Mese: Marzo 2013

L'economia verde per lo sviluppo sostenibile. 8 punti per un Governo di cambiamento

La green economy è il volano per uno sviluppo sostenibile ed ecocompatibile del Paese e può rappresentare una grande occasione per rilanciare l’occupazione (green jobs). Soltanto la green economy, inoltre, consente di coniugare, in una logica di solidarietà tra le generazioni, gli interventi di stimolo alla produzione ecosostenibile con la necessaria salvaguardia delle risorse ambientali del Paese. Uno dei macrosettori della green economy sui quali concentrare le iniziative di un nuovo Governo di cambiamento è quello dell’energia, nel cui ambito è possibile indicare fin d’ora, in linea con le priorità individuate dalle istituzioni comunitarie con il programma Europa 2020 e intensificando l’impegno nella lotta contro i mutamenti climatici, alcune linee di azione che consentirebbero una partenza in tempi rapidi, anche attraverso il ricorso a sussidi finanziari nazionali e comunitari, e con un significativo e pressoché immediato ritorno stimato in termini occupazionali. – Con riferimento all’ambiente le linee di intervento della futura azione di governo possono essere tracciate come segue. Il recupero del territorio Lotta a ogni condono. Sono stati presentati disegni di legge dal Partito …

"I comuni in piazza: sbloccare i fondi o moriamo", di Bianca Di Giovanni

Nove miliardi da sbloccare subito, altrimenti si autorizzeranno tutti i pagamenti rimasti in sospeso. Con uno sforamento senza precedenti del Patto di stabilità interno. È questa in soldoni la richiesta dell’Anci, che ha indetto per il 21 una manifestazione di protesta a Roma. La questione è quella dell’ormai insostenibile rinvio dei pagamenti per lavori già fatti, che non si possono onorare per non sforare i parametri di bilancio, anche nel caso in cui si abbiano le casse piene. Tutti i tentativi per aggredire la montagna di debiti accumulati dalle pubbliche amministrazioni (si parla di circa 40 miliardi complessivi per i soli Comuni) finora sono falliti miseramente. Il sistema dello sconto dei debiti attraverso le banche ha risolto esposizioni per appena 3 milioni: nulla. Intanto le aziende chiudono, i lavoratori perdono il posto, la questione sociale irrompe su una scena già drammatica. E le amministrazioni locali sono in prima linea, come testimoniano gli ultimi episodi di Perugia e di Bari. I sindaci si riuniranno il 21 al cinema Capranica di Roma. «Abbiamo chiesto e ottenuto – …

"Perché le agenzie di rating sono come le logge", di Mario Lettieri e Paolo Raimondi

È incredibile assistere ancora una volta all’immediata genuflessione dell’intero mondo politico, economico e massmediatico del paese dinanzi alle “sentenze” delle agenzie di rating. Questa volta è avvenuto dopo che la Fitch, la più piccola delle “tre sorelle”, ha declassato l’Italia da A- a BBB+. Appena tre tacche sopra il livello di “spazzatura”! Perché il messaggio fosse chiaro e subito recepito, Fitch ha aggiunto anche un “outlook negativo”, cioè una prospettiva di futuro peggioramento. Le motivazioni del declassamento non ci sembrano davvero profonde. Sono le seguenti: «Il risultato inconcludente delle elezioni rende improbabile che l’Italia possa avere un governo stabile nelle prossime settimane. La crescente incertezza politica e il rallentamento delle riforme strutturali costituiscono un ulteriore choc negativo per l’economia reale nel mezzo di una profonda recessione». Si prevede una probabile contrazione di 1,8% del Pil e l’aumento del debito pubblico al 130% nel 2013. Fitch afferma che «un governo debole sarebbe più lento e meno capace di rispondere a choc economici interni ed esterni». Le considerazioni di Fitch sono purtroppo quelle che un qualsiasi cittadino …

“La disoccupazione aumenterà ancora", di Tonia Mastrobuoni

Una delle regole d’oro dei banchieri centrali della Bce è che prima di riunirsi per discutere dei tassi, ogni primo giovedì del mese, tengono la bocca ben chiusa sulle mosse che riguardano il costo del denaro. «We never pre-commit», non ci impegniamo ex ante, ripete Mario Draghi come un automa ad ogni giornalista che prova a chiedergli se abbasserà i tassi. Ma c’è chi ama invece giocare d’anticipo, e in genere sono i «falchi», gli esponenti delle banche centrali dei paesi del nord. Così, il governatore della Banca centrale austriaca Nowotny ha fatto sapere ieri che «non è opportuno impiegare misure relative ai tassi di interesse», pur riconoscendo che «la situazione attuale della crescita è insoddisfacente». Insomma, niente calo dei tassi, fosse per l’austriaco. Eppure, guardando anche ai dati diffusi ieri dal bollettino mensile della Banca centrale europea diffuso ieri, la pessima costellazione di dati sembrerebbe favorire un alleggerimento del costo del denaro. L’economia peggiora, anche se la Bce resta dell’idea che nella seconda metà dell’anno ricomincerà la ripresa, e l’inflazione continua a scendere. Come …

Istat-Cnel: italiani meno soddisfatti della loro vita

Italiani piu’ incerti e tristi a causa della crisi: fino al 2011 quasi la meta’ della popolazione di 14 anni e piu’ dichiarava elevati livelli di soddisfazione per la propria vita nel complesso, indicando punteggi compresi tra 8 e 10 (su una scala da 0 a 10). Ma nel 2012 la quota dei soddisfatti e’ scesa dal 45,8% dell’anno prima al 35,2%. Lo certificano l’Istat e il Cnel nel “Primo rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile in Italia”. Aumentano anche i divari territoriali e sociali nella diffusione del benessere soggettivo e se ne creano di nuovi. La soddisfazione per la propria vita decresce in misura maggiore nel Sud, attestandosi al 29,5% (contro il 40,6% del Nord), e tra le persone con titolo di studio piu’ basso e peggiori condizioni occupazionali. Nonostante il contesto non facile, nel 2012 una prospettiva di miglioramento per il futuro viene indicata da un quarto della popolazione di 14 anni e piu’. Una dimensione fondamentale della qualita’ della vita, quella del tempo libero, pur essendo ritenuta molto soddisfacente da una quota …

"Rivoluzione a S. Pietro", di Ezio Mauro

Un Papa a sorpresa, venuto dalla fine del mondo quasi a dire basta agli intrighi e ai ricatti italiani della Curia e alla paralisi di governo che ha indebolito la vecchiaia di Benedetto XVI fino alla rinuncia. Ma un Papa che evidentemente la Chiesa preparava da tempo, se è vero che già nel 2005 Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, era uno dei due candidati forti del Conclave, sostenuto dai riformatori che poi lui stesso portò a convergere su Ratzinger, per evitare una scelta più conservatrice. Per due volte a distanza di otto anni, dunque, due Conclavi hanno elaborato la candidatura a Papa del cardinale argentino, e bisogna tener presente che nel frattempo la composizione del Sacro Collegio è cambiata per quasi il 50 per cento. La considerazione di Bergoglio è dunque alta, forte e costante nei vertici della Chiesa universale. Ma questa volta gli scandali vaticani hanno pesato in suo favore. E hanno chiuso la porta al ritorno di un Papa italiano (cioè a Scola, il vescovo più qualificato e conosciuto) per metter …