ammutoliti in questa fase. Come spiegare questo “strano”silenzio ? Una delle spiegazioni che mi son dato è che in questa anomala competizione elettorale han perso anche loro, Cgil, Cisl e Uil . Ufficialmente agli atti degli organismi dirigenti non c’è stata una preventiva dichiarazione di voto o un documento a favore di questo o di quel partito. Ci son stati, è vero, dichiarazioni individuali di voto anche di segretari …

"Nel segno di Francesco la speranza di un tempo nuovo", di Claudio Sardo

Francesco come il santo d’Assisi . Come nessuno dei successori di Pietro aveva fin qui scelto di chiamarsi. L’elezione di un nuovo Papa porta sempre con sé un sentimento di speranza, al tempo stesso laico e religioso. Ma questa volta, in quel nome, c’è qualcosa di prorompente: c’è uno spirito, una promessa, una domanda che scuote la Chiesa e insieme interroga «gli uomini di buona volontà». L’allegria di Francesco che sconvolge il conformismo dei benpensanti. La povertà di Francesco che ribalta le gerarchie del successo. La fraternità di Francesco che travolge l’individualismo e l’egoismo. La Chiesa attraversa una crisi nella modernità secolarizzata. Gli scandali e i corvi sono, al fondo, l’epifenomeno di numerose difficoltà. Il messaggio evangelico va controcorrente rispetto ai valori oggi dominanti. L’anelito alla trascendenza si scontra con un pensiero che vive solo nell’immanenza, e talvolta solo nel presente. Il perdono, che è parte essenziale della fraternità cristiana, è oggi una parola quasi impronunciabile tra mille paure e rancori. Eppure la testimonianza della Chiesa, in questo passaggio epocale, spesso non è all’altezza. Non …

Napolitano: non ho offerto nessuno “scudo”

Gentile Direttore, nell’articolo “Un premio ai sediziosi”, Massimo Giannini ha dato una versione arbitraria e falsa dell’incontro con una delegazione del Pdl da me tenuto in Quirinale martedì mattina. E’ falso che mi siano stati chiesti “provvedimenti punitivi contro la magistratura”: nessuna richiesta di impropri interventi nei confronti del potere giudiziario mi è stata rivolta, come era stato subito ben chiarito nel comunicato diramato alle ore 13.00 dalla Presidenza della Repubblica. Comunicato che Giannini ha ritenuto di poter di fatto scorrettamente smentire sulla base di non si sa quale ascolto o resoconto surrettizio. Né la delegazione del Pdl mi ha “annunciato” o prospettato alcun “Aventino della destra”. L’incontro mi era stato richiesto dall’on. Alfano la domenica sera nell’annunciarmi l’annullamento della manifestazione al Palazzo di Giustizia di Milano (poi svoltasi la mattina seguente senza preavviso, da me valutata “senza precedenti” per la sua gravità). L’incontro in Quirinale con i rappresentanti della coalizione cui è andato il favore del 29 per cento degli elettori, era stato confermato dopo mie vibrate reazioni — di cui, del resto, il …

"Addio a Teresa Mattei partigiana e femminista", di Simonetta Fiori

Fu sua l’idea della mimosa, per la festa dell’8 marzo. E riuscì a spuntarla su Luigi Longo, che voleva regalare le violette, come era d’uso in Francia. Ma a Teresa Mattei apparve più giusto un fiore povero, quel velluto giallo gialle diffuso nelle campagne. È morta ieri nella sua casa di Usigliano (Pisa) la più giovane dei Costituenti. Partigiana, combattente nella formazione garibaldina, Teresa era nata a Genova il primo febbraio del 1921. A 21 anni l’iscrizione al Pci, un partito ancora clandestino. “Chicchi” il suo nome di battaglia: a lei e al suo gruppo s’ispira Roberto Rossellini per l’episodio fiorentino del celebre Paisà. Non manca il coraggio, alla combattiva Chicchi. Anni più tardi ricorderà il ruolo giocato nell’uccisione di Giovanni Gentile, che lei conosceva dai tempi dell’università, essendosi laureata a Firenze in filosofia. «Per fare in modo che i gappisti lo riconoscessero», racconterà Teresa, «alcuni giorni prima li accompagnai presso l’Accademia d’Italia della Rsi, che Gentile dirigeva». Mentre lo studioso usciva dal suo studio, lo indicò ai partigiani. «Lui mi scorse e mi salutò». …

"Start up, la creatività non basta cresciute del 20% le aziende che emigrano all’estero", di Federico Rampini

Anche le start-up emigrano. Sempre più spesso le neonate imprese innovative scelgono la strada dell’estero. Di preferenza spiccano il volo verso la Silicon Valley. E questo nuovo tipo di “fuga” — che con le imprese trasporta all’estero cervelli, idee, brevetti — ha avuto una brusca accelerazione proprio nell’ultimo anno. È il risultato di un’indagine presentata ieri nella Silicon Valley in occasione dell’Italian Innovation Day. La ricerca rivela un balzo del 20% in un solo anno, nel numero di neoimprese che hanno abbandonato l’Italia per costituire la sede sociale altrove. Nel 2012 sono state ben l’11% del totale, quelle che hanno deciso di abbandonare il nostro paese, la maggioranza ha scelto di venire negli Stati Uniti. Corporate drain è il neologismo coniato per designare questo fenomeno che si accentua e fa da moltiplicatore rispetto ad altri drain, flussi in arrivo di talenti, risorse umane, brevetti e idee, tutti fattori riuniti dentro le start-up. Altra rivelazione importante di questa inchiesta: non è tanto la mancanza di finanziamenti a far fuggire i giovani inventori-imprenditori dall’Italia. Certo la Silicon …

"Quello che non abbiamo capito", di Pierluigi Castagnetti

È già stato detto tanto del risultato elettorale, ma c’è ancora da riflettere e da discutere. Un risultato oggettivamente molto preoccupante e ancor di più se si guarda alle motivazioni di chi l’ha determinato. Stanno uscendo analisi elettorali sempre più precise che aiutano a capire cosa è successo. S’è spezzato qualcosa di vitale nel rapporto fra i partiti, il Pd in particolare, e una parte della società, che rende in gran parte superate le nostre discussioni più o meno di geometria politica del tipo: bisogna spostare più a sinistra o più al centro la barra del partito. No, questo risultato ha spiazzato gli assi del dibattito politico, ponendo al centro la questione della credibilità, dell’affidabilità, dell’utilizzabilità dei tradizionali strumenti politici compreso il personale dirigente. S’è rotto qualcosa, dunque. Personalmente rivivo il clima e molte delle sensazioni del 1994. Anche allora (io ero dirigente Dc) a fronte di militanti che mi dicevano che sarebbe bastato tornare a votare per consentire a una parte di elettori di Forza Italia pentiti di tornare indietro, bastava uscire dal recinto …